La Bulgaria snobba il nucleare: flop per il referendum sulla centrale di Belene
L’affluenza non ha superato il 22%. Si trattava della prima consultazione referendaria nella storia del paese balcanico dopo la caduta del regime comunista. Per la legge, vista la maggioranza dei sì, il parlamento dovrà però affrontare la questione entro tre mesi
I bulgari boicottano il primo referendum della loro storia. Erano quasi sette milioni di bulgari chiamati ad esprimersi nella consultazione popolare in merito alla costruzione di una seconda centrale nucleare in Bulgaria. Secondo gli ultimi dati l’affluenza alle urne è stata però molto bassa, appena il 21,8% degli aventi diritto, mentre la legge prevede, per la validità della consultazione, un’affluenza di almeno il 60%, pari a quella delle ultime elezioni parlamentari nel 2009.
Al referendum si doveva rispondere alla domanda: “L'energia nucleare dovrebbe essere sviluppata in Bulgaria attraverso la costruzione di una nuova centrale nucleare?”. Cioè quella di Belene sul Danubio, un progetto bulgaro-russo bloccato dal governo conservatore di Boyko Borissov ma sostenuto dall'opposizione di sinistra.
Secondo la legislazione bulgara, per essere valido, il referendum aveva bisogno di un'affluenza di circa 4,3 milioni di elettori, ovvero quanti hanno votato alle ultime elezioni parlamentari nel 2009.
“I bulgari hanno compreso che la consultazione non meritava la loro attenzione – ha commentato il capo del governo Boyko Borisov – Ecco perché l’affluenza è stata così bassa”.
Per il premier si tratta di una vittoria. Il governo di centrodestra aveva bloccato il progetto e l’opposizione aveva raccolto le firme per il referendum.
Secondo la legge però, la maggioranza di sì alla nuove centrale, obbliga il parlamento ad affrontare la questione nucleare entro tre mesi.