L’ambiente e le polemiche. Trivelle, via libera ambientale a 10 progetti e oltre 20 nuovi pozzi
Il ministero della Transizione ecologica ha sbloccato decine di impianti e infrastrutture di ogni tipo che erano stati fermati dal ministro Sergio Costa, fra i quali diversi giacimenti di gas e petrolio
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha firmato nelle ultime settimane un gran numero di decreti di compatibilità ambientale sui quali la Commissione Via del ministero aveva già espresso parere favorevole ma che erano stati tenuti fermi dal ministro precedente, Sergio Costa. Elettrodotti, infrastrutture portuali e dei trasporti, ma anche diversi via libera ambientali a progetti sui giacimenti di gas e petrolio presenti in Italia.
In tutto sono 10 i progetti di sfruttamento di risorse minerarie nazionali che negli ultimi due mesi hanno ottenuto lo sblocco, i quali prevedono la sostituzione di alcune piattaforme marine, la posa di condotte e la perforazione di oltre 20 nuovi pozzi. Le compagnie interessate sono l’Eni in Adriatico e nel Canale di Sicilia, la Siam con due giacimenti di gas sull’Appennino modenese (tre nuove perforazioni per ciascun giacimento) e la Po Valley, che ha ottenuto il via libera ambientale per un giacimento di gas a Budrio (Bologna) e per il giacimento Teodora al largo della costa emiliano-veneta, con la posa di una piattaforma.
Un atto dovuto
"Il ministro non poteva non firmare. Erano percorsi amministrativi nati anni fa e non si poteva non firmare. Anche il Mibact lo ha fatto". Questo - secondo fonti del ministero della Transizione ecologica - il pensiero di Roberto Cingolani sul via libera alle concessioni per l'estrazione di idrocarburi. Il ministro è "fiducioso del fatto che si riuscirà presto ad avere il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai), che è la risposta alla pletora di permessi in via di definizione. Il ministro sta compulsando la struttura per far sì che sul Pitesai si acceleri il più possibile".
Chi è a favore
“La firma della Valutazione di Impatto Ambientale positiva per nuovi pozzi di idrocarburi da parte del ministero guidato da Cingolani non è che un atto amministrativo, ma che conferma la correttezza nel dare corso a autorizzazioni bloccate illegittimamente per anni e la volontà del nuovo ministro di agire con il giusto pragmatismo e garantendo la certezza del diritto”. A dichiararlo è il Senatore Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega. “Le polemiche di questi giorni sono pretestuose, immotivate e celano molta ipocrisia”, continua Arrigoni. “La politica collabori piuttosto nello stimolare un’accelerazione dei lavori sul PiTESAI, che - se ancora non è stato approvato - è a causa dei pesanti ritardi e delle inadempienze del precedente Governo. La ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi non va certo contro la transizione ecologica, tutt’altro: il gas nella transizione avrà un ruolo di accompagnamento fondamentale, intanto perché dovrà sostituire il carbone, ma anche perché dovremo attendere molto tempo per una significativa penetrazione delle rinnovabili e decenni per l'affermazione dell'idrogeno”, conclude il senatore. “Anziché importare il gas, pagandolo di più e inquinando maggiormente per il trasporto via tubo o via mare, è sicuramente auspicabile lo sfruttamento delle nostre risorse nazionali, anche per contenere il già critico livello di dipendenza energetica del nostro Paese dall'estero.”
Chi è contro
“Visti i primi atti ci verrebbe la voglia di battezzarlo noi, però come ministero della Finzione Ecologica", scrive in un comunicato il Forum H2O, il forum abruzzese dei movimenti per l'acqua. "La cosa grave è che ci si allontana sempre di più dagli obiettivi fissati dall'Accordo di Parigi sul clima, che poi a chiacchiere tutti dicono di voler rispettare". “Tenendo conto del periodo storico, e degli impegni in tema di Green Deal Europeo, è inammissibile un passo indietro di questa portata da parte del Governo", protesta il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.
"Manca in Italia una legge analoga a quelle approvate in Francia e, recentemente, in Danimarca (uno dei maggiori produttori di petrolio della Ue) che stabilisca un chiaro termine ultimo di validità delle concessioni di coltivazioni in essere e che preveda, di conseguenza, un fermo di tutte le attività ad esse correlate oltre che un fermo delle autorizzazioni per nuove attività di ricerca e prospezione". Lo scrivono in un comunicato congiunto Greenpeace Italia, Legambiente e Wwf.
“Esattamente vorrei sapere, questa tanto declamata transizione ecologica verso cosa sia, esattamente? Perché vorrei chiarire al ministro Cingolani che la direzione è opposta a quella intrapresa finora", dice la senatrice in commissione Ambiente Virginia La Mura.
"La transizione energetica dalle fossili alle rinnovabili è fondamentale per la decarbonizzazione dell’economia. Se vogliamo un futuro sostenibile, quindi, non c’è tempo da perdere ma bisogna adottare entro il 30 settembre, quando scadrà la moratoria sulle trivelle, un Piano delle aree coerente con Green Deal e obiettivi climatici europei e programmare il progressivo abbandono delle trivellazioni”, commenta la deputata Rossella Muroni, capogruppo alla Camera della componente FacciamoECO-Federazione dei verdi.