Elettricità

L’incendio al trasformatore elettrico di alta tensione ha causato un blackout nelle zone limitrofe; l’operazione Astea e Zecca darà vita ad una realtà di oltre 50.000 clienti serviti

Roma, incendio in una centrale elettrica e blackout nella zona
Paura a Roma, dove nei giorni scorsi si è verificato un incendio ad un trasformatore all’interno di una centrale elettrica di Acea. È accaduto, poco prima delle 7, al civico 663 di via della Bufalotta e sul posto è intervenuta la squadra dei vigili del fuoco di Nomentano (6/A).
Fortunatamente, nessuna persona è rimasta coinvolta, ma l’incendio al trasformatore elettrico di alta tensione ha causato un blackout nelle zone limitrofe. I residenti hanno infatti riferito che la corrente elettrica è mancata per circa un’ora. Impressionante la colonna di fumo alzatasi dal luogo dell’incendio, visibile anche a diversi chilometri di distanza. I vigili del fuoco, intervenuti insieme al personale di Acea, sono riusciti a domare le fiamme.
 
Astea e Odoardo Zecca danno vita a Dea+
La nuova DEA, che comprende Astea e Zecca, darà vita ad una realtà di oltre 50.000 clienti serviti. L'operazione, tecnicamente definita di Business Combination, consente al Gruppo Astea ed al gruppo Zecca di ingrandirsi e, soprattutto, perseguire le prescrizioni di legge verso il futuro delle società di distribuzione di energia elettrica. Con un aumento di capitale di oltre 16 milioni di euro, riservato alla Odoardo Zecca Srl, Dea, che svolge il servizio di distribuzione di energia elettrica a Osimo, Recanati e Polverigi, potrà aggregare il ramo di distribuzione di energia elettrica nei comuni di San Vito Chietino e Ortona, in provincia di Chieti. L’operazione, che ha come Advisor Aldo Ricci di Energy Advisors, è stata denominata Dea+, e consentirà ad Astea – insieme al nuovo socio Odoardo Zecca - di disporre di una società con maggiori potenzialità, indispensabili per le sfide del futuro: preclusa infatti la partecipazione alle procedure pubbliche per il rinnovo delle concessioni alle società più piccole del settore che, quindi, non potranno costruirsi un futuro.