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Ecco la transizione climatica secondo il Festival dello sviluppo sostenibile

where Ivrea when Lun, 13/05/2024 who roberto

Le proposte di Asvis e del think tank ecologista Ecco al commissario europeo Paolo Gentiloni. L’idea di un fondo sovrano europeo per gli investimenti nella transizione. Ridurre le diseguaglianze e i conflitti

Il commissario europeo per gli festival-asvis.jpgaffari economici e monetari Paolo Gentiloni ha aperto l’evento “Europe’s Future: Investing in the Climate Transition for All” organizzato da Ecco, il think tank italiano per il clima e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis) nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024. Secondo i proponenti, è necessario stimolare un rapido aumento degli investimenti per la transizione, al fine di affrontare il rischio che il cambiamento climatico potrebbe determinare impatti sociali ingestibili, danneggiando lo stock di capitale e colpendo la maggior parte delle attività economiche. Potenziare gli investimenti nella transizione energetica aprirebbe opportunità per accelerare l’innovazione. In questo modo potrebbero essere conseguite economie di scala che potrebbero portare un abbassamento dei prezzi, per rendere accessibili a una parte maggiore della popolazione i beni e i servizi a zero emissioni.

 
Il pensiero di Gentiloni
Nel suo keynote speech iniziale, il commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, ha affermato che: “L’anno scorso le emissioni nell’Unione Europea sono calate del 15,5% rispetto al 2022, anche grazie alle politiche del Green Deal e alle risorse messe in campo con NextGenerationEU. Un risultato che deve incoraggiare a guardare ancora con più impegno agli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 e oltre, senza dimenticare i criteri di equità e solidarietà per una transizione che sia, appunto, a vantaggio di tutti”.
 
Auspicio di coordinamento
Al fine di aumentare l’azione climatica, Ecco e Asvis hanno auspicato ci sia maggior coordinamento internazionale e che venga progettato un diverso sistema di governance economica che acceleri la riduzione delle diseguaglianze soprattutto ora che il contesto sta rallentando la globalizzazione e ponga confini e conflitti, dal confronto strategico tra Stati Uniti e Cina e dalla crescente sfiducia tra l’Occidente e il Sud del mondo. È stato inoltre ribadito che, per avere successo, i benefici degli investimenti sul clima dovranno essere distribuiti in modo più uniforme in tutto il mondo, invertendo la situazione attuale in cui le economie emergenti sono alla ricerca di investimenti produttivi mentre molti Paesi sotto pressione per il debito soffrono di spazi fiscali limitati.
 
Un fondo per il clima
Luca Bergamaschi, direttore e co-fondatore di Ecco, il think tank italiano per il clima, ha evidenziato che “La sfida climatica è diventata una sfida tecnologica e di competitività a cui non ci si può sottrarre, pena l’emarginazione internazionale e l’impoverimento economico e sociale. Italia ed Europa devono investire moltissimo, in primis a casa loro. Tuttavia, con l’attuale Patto di Stabilità e Crescita i singoli Paesi, e tantopiù l'Italia, avranno pochissimo spazio fiscale. La via d'uscita finanziaria e legale esiste già: dare continuità all’esperienza del Next Generation EU, che ha dato vita al PNRR, attraverso un Fondo dedicato per il clima e l’energia fino al 2050. Nell’anno della Presidenza italiana del G7 e della presentazione del Piano Mattei, Italia ed Europa devono aumentare gli sforzi per mobilitare la finanza necessaria per garantire investimenti adeguati nei Paesi in via di sviluppo e a basso reddito, in particolare per quelli africani, attraverso un incremento di fondi concessionali, a partire dal Fondo Ida della Banca Mondiale, e dalle riforme del debito e delle regole delle Banche multilaterali di sviluppo”.
 
Il rapporto Asvis
Al Festival dello sviluppo sostenibile è stato presentato il rapporto Asvis “Scenari per l’Italia al 2030 e al 2050. Le scelte da compiere ora per uno sviluppo sostenibile”. In particolare il rapporto afferma che l’Italia deve cogliere la transizione energetica come occasione per fare innovazione a tutto campo. “Chi vuole rinviare la transizione in nome dei costi da subire nei prossimi anni per realizzarla successivamente in realtà punta a scaricare sui più deboli e sulle generazioni future i danni dell’inazione”, ha affermato il direttore scientifico dell’Asvis, Enrico Giovannini. “Aumentare in modo sensibile gli investimenti pubblici e privati per realizzare una decarbonizzazione trasformativa richiede un forte impulso a livello nazionale ed europeo. L'esperienza del Next Generation EU, con l'emissione di debito comune, va migliorata e resa permanente, così da creare una capacità fiscale europea di dimensioni analoghe a quelle di Stati Uniti, Cina e altri grandi player internazionali per rendere l'Europa competitiva e capace di realizzare uno sviluppo sostenibile da tutti i punti di vista, compreso quello sociale”.
Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (Bei), ha sottolineato “l'importanza di eventi come quello organizzato da Ecco e Asvis per promuovere l’azione climatica. La Bei, la banca del clima dell’Unione europea, con il suo impegno finanziario e tecnico catalizza investimenti privati e pubblici verso progetti che generano un impatto tangibile sull'ambiente e sulla società, contribuendo a costruire un futuro più verde e resiliente per le generazioni future".
 
I dati
L’azione per il clima richiede investimenti senza precedenti per un arco di tempo ben oltre l’orizzonte di Ngeu (2026). Per raggiungere lo zero netto entro il 2050 sono necessari sforzi di investimento a livello dell’Ue pari ad almeno il 3-4% del Prodotto interno lordo (Pil) all’anno. La finanza privata deve garantire un flusso sostanziale di investimenti sostenibili, ma una quota significativa pari all’1-1,5% del Pil all’anno deve provenire da fonti pubbliche. A livello globale, entro il 2030 nelle economie emergenti (Cina esclusa) saranno necessari 2,4 trilioni di dollari per investimenti legati al clima, un aumento di quattro volte rispetto ai livelli attuali. Ciò include un aumento di 15 volte della finanza privata internazionale rispetto ai livelli attuali. Con una rivoluzione economica verde globale in corso, se l’Europa non aumenta in modo significativo gli investimenti sul clima rischia di trovarsi impreparata a una concorrenza globale sempre più dura. Parallelamente, se l’Europa non sostiene la mobilitazione degli investimenti climatici nelle economie emergenti, non sarà in grado di ricostruire la fiducia tra i paesi e nel multilateralismo.
 
Un fondo sovrano europeo
L’evento è stato anche l’occasione per la presentazione di un nuovo studio Ecco sulla costituzione di un fondo sovrano europeo dedicato all’energia e al clima. Nello studio si evidenzia come tal fondo sia legalmente e tecnicamente fattibile e dovrebbe rappresentare un tema dirimente del dibattito politico, soprattutto nella prospettiva della prossima elezione del Parlamento europeo e del rinnovo della Commissione. Il definanziamento del Green Deal che deriverebbe dalla rinuncia a dare continuità alla fruttuosa esperienza del Next Generation EU non solo depotenzierebbe la possibilità di mitigare la minaccia climatica, ma comprometterebbe posizionamento competitivo dell’Europa (e ancor più dell’Italia) nel contesto mondiale, indebolendone strutturalmente il potenziale di crescita di lungo periodo.
 
Il documento di Ecco: https://eccoclimate.org/it/il-futuro...
Il Festival dello sviluppo sostenibile https://2024.festivalsviluppososteni...

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