Arrivano le meduse: reti salvaspiagge. In Adriatico torna la drymonema
Nel Golfo di Venezia riapparsa la grande specie con 80 centimetri di diametro
L'estate 2014 si apre con "una grande proliferazione della medusa pelagia nel Mediterraneo occidentale, mentre in Alto Adriatico è tornata dopo quasi un secolo la drymonema dalmatinum, la specie più grande del Mediterraneo con un cappello di circa 80 centimetri. L'altra novità arriva dall'uomo: dall'Elba alla Puglia gli stabilimenti si stanno attrezzando con reti anti-medusa". Lo afferma Ferdinando Boero, biologo marino dell'Università del Salento e Cnr-Ismar, e coordinatore del progetto Ue Coconet.
Dal monitoraggio, fatto anche attraverso le segnalazioni dei cittadini e pescatori, emerge che la pelagia quest'anno si è riprodotta tantissimo e le correnti possono spingere queste specie marine urticanti - tipiche del Mediterraneo e dal caratteristico bordo violaceo - sul mar Ligure, il Tirreno e lo Ionio.
In Adriatico non ci sono, ma lì è tornata una specie rarissima: la drymonema dalmatinum. Di questo grande animale marino sono tre gli avvistamenti nell'ultima settimana (al largo di Lignano, poi a Pirano in Istria e un altro, di 80 centimetri di diametro, spiaggiato a Muggia Trieste). Nel golfo di Venezia c'è stata poi da novembre a marzo una specie aliena, la Benovici, molto probabilmente portata dall'acqua di zavorra delle navi ma ora è sparita; forse non è riuscita ad acclimatarsi.
A fior d'acqua invece, sul Mar Ligure, Toscana, Sardegna, Lazio e Campania, le colonie di velella, polpi galleggianti che quando spiaggiano rendono azzurra la riva. Ce ne sono a miliardi, non sono meduse e l'unico rischio rappresentato da queste creature, che vengono chiamate “barchette di San Pietro”, è per la pesca, perché mangiano le uova galleggianti dei pesci.
Già pronta la risposta attuata dagli imprenditori del turismo balneare, da Castellaneta Marina nel tarantino alle Eolie, cioè l'installazione di reti antimedusa nelle spiagge libere e misure di sostegno, come avviene per le calamità naturali, a quegli esercenti degli stabilimenti che devono fare un investimento non irrilevante per spegnere l'allarme dei bagnanti rispetto a queste specie marine urticanti.