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Animalìe. L’allarme del Wwf: “Dalla scomparsa delle specie alla nostra estinzione il passo è breve”

where Roma when Lun, 19/02/2024 who roberto

Nuovo appello dell’associazione ecologista: un report sul legame tra natura, specie animali e la nostra sopravvivenza per dare il via alla nuova campagna Our Nature

Clima, salute, sicurezza alimentarewwf.png: per proteggere l’umanità i migliori alleati sono le specie animali, tra cui pipistrelli, insetti, avvoltoi, balene, squali, elefanti, leoni, tigri, lupi, quasi tutti minacciati in vario modo purtroppo dall’uomo stesso. La perdita di una specie causa, infatti, un effetto “domino”, che favorisce l’estinzione di altre o il degrado degli ecosistemi che da questa dipendono con danni che si ripercuotono fino noi umani. Lo ricorda il Wwf, secondo il quale “stiamo vivendo la sesta estinzione di massa, a causa del tasso di scomparsa di specie così accelerato da provocare un vertiginoso crollo della biodiversità. Rivoluzione industriale, crescita della popolazione ed espansione delle città hanno accelerato gli impatti sulla biodiversità: oggi si stima un tasso di estinzione mille volte superiore al tasso di estinzione naturale”. Il Wwf ha lanciato la campagna Our Nature ricordando che la nostra specie è ancora in tempo per scegliere il finale del nostro cammino evolutivo: estinguersi o convivere con la natura in un rapporto di coesistenza e collaborazione.
 
Il nuovo rapporto
Il nuovo report, dal titolo “Effetto domino: salvare le specie per non estinguerci” afferma che il 35% della produzione agricola è legata all'impollinazione da parte degli insetti (api, farfalle, falene, bombi, coleotteri) ma in Europa e Nord America quasi il 50% delle specie esistenti è in grave declino e un terzo è in pericolo di estinzione. I minuscoli alleati come le formiche e gli altri artropodi contribuiscono alla degradazione della materia organica e alla mineralizzazione del suolo. E sempre in materia di sicurezza alimentare, secondo l’associazione un'altra minaccia arriva dal degrado della qualità del suolo,” che ha colpito un terzo della superficie terrestre, causato da deforestazione, sfruttamento dell'agricoltura industriale, inquinamento ed effetti della crisi climatica. Dal 1950 a oggi, oltre il 35% dei terreni adatti alle colture è stato degradato. A questo si aggiunge la perdita di capacità del suolo, depauperato o privato dei suoi organismi, di svolgere un’importante funzione di assorbimento della CO2”.
 
Le malattie
Tornando alle specie, i pipistrelli che si nutrono di frutti, tipici di alcune foreste tropicali, aiutano a rigenerare in modo naturale il loro ambiente, grazie ad un incessante opera di diffusione dei semi: senza di essi le foreste diventano più vulnerabili e meno produttive con conseguenze negative anche per il sostentamento delle popolazioni umane locali. La perdita di biodiversità può farci ammalare. Ce lo hanno mostrato la diffusione della pandemia da Covid o di altre malattie trasmesse da patogeni che hanno colpito l’uomo “come conseguenza – secondo il Wwf - della distruzione degli ecosistemi e dell’insostenibile gestione delle specie”.
Il report afferma anche “il ruolo degli avvoltoi, senza i quali prende piede con più facilità la diffusione dei patogeni, come è già accaduto in Asia, dato che le carcasse di cui si nutrono possono favorire la diffusione di malattie come la rabbia e altre infezioni. Se il continente africano perdesse tutti i suoi elefanti, si esaurirebbe anche la capacità di stoccaggio di 3 miliardi di tonnellate di carbonio, il principale responsabile dei cambiamenti climatici in atto: i pachidermi della foresta tropicale africana hanno, infatti, una predilezione per le piante e alberi a crescita rapida mentre trascurano quelle ad accrescimento più lento le quali, avendo un’alta densità di legno, favoriscono un elevato stoccaggio di carbonio”.
 
