G7 Ambiente - Italia e Francia vogliono creare un’area a basse emissioni nel Mediterraneo
I ministri dell’Ambiente Costa e De Rugy vogliono portare alla prossima Conferenza sulla protezione dell'ambiente marino del Mediterraneo, che si svolgerà a Napoli il prossimo dicembre: una decisione che impegna tutti i Paesi
Ottenere la dichiarazione di un'area ECA (a basse emissioni di zolfo e ossidi di azoto) per l'intero Mediterraneo, al fine di dare un decisivo contributo alla riduzione delle emissioni in atmosfera derivanti dal traffico marittimo e prevenire i conseguenti impatti dannosi sull'ambiente marino e sulla salute delle popolazioni delle aree costiere. È quanto promuovono il Ministro Sergio Costa e l'omologo Ministro francese Francois De Rugy che hanno sancito l’iniziativa comune in occasione della riunione G7 Ambiente di Metz.
L'obiettivo è di adottare alla prossima Conferenza delle Parti della Convenzione di Barcellona sulla protezione dell'ambiente marino del Mediterraneo, che si svolgerà a Napoli il prossimo dicembre, una decisione che impegna tutti i Paesi del Mediterraneo a predisporre una proposta di dichiarazione del Mediterraneo quale area ECA da presentare all'Organizzazione Marittima Internazionale.
Il Ministro Costa ha anche sottolineato che questa iniziativa deve includere adeguate misure di sostegno per consentire un contemporaneo adeguamento delle capacità infrastrutturali e operative delle imprese marittime che operano in Italia e negli altri Paesi Mediterranei, in modo da giungere preparati quando l'Area ECA sarà operativa (presumibilmente entro il 2023).
A proposito delle conclusione dei lavori del G7 Ambiente a Metz, il ministro Sergio Costa ha detto che “è stato introdotto un passaggio importante frutto di una nostra iniziativa, e che ci rende orgogliosi. C'è scritto, nero su bianco, che bisogna enfatizzare l'importanza di un continuo dialogo inclusivo tra le generazioni su ogni questione ambientale". "Il passaggio è stato inserito all'interno del punto 4 - ha aggiunto - in cui si riconosce l'esistenza di collegamenti tra la protezione dell'ambiente, la crescita economica e le diseguaglianze. Si riconosce anche che perdita di biodiversità e degrado ambientale impattano maggiormente sui più poveri e i più vulnerabili. E, in questo contesto, sottolineare l'importanza di tenere vivo e forte il dialogo intergenerazionale è secondo noi un grande risultato. L'iniziativa italiana è stata accolta con grande favore dagli altri Paesi".
Il ministro ha aggiunto che "sentiamo il grido di allarme che i giovani di tutto il mondo ci stanno lanciando affinché la lotta ai cambiamenti climatici venga condotta con forza e costanza. Hanno ragione ed è nostro dovere agire. Ma non solo: bisogna ascoltarli e tenere attivo il dialogo con la loro generazione e quelle future. Per questo ho fortemente voluto, come Paese Italia, che questo passaggio fosse esplicitato nel testo finale e da ora in poi non sarà più possibile prescinderne".