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Le info e il clima. Greenpeace accusa: parla del clima il 3% delle notizie dei telegiornali

where Roma when Lun, 03/04/2023 who roberto

Fra i soggetti che hanno più voce nel racconto della situazione, al primo posto si collocano le istituzioni internazionali (21%). Cresce la pubblicità acquistata sui giornali dall'industria dei combustibili e dalle aziende dell'automotive, aeree e crocieristiche

Sulla stampa e la televisionetg1.png italiane la crisi climatica ha meno visibilità di quanta ne vorrebbero gli ecologisti: una media di 2,5 articoli al giorno sui giornali e il 3% delle notizie trasmesse nei tg. Raddoppiano invece sui quotidiani le pubblicità delle società dei combustibili fossili e dei trasporti, arrivate alla fine del 2022 a 6 alla settimana in media, quasi una al giorno. È l'accusa che lancia Greenpeace sulla base di un nuovo rapporto commissionato all'Osservatorio di Pavia, istituto specializzato nell'analisi della comunicazione. Tg1 e Tg3 sono i telegiornali che hanno dedicato più spazio all'ambiente, il Tg La7 quello che ne ha dedicato meno.
Nel dettaglio l'Osservatorio di Pavia ha esaminato, nel periodo fra settembre e dicembre 2022, come la crisi climatica è stata raccontata dai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa), dai telegiornali serali delle reti Rai, Mediaset e La7 e da un campione di programmi televisivi di approfondimento. Il picco informativo si è registrato nel mese di novembre, in occasione del summit sul clima di Sharm el Sheik (Cop27) e della tragica alluvione che ha colpito l’isola di Ischia.
 
Avvenire verde
Fra i quotidiani, solo Avvenire raggiunge la sufficienza in materia ambientale, mentre hanno punteggi scarsi Sole 24 Ore e Stampa e sono da bocciare Corriere e Repubblica. Greenpeace classifica i quotidiani con cinque parametri: quanto parlano della crisi climatica; se tra le cause citano i combustibili fossili; quanta voce hanno le aziende inquinanti e quanto spazio pubblicitario hanno acquistato; se le redazioni sono trasparenti rispetto ai finanziamenti ricevuti dalle aziende.
Considerando la media dei cinque parametri, solo Avvenire supera la sufficienza (3,4 punti su 5): scarsi i punteggi de Il Sole 24 Ore (2,6) e La Stampa (2,4), bocciati il Corriere (2,2) e Repubblica (2,0).
 
Più pagine di pubblicità
Nell'ultima parte dell'anno, il numero di articoli pubblicati dai principali quotidiani italiani in cui si parla esplicitamente di crisi climatica è diminuito rispetto al quadrimestre precedente, attestandosi a una media di 2,5 articoli al giorno. Aumenta invece lo spazio pubblicitario acquistato sui giornali dall'industria dei combustibili e dalle aziende dell'automotive, aeree e crocieristiche: la media è di oltre 6 pubblicità a settimana, quasi una al giorno, e circa il doppio rispetto al quadrimestre precedente.
 
La credibilità delle istituzioni internazionali
Fra i soggetti che hanno più voce nel racconto della crisi climatica, al primo posto si collocano i politici e le istituzioni internazionali (21%). In seconda posizione si trovano le aziende (15%), poi le associazioni ecologiste (14%), gli esperti (10%), i politici e le istituzioni nazionali (10%).
 
Crescono i tg
Per quanto riguarda invece la televisione, si osserva un lieve incremento della copertura da parte dei telegiornali di prima serata, che tuttavia hanno parlato di crisi climatica in meno del 3% delle notizie trasmesse. Il Tg1 e il Tg3 sono i telegiornali che hanno dedicato più spazio al problema, mentre poco spazio all’ambiente c’è nel Tg La7 di Enrico Mentana, con l'1,4% dei servizi trasmessi. Nei programmi televisivi di approfondimento si è dato spazio alla crisi climatica in 116 delle 450 puntate monitorate, pari al 26% del totale, in leggero calo rispetto al quadrimestre precedente. La trasmissione più virtuosa è Unomattina di Rai1, mentre in fondo alla classifica si trovano le due trasmissioni di La7: L'Aria che tira e Otto e mezzo.

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