Relazione dell’Autorità, programmati 3 miliardi investimenti nei prossimi quattro anni
Cresce l’interesse verso interventi per lo sviluppo delle infrastrutture. L’Autorità ha già approvato le tariffe che riguardano oltre 34 milioni di italiani, serviti da 536 gestori presenti in 3.883 Comuni
Per la maggior parte delle gestioni delle acque, le amministrazioni competenti hanno programmato un elevato fabbisogno di investimenti nei prossimi quattro anni - stimabile in tre miliardi di euro - rispetto alla valorizzazione delle immobilizzazioni pregresse. Lo evidenzia il capitolo dedicato all’acqua della relazione annuale dell’Autorità per l’energia, che di recente ha assunto anche le deleghe sulle risorse idriche. “Alla luce del nuovo quadro regolatorio, e quindi alla presenza di regole certe e note ex ante, sta emergendo visibilmente un accresciuto interesse a sostenere gli investimenti previsti nel settore da parte di istituti finanziatori, sia nazionali sia esteri. Più in generale, lo sviluppo di investimenti nelle infrastrutture dei settori regolati dall’Autorità, includendo quindi anche i settori dell’energia, è uno dei fattori che, con effetto volano, può contribuire all’uscita dall’attuale congiuntura di crisi. Da tutto ciò si evince che l’effetto leva della regolazione sugli investimenti dei prossimi anni sta funzionando”.
Approvate tariffe di oltre 500 gestori - L’Autorità ha già approvato le tariffe per oltre 34 milioni di italiani, serviti da 536 gestori presenti in 3.883 comuni. Il TAR - ricorda la relazione - “ha respinto interamente sia i ricorsi proposti da alcune Associazioni dei consumatori e dai promotori del referendum 2011 sia, nei loro aspetti strutturali, i ricorsi presentati dalle imprese di gestione, confermando la nuova regolazione. In particolare, da una parte è stata dichiarata la correttezza della regolazione della nuova disciplina tariffaria dell’Autorità rispetto all’esito referendario, dall’altra è stato riscontrato il potere dell’Autorità di incidere sulle convenzioni di gestione in essere, anche in relazione alle gestioni cosiddette ex-CIPE e ai gestori attivi nell’erogazione di servizi idrici all’ingrosso”.