Creata la prima vertical farm acquaponica italiana a emissioni zero
Si tratta di una torre circolare alta circa 5 m, che occupa una superficie di poco meno di 4 mq, sulla cui sommità si trova un generatore eolico ad asse verticale. Al suo interno è collocato l’impianto di produzione acquaponico
Rendere le nostre città più resilienti e sostenibili in ambito alimentare ed energetico attraverso l’adozione su larga scala di vertical farm. È l’obiettivo della ricerca di Matteo Benvenuti, giovane ingegnere e progettista, che da circa quattro anni lavora sul tema con il supporto dell’Università di Perugia e grazie ad una borsa di studio della Regione Umbria.
Il primo prototipo e la start up - Presentata in numerosi contesti e conferenze, la ricerca ha riscosso un discreto interesse da parte di molte persone e aziende, senza tuttavia trovare una sua occasione realizzativa. Occasione che, con determinazione e un pizzico di incoscienza, è stata creata insieme ad un piccolo gruppo di amici. “Definito il progetto e il budget per lo sviluppo di un primo prototipo italiano di Vertical farm acquaponica, a novembre 2014 - ha spiegato il ricercatore - siamo partiti. Sono stati cinque mesi di duro lavoro, notti insonni ed errori ma anche di successi, tanto che il primo maggio 2015 siamo riusciti a terminare il lavoro e a far partire l’impianto della prima vertical farm acquaponica a zero emissioni e energeticamente autosufficiente tutta italiana”.
La prima vertical farm acquaponica a emissioni zero - Si tratta di una torre circolare (per la precisione un iperboloide) alta circa 5 metri, che occupa una superficie di poco meno di 4 meri quadri, sulla cui sommità si trova un generatore eolico ad asse verticale. Al suo interno è collocato l’impianto di produzione acquaponico (acquacultura unita all’idroponica), che consente di coltivare 400 piante e allevare 10 kg di pesce contemporaneamente. Una volta a regime si potranno coltivare fino a 4000 piante/anno (dipende dalla specie coltivata) e dai 10 ai 20 kg di pesce all’anno. Il progetto tende a fare di più con meno, a ridurre l’impatto ambientale (il 90% dei materiali è riciclabile) e creare un sistema a ciclo chiuso che minimizzi la produzione di rifiuti e l’utilizzo di risorse.
Impianto ibrido - A tale scopo la farm è dotata di un impianto ibrido fotovoltaico-eolico ad accumulo che le consente di funzionare in quasi completa autonomia, mentre al suo interno è presente un sistema di monitoraggio e gestione, basato sulla tecnologia Arduino, che permette di monitorare i valori dell'impianto e di controllarne le varie parti anche attraverso un ipad. Altre caratteristica della struttura sono la scalabilità e la facilità (e rapidità) di montaggio, caratteristiche che la rendono facilmente adattabile alle diverse situazioni in cui può essere installata.
La smart grid agroalimentare - Il prototipo è un “laboratorio in divenire” , imperfetto per definizione, ma che ci permetterà di raccogliere numerosi dati ed informazioni sulla costruzione, la gestione, la produttività e la sostenibilità ambientale di una vertical farm, tanto da farci comprendere meglio i processi costruttivi e gestionali e i vari scenari di sostenibilità economica che guideranno le prossime realizzazioni. Infatti, l'intenzione è quella di poter sviluppare altre strutture simili che consentano di ridurre le miglia alimentari e di creare una smart grid agroalimentare urbana.
Il video di presentazione del progetto lo trovi qui.