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​Sotacarbo, un'alleanza con la Cina per la ricerca sull'energia pulita

where Cagliari when Lun, 10/11/2014 who michele

Siglato protocollo d'intesa fra Sotacarbo e Cers (China Energy Research Society) che prevede lo sviluppo di diverse attività in comune per un periodo iniziale di 5 anni

Un'alleanza scientifica fra Sardegna e Cina per potenziare l'attività di ricerca nei settori dell'energia e dello sviluppo sostenibile, in particolare sull'uso sostenibile di combustibili fossili.
La sancisce il protocollo d'intesa sottoscritto fra Sotacarbo e Cers (China Energy Research Society) e approvato dall'Assessorato alla Programmazione della Regione Sardegna e dall'Ambasciata cinese in Italia, che prevede lo sviluppo di diverse attività in comune per un periodo iniziale di 5 anni.
“La fase dell'estrazione del carbone in Sardegna, che così come era concepita finora, è chiaramente chiusa, ha lasciato nella nostra terra competenze, esperienze e know-how che ora dobbiamo utilizzare per stringere partnership tecnologiche con Paesi come Cina e Stati Uniti che sul carbone puntano moltissimo, soprattutto in chiave di energia pulita per il futuro - dice l'assessore regionale a Programmazione e Bilancio Raffaele Paci -. Senza essere autoreferenziali siamo consapevoli che quelle competenze rappresentano una risorsa decisiva per indirizzare l'utilizzo globale delle fonti fossili su binari sostenibili. Dobbiamo dunque studiare e sviluppare nuove tecnologie in Sardegna - conclude Paci - per venderle nel resto del mondo".
Tra i vari temi di ricerca individuati, che saranno oggetto della collaborazione, si possono segnalare le tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2, l'ossi-combustione, l'efficienza energetica e le energie rinnovabili. Ambiti eterogenei e diversificati, ma in linea con le innovative linee di attività del nuovo Polo Tecnologico per l'energia pulita e con i relativi programmi di sviluppo definiti a livello nazionale e regionale. L'accordo di collaborazione scientifica tra Sotacarbo, che dal 1989 rappresenta l'Italia nel Clean Coal Centre dell'Agenzia internazionale per l'Energia, e Cers è il primo sottoscritto nell'ambito delle attività del nuovo Polo tecnologico e certifica l'importanza a livello internazionale delle attività svolte nell'ex miniera di Serbariu a Carbonia nel Centro di ricerche Sotacarbo. Le relazioni avviate con il mondo industriale e della ricerca cinese seguono un percorso analogo a quello appena avviato da Sotacarbo col Department of Energy (Doe) degli Stati Uniti, che solo un mese fa ha incontrato a Washington i vertici aziendali per porre le basi per definire termini e contenuti di una futura collaborazione. “Oggi a Shangai c'è un meeting internazionale importantissimo e, per evitare picchi di inquinamento, abbiamo dovuto fermare metà parco macchine e chiudere metà industrie - dice il presidente del Cers Yu Xinyang - . Ma queste iniziative non possono essere la soluzione. Sono accordi come quelli di oggi che tracciano la strada per risolvere il problema dell'inquinamento a lungo termine”.
L'8 agosto scorso, il Mise, la Regione, Enea e Sotacarbo hanno firmato un accordo per un programma decennale nel nuovo polo di eccellenza sull'energia pulita. Partner del calibro del Cers, di Shenhua o del Doe garantiscono che l'eccellenza promessa dal neonato Polo tecnologico del Sulcis non resti una chimera ma abbia concretizzazione immediata. “L'accordo sottoscritto con il supporto della Giunta regionale con la China Energy Research Society è il primo passo concreto verso l'internalizzazione del Centro Ricerche Sotacarbo - dice il presidente di Sotacarbo Mario Porcu -. L'attenzione dei maggiori gruppi industriali della Cina è un riconoscimento della validità dell'impostazione tecnologica e strategica voluta dalla Società, e evidenzia la capacità attrattiva, nei confronti di importanti investitori stranieri, dei progetti di ricerca avviati da Sotacarbo nel Polo tecnologico dell'Energia pulita”.
La Cina basa il suo sistema elettrico sul carbone ed è il secondo produttore mondiale di CO2. È comunque prevista una diminuzione percentuale nell'uso di questa fonte, che però aumenterà in quantità e rimarrà, comunque, la principale del paese asiatico. Pur non avendo sottoscritto il protocollo di Kyoto, la Cina partecipa alle principali iniziative internazionali finalizzate all'incremento dell'efficienza di conversione energetica degli impianti di produzione elettrica e alla riduzione delle emissioni della CO2.