RenOils: nel 2019 raccolte oltre 44.000 tonnellate di oli alimentari destinati al riciclo
La crescita è del 25% rispetto all’anno precedente; servite tutte le regioni d’Italia
Il Consorzio RenOils, nel corso del 2019, ha raccolto 44.400 tonnellate di oli e grassi vegetali e alimentari esausti, il 25% in più rispetto all’anno precedente (in cui però la raccolta è iniziata ad aprile). Le attività di raccolta hanno coinvolto tutte le regioni d’Italia e per il 95% hanno riguardato attività commerciali come ristoranti e mense, mentre il 5% degli oli proviene da utenze domestiche.
La raccolta in Italia
Le 25 imprese che per conto del Consorzio raccolgono gli oli vegetali e animali esausti operano su tutto il territorio nazionale. A differenza di altri rifiuti, la distribuzione territoriale della raccolta è piuttosto omogenea tra nord e sud tanto che la regione in cui si raccoglie di più è la Campania (circa 6.000 ton/anno) seguita da Lombardia (5.900) Sicilia (5.000) ed Emilia Romagna (4.500). Per monitorare i dati di raccolta e recupero in tempo reale RenOils si è dotata della Piattaforma R_O_S (RenOils Recycling Oils System), realizzata in collaborazione con una spin-off dell’Università di Tor Vergata di Roma. Il sistema, unico nel suo genere nel settore, consente la tracciabilità, la contabilizzazione e la certificazione di tutti i flussi di oli raccolti e avviati al recupero dai consorziati.
Previsioni 2020
Il lockdown dovuto all’emergenza Covid-19 ha fermato le attività di ristorazione e i primi dati riguardano una flessione della raccolta del 5-10% a marzo-aprile e un’ulteriore diminuzione nei mesi di maggio e giugno. La previsione è però quella di un aumento delle attività nel secondo semestre per arrivare a fine anno con un pareggio rispetto ai numeri del 2019.
Accordi e ricerche
Oltre alle attività operative e di rendicontazione il consorzio, durante il 2019, è stato molto attivo sul fronte istituzionale e scientifico, con la chiusura di accordi strategici, analisi e ricerche. Basti pensare all’accordo con ENI per destinare gli oli esausti alla bio raffineria di Porto Marghera o quello con la Regione Lazio per favorire la raccolta differenziata presso gli abitanti dei piccoli comuni, scarsamente serviti da altri servizi. Nell’ambito della Ricerca & Sviluppo sono stati pubblicati i primi risultati delle analisi, svolte dal CNR-IRSA per valutare la presenza degli oli esausti nelle acque dei depuratori Italiani. Con il Digilab Dell’università La Sapienza di Roma è stata invece firmata una convenzione per valutare la percezione del rischio ambientale nella popolazione italiana, derivante da un non corretto smaltimento dell’olio vegetale esausto.
“Siamo molto orgogliosi – ha spiegato Ennio Fano, Presidente di RenOils – dei risultati ottenuti nel corso del 2019 che, nei fatti, è stato il primo anno di piena operatività del consorzio. Nel ringraziare tutti i consorziati per lo sforzo fatto vorrei sottolineare che, in base alle nostre stime, in Italia si producono ogni anno circa 250.000 tonnellate di oli esausti, di cui oltre la metà dalle famiglie. La sfida è quindi quella di favorire la raccolta differenziata presso i cittadini mettendo in piedi, insieme ai comuni e alle municipalizzate, dei modelli di raccolta virtuosi ed innovativi capaci di intercettare quegli oli che se dispersi nell’ambiente possono causare danni a suolo e acque di superficie. Un altro aspetto interessante – sottolinea Fano – è che l’intero sistema di raccolta si autofinanzia attraverso il contributo ambientale e i costi non ricadono quindi sulle tasche dei cittadini o degli enti locali.”