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Carburanti, il Consiglio di Stato boccia il “cartellone” sui prezzi medi

where Roma when Lun, 26/02/2024 who roberto

Annullato l'articolo 7 del provvedimento la cui prescrizione "si presenta come manifestamente irragionevole e sproporzionata"

Il Consiglio di Stato ha annullatoprezzi-regionali.jpg l'articolo 7 del decreto del ministero delle Imprese del 31 marzo 2023 che dispone l'obbligo di esporre nei punti vendita carburanti il cartellone con i prezzi medi regionali. Con la sentenza 1806/2024 depositata, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso del ministero contro la sentenza del Tar che aveva annullato l'intero decreto per motivi procedurali ma, entrando nel merito, ha annullato il solo articolo 7 del provvedimento la cui prescrizione "si presenta come manifestamente irragionevole e sproporzionata".
 
Le motivazioni
Si legge nella sentenza che da un lato, "si impone di rendere conoscibile nei singoli punti vendita una informazione che il consumatore può avere (in forma ben più completa visto che è possibile sapere anche quale distributore applica i prezzi più bassi nella zona di riferimento) collegandosi al sito del ministero ovvero scaricando delle app”; per altro verso si addossano “i relativi costi informativi unicamente in capo ai distributori imponendo loro degli oneri irragionevoli e sproporzionati rispetto alla limitata utilità che l'informazione relativa al prezzo medio, in sé considerata, può avere".
 
Misure più idonee
Se vuole intervenire di nuovo, scrivono ancora i giudici, il ministero "dovrà valutare le misure più idonee ad attuare quanto previsto dal decreto legge senza gravare i distributori di oneri eccessivi e impropri rispetto alla effettiva utilità di rendere conoscibile presso il singolo distributore il prezzo medio regionale. Un'ipotesi potrebbe essere quella suggerita dalla Confesercenti ovvero di posizionare in evidenza direttamente sugli impianti un QR-code che rinvii al sito del ministero nella parte in cui fornisce le informazioni sui prezzi praticati in zona".
 
Le reazioni
Il Cds fa sostanzialmente proprie le considerazioni svolte a più riprese dall'Antitrust sull'inutilità e potenziale nocività del cartello ai fini della concorrenza. "Il prezzo medio – ha detto il presidente dell’Agcm in audizione - comunica unicamente un dato: ovvero che in ambito regionale (o nazionale, in autostrada) esistono dei distributori che praticano prezzi più bassi (o anche più alti) di quelli praticati dal distributore presso il quale il consumatore si trova nel momento in cui vede il cartello del prezzo medio. Ma il consumatore non sa (semplicemente leggendo il cartello del prezzo medio) dove sia il distributore che pratica prezzi inferiori: potrebbe essere anche a centinaia di chilometri di distanza nella stessa regione”. "Nessun danno per i consumatori. L'introduzione del prezzo medio non ha influito in alcun modo sull'andamento dei prezzi, che ha seguito le solite vecchie dinamiche, a cominciare dalla doppia velocità: rialzi immediati non appena si registrano aumenti delle quotazioni internazionali e ribassi a passo di lumaca in caso contrario", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

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