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Missione sul Monte Rosa. Prelevato il ghiaccio più antico delle Alpi: sarà conservato in Antartide

where Venezia when Mer, 16/06/2021 who roberto

La missione “Ice memory”  di CNR, Università Ca’ Foscari Venezia e PSI (Svizzera) ha estratto due carote di ghiaccio di oltre 80 metri dal Colle Gnifetti, a 4500 metri di quota

Missione riuscita per il progettoice-memory-monte-rosa0.jpeg internazionale Ice Memory sul Monte Rosa. Lavorando sul ghiacciaio Gorner per cinque giorni a 4.500 metri di quota, gli scienziati hanno prelevato due carote di ghiaccio superficiali e due carote profonde oltre 82 metri. Nel segmento più vicino alla roccia, il campione potrebbe contenere informazioni sul clima e l'ambiente fino a 10mila anni fa. Se le analisi lo confermeranno, significherebbe che in Antartide, dove verrà trasferito in una sorta di archivio dei ghiacci,  sarà conservato il ghiaccio più antico dell'arco alpino. La missione è stata organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con il centro di ricerca svizzero Paul Scherrer Institut.
 
Obiettivi del programma
Ice Memory è un programma internazionale che ha l’obiettivo di fornire, per le decadi e i secoli a venire, archivi e dati sulla storia del clima e dell’ambiente fondamentali non solo per la scienza, ma anche per le politiche per la sostenibilità e il benessere dell’umanità. Per questo, ha l’obiettivo di creare in Antartide una “biblioteca” dei ghiacci: un archivio di campioni provenienti dai ghiacciai attualmente in pericolo di ridursi o scomparire.
 
La missione
Il team è partito il  1° giugno da Alagna Valsesia, in provincia di Vercelli, ai piedi del Rosa. I ricercatori si sono acclimatati per due notti al rifugio Capanna Gnifetti, a 3.600 metri di quota, per poi salire al Colle Gnifetti per il carotaggio profondo. Oggi il rientro ad Alagna con i campioni da analizzare e preservare. Per tutta la durata della missione, gli scienziati hanno alloggiato a Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa, edificato su una vetta rocciosa 128 anni fa proprio per contribuire alla ricerca scientifica nel campo della fisiologia prima e poi anche nella climatologia e nelle scienze ambientali. Grazie al supporto di Rifugi Monterosa al progetto, Capanna Margherita è stata aperta appositamente per ospitare gli scienziati. Riaprirà dalla seconda metà di giugno per accogliere gli alpinisti.
 
Il ghiacciaio
Il ghiacciaio Gorner è il secondo ghiacciaio più esteso dell’arco alpino. Con un’area di circa 40[lg1]  km2, si estende dai 2190 fino ai 4600 metri sul livello del mare. A fronte della sua estensione, nel 2017 è stato calcolato un volume di circa 4.9 chilometri cubi. Dalla metà dell’800, il ghiacciaio ha perso circa il 40% della sua area, a seguito di un ritiro della sua fronte pari a circa 3,3 chilometri.
Il team era composto da Margit Schwikowski (Psi), Theo Jenk (Psi), Francois Burgay (Psi), Jacopo Gabrieli (Cnr/Ca’ Foscari), Fabrizio de Blasi (Cnr/Ca’ Foscari), Andrea Spolaor (Cnr/Ca’ Foscari), Paolo Conz (guida alpina), Sabine Harbeke (ZHdK, PolARTS project), Riccardo Selvatico (videomaker). La missione sul Monte Rosa è stata finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (con il Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca, Fisr) e dal Paul Scherrer Institut.
 
Le dichiarazioni
“La spedizione è stata un successo: il team ha estratto due carote di ghiaccio profonde oltre 80 metri da un sito importantissimo perché mantiene le informazioni del clima e dell’ambiente degli ultimi 10mila anni - afferma Carlo Barbante, direttore Cnr-Isp e professore a Ca’ Foscari -. Il team ha lavorato bene nonostante le condizioni molto dure, con giorni di vento forte e neve. Ora questo prezioso archivio della storia climatica delle Alpi potrà essere conservato per il futuro”.
“Ice Memory rappresenta per Ca' Foscari una delle attività sul campo più significative - commenta Tiziana Lippiello, rettrice dell’Università Ca’ Foscari Venezia - . Il nostro Ateneo è stato fra i primi a impegnarsi nello studio dei cambiamenti climatici e delle loro ricadute in diversi ambiti (economico, scientifico, sociale, culturale). Questo tema rappresenta oggi una vera e propria emergenza. Per affrontarla, comprendendone le cause ed elaborando possibili soluzioni, c'è bisogno sia della ricerca che della didattica. Con il progetto Ice Memory, Ca' Foscari è pronta a dare un contributo rilevante insieme al Cnr e agli altri partner internazionali”.
“Ice Memory è un progetto transgenerazionale che coinvolgerà quelli che oggi sono bambini e un domani diventeranno scienziati – afferma Fabio Trincardi, direttore del dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del Cnr – : se perdessimo archivi come questo, se ne andrebbe la memoria di come l’uomo ha alterato l’atmosfera. Cerchiamo di preservarla per chi la studierà quando noi non ci saremo”.
 

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