torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Il gas che manca: Acea Pinerolese ha rinunciato al 60% delle vendite

where Milano when Gio, 29/09/2022 who roberto

Il direttore operativo Chiaramello: di fronte alla carenza di metano siamo stati obbligati ad abbandonare 90 milioni di metri cubi di metano venduto

Il gas per rifornire i clienti all'inizioacea-pinerolese.png dell'anno termico non è sufficiente. E c'è chi ha dovuto rinunciare a vendere il 60% del volume del proprio portafoglio gas. Lo racconta a LaPresse Ezio Chiaramello, direttore operativo di Acea Pinerolese, azienda del torinese, che si occupa di efficienza energetica, vendita gas metano a utenze civili, small business ed industriali, servizi energia per condomini e grandi utenze centralizzate in gestione calore, vendita di energia elettrica a utenze civili e small business; la società fattura 90 milioni di euro e ha 18 addetti, ma con tutto l'indotto dà lavoro a una quarantina di persone.
Chiaramello illustra a LaPresse la situazione "pre crisi-energetica": "Abbiamo venduto 155 milioni di metri cubi di gas e 60 gigawatt ore di energia elettrica che sono stati confermati. Avevamo circa 50mila clienti nel 2021, quando c'erano delle avvisaglie, ma la crisi energetica non era ancora esplosa". Le cose nel 2022 per Acea Pinerolese sono però cambiate: "Di fronte alla carenza di metano siamo stati obbligati ad abbandonare 90 milioni di metri cubi di metano venduto, vale a dire il 60% del nostro portafoglio gas, frutto di 20 anni di lavoro e di attività ed espansione commerciale".
 
L’allarme generale
La situazione per Acea Pinerolese dunque diventa più difficile, ma non è attualmente di allarme, come invece per altre realtà, una settantina di aziende per le quali in questi giorni Utilitalia ha lanciato un allarme, con molte società retail che dal primo ottobre in Italia non avranno gas per rifornire la propria clientela (famiglie e imprese). E con il rischio che possano fallire: aziende che si approvvigionano da produttori e importatori e che non hanno avuto il rinnovo o dispongono di volumi ridotti e a condizioni e vincoli che possono essere eccessivamente gravosi dal punto di vista finanziario". Ad Acea Pinerolese - spiega il direttore operativo a LaPresse - è stato chiaro da febbraio che scenario si sarebbe verificato e quindi ci siamo attivati e attrezzati per evitare di finire come azienda nelle forniture di ultima istanza, ad esempio cercando e trovando forniture alternative all'estero. Per noi non è allarme, quindi, però siamo in vigile attesa". "Ma - fa notare ancora Chiaramello - potrebbero essere anche un centinaio le imprese del settore che invece oggi in allarme rischiano il default, e potranno trovarsi a dicembre in fallimento". "Tutto - spiega Chiaramello - dipenderà dalle quotazioni: se le quotazioni non salgono e restano attorno ai 2 euro al metro cubo - spiega - possiamo arrivare a primavera, diversamente potremmo anche noi il rischio di dovere usufruire dei fornitori di ultima istanza".

immagini
acea