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Tripoli calling. Così l’Italia rischia che venga interrotto il gasdotto Greenstream dalla Libia

where Tripoli when Lun, 15/01/2024 who roberto

Un gruppo di protesta chiamato Corruption Eradication Movement ha minacciato in un video di fermare il pompaggio di gas da Mellitah. È già chiuso Sharara

Le forniture all’Italia provenientigreenstreampipeline-img.jpg dal gasdotto libico Greenstream potrebbero essere presto a rischio chiusura. A minacciarne l’interruzione è un fantomatico gruppo di protesta chiamato Corruption Eradication Movement che ha fatto sapere in un video online di voler fermare il pompaggio di gas dal complesso di Mellitah, la joint venture tra la National Oil Corporation (Noc) libica e l'italiana Eni. I manifestanti hanno chiesto la rimozione del presidente della Noc Farhat Bengdara per quelle che hanno definito "violazioni pari al livello di criminalità". Hanno anche chiesto che a Bengdara fosse impedito di concludere accordi su petrolio e gas. Altre richieste includevano anche opportunità di lavoro per i giovani nelle aree vicine agli impianti petroliferi e la prevenzione dell'inquinamento ambientale. E ora si teme che le proteste possano estendersi al vicino giacimento di El Feel da 60mila barili al giorno.
 
Il caos a Sharara e le richieste del Fezzan
Si tratta dell’ennesimo atto di una serie di proteste che stanno avvenendo in Libia che ha già coinvolto il giacimento petrolifero di Sharara, il più grande del Paese con una produzione di circa 270 mila barili di greggio al giorno, vicino alla città di Ubari.
Alcuni notabili del Fezzan, regione sud-occidentale della Libia, hanno presentato al presidente del consiglio di amministrazione della National Oil Corporation (Noc), Farhat Bengdara, le loro richieste per revocare lo stato di forza maggiore nel giacimento – cioè l’impossibilità di consegnare i carichi di greggio ai clienti – nel giacimento di Sharara, da parte del collettivo composto da notabili del Fezzan. La chiusura del giacimento, avvenuta il 3 gennaio, ha causato la cessazione delle forniture di greggio al porto di Zawiya, nel nord-ovest della Libia. La decisione di chiudere il campo petrolifero era stata presa a causa dell’assenza di una risposta adeguata da parte del Governo di unità nazionale con sede a Tripoli alle richieste avanzate riguardanti la gestione della crisi. Le richieste includono la risoluzione della carenza di carburante nel Fezzan, il completamento della costruzione della raffineria del sud e altre questioni, come la gestione dell’Ospedale generale di Ubari. Il giacimento di Sharara ha subito una breve interruzione per l’ultima volta nel luglio del 2023, quando sono scoppiate le proteste in seguito all’arresto di un funzionario che aveva cercato di diventare il capo della banca centrale libica.
 
La produzione libica
Durante il periodo di relativa stabilità seguito alla tregua tra le parti rivali nel 2020, la produzione di greggio della Libia è salita a circa 1,2 milioni di barili al giorno e l’azienda petrolifera statale libica ha in programma di aumentare la produzione fino a 2 milioni di barili al giorno entro il 2030, secondo il Ministro del Petrolio e del Gas Mohamed Oun.
La produzione di greggio della Libia, pari a circa 1,2 milioni di barili al giorno, equivale a circa l’1 per cento della domanda globale di petrolio. Il paese ha prodotto 1,19 milioni di barili al giorno a novembre, secondo le stime di “Argus Media”. La Libia ha chiuso il 2023 con esportazioni petrolifere in aumento dell’8 per cento a dicembre, raggiungendo quota 1,05 milioni di barili al giorno. I carichi verso i mercati principali del Mediterraneo e dell’Europa nord-occidentale della Libia sono aumentati del 2 per cento rispetto a novembre, raggiungendo gli 829mila barili al giorno del mese scorso, sostenuti da un aumento delle esportazioni verso Italia e Spagna. Sono aumentate anche le esportazioni verso l’Asia-Pacifico, mentre sono diminuite le spedizioni transatlantiche. Se l’interruzione a El Sharara dovesse persistere, “le esportazioni di greggio di qualità Esharara dal terminal di Zawiya previste alla fine di questo gennaio potrebbero essere interrotte”, avverte l’agenzia britannica. Secondo i dati pubblicati dalla Banca centrale, la Libia ha guadagnato 99,1 miliardi di dinari (20,69 miliardi di dollari) dalle esportazioni di petrolio nel 2023 rispetto ai 105,4 miliardi di dinari nel 2022.

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