La Cassazione torna a pronunciarsi sulla qualificazione giuridica di imballaggio
La direttrice Salvestrini: “Soddisfazione per la decisione dalla Cassazione che blocca il doppio pagamento del contributo per le imprese”
La Suprema Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sulla qualificazione giuridica di imballaggio raccogliendo la soddisfazione della direttrice di PolieCo Claudia Salvestrini (nella foto): questa volta è la prima sezione civile ad esprimersi, confermando ed applicando il principio giuridico già enunciato dalla precedente sentenza della seconda sezione civile. Con la nuova decisione 22 gennaio 2024, n. 2145, infatti, la Corte conferma il principio che non si possa dare imballaggio se il “contenitore “, non contenga la merce. Ciò anche, e specialmente, nel caso di contenitori utilizzati dall’impresa nel ciclo di produzione.
Il commento di Polieco
«Si consolida ulteriormente la giurisprudenza che vuole fare chiarezza sul punto eliminando un odioso contenzioso – già oggetto dell’attenzione del legislatore che, modificando l’articolo 237 comma otto del testo unico ambientale – proprio per evitare che una impresa potesse essere soggetta per due volte all’obbligo di pagamento del contributo ambientale». «Un sollievo – afferma Salvestrini – per le tante imprese che si sono viste negli anni versare da richieste di contributi esosissimi, per un bene che non era imballaggio, che non sarebbe mai finito nel ciclo dei rifiuti urbani. Per questi beni – spiega il direttore generale – era già stato pagato il dovuto con contributo ambientale al consorzio Polieco che aveva provveduto al riciclaggio, rispettando gli obiettivi dati dal ministero dell’ambiente». Salvestrini conclude: «Una grande soddisfazione per il PolieCo sempre più baluardo a favore delle imprese contro un’applicazione burocratica e punitiva delle esposizioni ambientali».