Elettricità

L'unica centrale elettrica di Gaza ha cessato la produzione per le dispute tra le due organizzazioni politiche palestinesi, a causa delle tasse per il combustibile necessario alla produzione di energia

La popolazione palestinese di Gaza, già duramente provata dalla guerra dei 50 giorni dell'anno scorso, è ora costretta a scontare le aspre tensioni che dividono Hamas, al potere nella Striscia, e l'Autorità nazionale palestinese stanziata in Cisgiordania. 
Tasse sul combustibile - L'unica centrale elettrica di Gaza ha cessato la produzione per le dispute tra le due organizzazioni politiche palestinesi in merito alle tasse per il combustibile necessario alla produzione di energia. Oggi le relazioni sono al minimo storico, nonostante un governo di unità nazionale di facciata che avrebbe dovuto centralizzare l'amministrazione dei territori.

Hamas accusa ANP - A seguito del conflitto del luglio-agosto 2014, Gaza è costretta a fare i conti con la peggiore crisi umanitaria mai registrata e ha il denaro contato per pagare il carburante fornito dall'Autorità palestinese. E soldi per le tasse imposte dall'Anp non ce ne sono. La querelle è stantia. Qualche anno fa, Hamas aveva denunciato che l'Autorità palestinese utilizzava impropriamente i milioni di euro forniti ogni mese dall'Unione europea e destinati all'acquisto del carburante per la centrale di Gaza, soldi da girare poi alla società israeliana incaricata dei rifornimenti. A sanare la disputa era intervenuto il Qatar, ma adesso quei finanziamenti sono finiti. Hamas chiede che le tasse sul carburante vengano eliminate del tutto.
La situazione nei territori è sempre più drammatica: basti pensare che, anche con la centrale che lavora a pieno ritmo, la Striscia può contare solo su 12 ore di corrente al giorno.