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Istat, in Italia c’è troppo spreco d’acqua

where Roma when Gio, 16/05/2019 who roberto

Lo evidenziano i dati Istat pubblicati nel Rapporto di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità 2030 delle Nazioni unite. Sui 9,5 milioni di metri cubi d’acqua per uso potabile che sono stati prelevati, solo 8,3 sono stati immessi nelle reti

L'Italia continua a sprecare troppa acquaperdita-rubinetto.jpg. È quanto emerge dai dati Istat pubblicati nel Rapporto di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità 2030 delle Nazioni unite e delineati da IlSole24Ore. Al punto numero sei dei Global goal dell’Onu si parla proprio di spreco di acqua potabile, cioè di efficienza idrica in tutti i settori e di capacità di assicurare prelievi e fornitura di acqua dolce per affrontare la scarsità d’acqua e ridurre in modo sostanziale il numero delle persone che soffrono di questa criticità.
 
Nel 2015, dei 9,5 milioni di metri cubi d’acqua per uso potabile che sono stati prelevati, solo 8,3 sono stati immessi nelle reti comunali di distribuzione e ancor meno, solo 4,9, sono stati effettivamente erogati agli utenti: questo significa 220 litri per abitante al giorno. Insomma, poco meno della metà del volume di acqua prelevata alla fonte (il 47,9%) non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni idriche dalle reti di adduzione e distribuzione.
 
Tra le problematiche, le perdite fisiologiche dovute all’estensione della rete idrica e il numero di allacci, ma anche le dispersioni per la rottura nelle condotte, l'obsolescenza delle reti, i consumi non autorizzati, i prelievi abusivi e gli errori di misura dei contatori. Nel 2018 il 95% delle famiglie italiane (il 93% al nord) è allacciato alla rete idrica comunale, mentre il restante 5% si affida a fonti di approvvigionamento alternative come pozzi, sorgenti o altre fonti private.
 
La media italiana per il 2018 si attesta intorno al 10%, Friuli Venezia Giulia e Bolzano lamentano irregolarità nell'erogazione dell'acqua per l'1%, ecco poi Trento in terza piazza al 2%. A seguire Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Liguria al 3%. E ancora Val d'Aosta, Piemonte e Marche al 3%, quindi Umbria (6%) e Toscana (8%). Le altre regioni sono tutte sopra la media, la Calabria addirittura al 40%, Sicilia al 29% e Molise al 18%.

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