Trivelle. La Basilicata al Tar contro i permessi. Il caso Croazia
La Regione Basilicata fa ricorso contro il via libera ambientale alle ricerche della Shell nel mare Ionio. La Croazia è no triv?
La Regione Basilicata presenterà ricorso al Tar del Lazio per impugnare i decreti di Via del ministero dell'Ambiente, che esprimono parere positivo al progetto della Shell per ricerche di idrocarburi nel mar Ionio settentrionale, così come aveva anticipato e-gazette.
Una delibera di giunta è in fase di predisposizione mentre il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità una mozione del Movimento 5 Stelle che impegna la giunta proprio ad adire le vie legali e impedire le ricerche di petrolio e gas in mare. Su tale tema, la Regione è stata anche capofila di un'iniziativa referendaria che coinvolge in tutto 10 Consigli regionali.
Il Pd: la Croazia sospende i progetti - “Il delegato dell'Ambasciata di Croazia in Italia Llija Zelalic ha annunciato la sospensione dei progetti per le piattaforme per la ricerca del petrolio nel mare Adriatico, chiedendo all'Italia di adottare una risoluzione in tal senso”, scrivono i parlamentari no triv del Pd. In questo periodo in Croazia è in pieno svolgimento la campagna elettorale per le consultazioni politiche.
L’Assomineraria: sciocchezze, la Croazia non sospende i progetti - Non c'è "nessuna conferma ufficiale" dello stop della Croazia ai progetti per la ricerca di idrocarburi in Adriatico. Lo afferma in una nota Assomineraria, con riferimento alla dichiarazione della delegata dell'Ambasciata croata in Italia, Lilija Zelalic. "Da una verifica presso le autorità competenti della Croazia non si riscontra alcuna conferma ufficiale di quanto affermato dal delegato".
Bratti del Pd - I deputati del Pd chiedono la revisione dell'articolo 38 dello Sblocca Italia, quello sulle trivellazioni. Sono circa una trentina e hanno presentato un'interpellanza alla Camera. Primo firmatario è Alessandro Bratti, presidente della commissione Ecomafie. La richiesta fatta nell'interpellanza riguarda, tra l'altro, la revisione dell'art. 38 dello Sblocca Italia e la salvaguardia dell'ambiente marino.
Il M5S dell’Emilia Romagna - La Croazia dice no a nuove attività estrattive di fronte alle sue coste e in Italia il Movimento 5 stelle esulta: “Un calcio nei denti dei fan nostrani degli idrocarburi”, da Romano Prodi a Matteo Renzi, sottolineano l'europarlamentare Marco Affronte e il consigliere regionale in Emilia-Romagna, Andrea Bertani. Bertani trova “saggia” la scelta della Croazia, in quanto tutela mare, pesca e turismo, mentre “la miopia di chi vuol continuare a mettere a repentaglio la salute del mare è incomprensibile”. Il buonsenso può prevalere, conclude, “a patto che i politici che prendono le decisioni siano onesti e disinteressati”.
Sondaggio fra i Croati - Secondo Legambiente, metà della popolazione della Croazia è contraria alle perforazioni in mare, la Slovenia le ha già vietate e le stesse compagnie petrolifere in Croazia rinunciano ai permessi per la mancata convenienza economica delle estrazioni. In questo periodo in Croazia l’utilizzo delle risorse nazionali è uno dei temi di confronto della campagna elettorale e nei giorni scorsi a Spalato si sono incontrati i rappresentanti di associazioni di Albania, Croazia, Montenegro, Slovenia e Italia che aderiscono al network Sos Adriatico. Secondo un sondaggio commissionato da Sos Adriatico e condotto dalla società di indagini di opinione Ipsos Puls, in ottobre su un campione di 1000 croati il 49,4% è contrario allo sfruttamento del petrolio in Adriatico, il 37,9% è a favore, mentre il 12,7% non sa; in Dalmazia la percentuale dei contrari sale al 56% mentre solo il 31% è favorevole.