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Lo smog e le famiglie. Dal riscaldamento domestico il 53% delle emissioni di Pm10

where Roma when Lun, 19/04/2021 who roberto

Lo studio “Una strategia per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici in Italia” è stato realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club

Nel 2021 il riscaldamento domesticocamini-fumo.jpg contribuisce ancora, in maniera significativa, a inquinare le nostre città e a surriscaldare il Pianeta: da solo, infatti, è responsabile del 64% della quantità di Pm2,5, del 53% di Pm10 e del 60% di CO emessi nel 2018, contribuendo al peggioramento della qualità dell’aria, specie nelle grandi città del Centro-Nord. È quanto emerge dal nuovo studio “Una strategia per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici in Italia” realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club.

Inserito nell'ambito di un progetto finanziato dalla European Climate Foundation finalizzato a eliminare gradualmente i combustibili fossili dagli edifici residenziali in Italia, lo studio di fattibilità indaga lo stato dei sistemi di riscaldamento, il loro apporto in termini di emissioni di gas, nonché le priorità d’intervento, e presenta le proposte per decarbonizzare il settore elaborate da Legambiente e Kyoto Club, che puntano all’eliminazione immediata del superbonus per le caldaie a gas e al 2025 quale data strategica per vietare l’installazione di nuovi impianti alimentati da fossili.
 
Riscaldamento degli edifici e inquinamento atmosferico
In Italia il riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali e pubblici pesa sulle emissioni di C02 per oltre il 17,7%, secondo i dati di Ispra. Particolarmente consistente il ruolo del riscaldamento residenziale nell’inquinamento atmosferico: da solo, infatti, è responsabile del 64% della quantità di Pm2,5, del 53% di Pm10 e del 60% di CO emessi nel 2018, contribuendo al peggioramento della qualità dell’aria, specie nelle grandi città del Centro-Nord.
Un impatto notevole, confermato anche durante il primo lockdown del 2020: in Lombardia, ad esempio, uno studio dell’Arpa ha evidenziato come, nonostante lo stop delle attività produttive e di gran parte dei trasporti, le emissioni di Pm10 siano diminuite soltanto del 17% proprio a causa di un incremento nell’utilizzo dei riscaldamenti.
 
Come ci scaldiamo: metano e legno (o pellet)
L’analisi per tipologia di combustibile evidenzia come la maggior parte delle abitazioni italiane (17,5 milioni su 25,5) utilizzi il metano, mentre i combustibili solidi (prevalentemente legname) sono impiegati in 3,6 milioni di abitazioni, il riscaldamento elettrico e il gasolio in 1,3 milioni, il Gpl in 1,2 milioni di case.
"Il principale vettore energetico impiegato per il riscaldamento residenziale in Italia è il gas naturale (50% dell'energia fornita) - si legge nel rapporto - ; seguono le biomasse solide (il 28% del totale), soprattutto legname e cippato, e i prodotti petroliferi (8%), come nel caso delle caldaie a gasolio, ancora presenti in alcune grandi città e nelle aree montane non metanizzate. La cogenerazione pesa sul totale per il 5%, mentre sono marginali le pompe di calore, il riscaldamento elettrico (boiler) e il solare termico (1% del totale)".
 
Sussidi ambientalmente dannosi
Il settore energetico beneficia di rilevanti sussidi ambientalmente dannosi. Quattro interessano il riscaldamento residenziale. C’è l’Iva agevolata sui consumi elettrici delle famiglie, in assoluto uno dei sussidi ambientalmente dannosi più cospicui. Poi l’ecobonus, recentemente potenziato con l’aliquota del 110% (superbonus), incentiva anche caldaie ad alta efficienza che però utilizzano anche combustibili fossili come il metano. C’è l’agevolazione che riduce il prezzo per l’acquisto di gasolio e Gpl nelle aree non metanizzate (zone montane, Sardegna e isole minori). Infine, l’aliquota Iva agevolata (pari al 10%) destinata ai consumi ad uso civile per il riscaldamento degli edifici, applicata limitatamente ai primi 480 metri cubi di gas consumato nell’anno.
 
Le soluzioni
Ridurre i consumi per il riscaldamento delle abitazioni è possibile, rilevano Legambiente e Kyoto Club, "grazie all'efficienza energetica ed è fondamentale per limitare la spesa delle famiglie. Il riscaldamento domestico è infatti, di gran lunga, la voce più consistente nella lista dei consumi degli utenti residenziali: rappresenta il 67% del totale pari a 893.196 TeraJoule, mentre il restante 33% è destinato ad altri usi quali l'acqua calda sanitaria, il raffrescamento, l'illuminazione e le apparecchiature industriali".

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