Acqua sicura, solo la metà dei millennial sa che è un diritto
Lo rivela un sondaggio del Consiglio Mondiale dell’Acqua, che chiede ai governi l’accesso globale all’acqua sicura e a servizi igienico-sanitari adeguati
Solo la metà dei cosiddetti “Millennial” nel mondo sanno che l’acqua sicura è un diritto umano. È quanto emerge da un sondaggio commissionato dal Consiglio Mondiale dell’Acqua, il World Water Council. Oltre tre quarti dei giovani nati dopo il 1980 a livello mondiale sono comunque convinti che il governo e le istituzioni debbano rivestire un ruolo di primo piano nel garantire l’accesso globale all’acqua sicura e a servizi igienico-sanitari adeguati. Mentre oltre due terzi dei Millennial pensano che non si faccia abbastanza per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite di garantire acqua e servizi igienico-sanitari adeguati a livello universale. Il WWC, fondato nel 1996, comprende oltre 300 organizzazioni a livello mondiale, e ha come obiettivo primario quello di mobilitare l’azione sui problemi legati all’acqua a tutti i livelli al fine di migliorare la sicurezza idrica nel mondo.
Secondo gli ultimi dati forniti dal Programma di Monitoraggio Congiunto OMS/UNICEF del 2015, il 91% della popolazione mondiale utilizza una fonte di acqua potabile migliorata, rispetto al 76% del 1990. Questo dato prova che sono stati fatti progressi significativi nell'accesso all'acqua potabile, dal momento che 2,6 miliardi di persone, pari a un terzo della popolazione mondiale attuale, hanno avuto accesso a una fonte d’acqua potabile migliorata dal 1990 a oggi.
Tuttavia, a causa della cattiva qualità dell'acqua e della gestione delle risorse, spesso il miglioramento delle risorse idriche non garantisce l'accesso ad acqua potabile sicura.
Inoltre, se l'accesso a fonti migliorate è aumentato in tutte le regioni del mondo, la percentuale di progresso varia. La copertura in Asia è aumentata drasticamente: nella sola Cina, oltre mezzo miliardo di persone ha avuto accesso ad una fonte migliorata. In America Latina e nei Caraibi, il 95% della popolazione oggi ha accesso a fonti migliorate di acqua potabile. Tuttavia, in Africa sub-sahariana resta ancora molto da fare, come dimostra il fatto che circa un terzo della popolazione è ancora senza accesso a fonti di acqua potabile migliorata.
A meno di un anno dall’8º World Water Forum che si svolgerà a Brasilia nel marzo 2018 e che riunirà oltre 30.000 stakeholder per trovare delle soluzioni collaborative alle problematiche inerenti all’acqua, il World Water Council invita tutti i governi a concentrarsi sulle questioni legate all’acqua e a dare priorità alle risorse idriche e alla loro gestione, per fare in modo che la sicurezza idrica e il risanamento diventino una realtà per tutti entro il 2030, come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Sono necessarie, spiega il WWC, azioni e investimenti al più alto livello politico per fornire acqua potabile e servizi igienico-sanitari adeguati a tutto il pianeta.
“I leader mondiali sanno - ha dichiarato Il Presidente del World Water Council Benedito Braga - che i servizi igienico-sanitari sono fondamentali per la salute pubblica, ma dobbiamo agire subito. Al fine di rendere l'acqua e i servizi igienico-sanitari universalmente disponibili entro il 2030, serve impegno ai massimi livelli. È altresì importante che le fonti di acqua siano ottimizzate per assicurare che si tratti di risorse idriche sicure.”