Il ruolo dei predatori
Senza lupi nei nostri boschi mancherebbe quel freno alla pressione sulla vegetazione creata da tutti gli ungulati erbivori, come cervi e caprioli, che si nutrono di germogli e plantule, e come i cinghiali, la cui eccessiva presenza in numerosi contesti abbassa enormemente la biodiversità della vegetazione nel sottobosco, con la conseguente riduzione della capacità di rigenerazione degli ambienti boschivi. Un ecosistema forestale ben funzionante regola il deflusso delle piogge, raccoglie e filtra l’acqua delle precipitazioni, riducendo il carico di inquinanti e fornendo acqua potabile. Quando le capacità ecologiche delle foreste si esauriscono, l’acqua diventa anche un pericoloso vettore di patogeni. Molte specie di organismi filtratori, come ad esempio le cozze di acqua dolce, che contribuiscono alla qualità dell’acqua che beviamo, si sono già estinti o sono letteralmente sul baratro dell’estinzione.
Anche la funzione della mitigazione dei cambiamenti climatici fornita dagli oceani è favorita dai loro abitanti, dai più maestosi come balene, squali, tonni, fino al minuscolo fitoplancton.
 
In fondo al mar
Quando una balena muore, il carbonio contenuto nel suo corpo va a stoccarsi sul fondo degli oceani: si calcola che ogni grande balena sia capace di sequestrare in media 33 tonnellate di CO2. Vivono solo un quarto delle balene una volta presenti sul pianeta. Stessa funzione per il fitoplancton, la base dell’intero sistema alimentare degli oceani che fornisce almeno il 50% di tutto l’ossigeno in atmosfera: questo insieme di microscopiche creature è in grado di sequestrare circa 37 miliardi di metri cubi di CO2 l’anno, circa il 40% di tutta quella prodotta. Anche i tanto perseguitati squali e razze sono nostri alleati per il clima poiché sequestrano anche loro carbonio sui fondali una volta morti, e la loro cattura su scala globale impedisce di stoccare negli oceani fino a 5 milioni di tonnellate di carbonio. A questo contributo prezioso si aggiungono anche il trasporto di nutrienti essenziali per la crescita del fitoplancton grazie alle loro migrazioni verticali e orizzontali e la riduzione della pressione degli erbivori del mare come dugonghi e tartarughe. Altri grandi migratori degli oceani, i tonni rossi, oltre allo stoccaggio di CO2, mantengono l'equilibrio della catena alimentare, rilasciano azoto con gli scarti (escrementi) che agisce da fertilizzante naturale per il fitoplancton. Persino le simpatiche lontre di mare, che vivono nelle foreste di kelp, grandi alghe oceaniche, hanno una funzione regolatrice del clima poiché tengono sotto controllo le popolazioni degli invertebrati erbivori marini (ricci, bivalvi) con effetti positivi su un ecosistema fragile, le foreste di kelp appunto, che ha elevate capacità di stoccaggio del carbonio.
 
La campagna Our Nature
Dice il Wwf: “Tutte le azioni e i progetti della campagna puntano a potenziare la protezione e il restauro degli habitat, a rafforzare la protezione e il ripristino di specie chiave diffondendo anche la conoscenza del ruolo essenziale della natura terrestre e marina e dei loro servizi per il benessere e la sopravvivenza della specie umana. Con la campagna il Wwf vuole contribuire all’ambizioso obiettivo di zero perdita di specie e habitat naturali entro il 2030. Grazie al supporto di cittadini, volontari, comunità locali e della comunità scientifica, la campagna sarà il motore di una grande azione collettiva per non erodere il capitale naturale e garantire così la nostra sopravvivenza”.
 
Le iniziative
Nel solco della campagna brand “Il Panda siamo noi”, le attività di Our Nature del 2024 comprendono eventi, mostre, dibattiti, attività di citizen science, volontariato, sostegno a numerosi progetti di conservazione in Italia, comprese le 100 Oasi Wwf, ripristino degli ambienti naturali e rafforzamento delle popolazioni di specie chiave come il cervo italico, sostegno ai progetti in difesa di tigre, elefante, leopardo delle nevi, lotta ai crimini di natura nel mondo. In occasione dell’estate scenderà in campo la GenerAzioneMare con le sue numerose iniziative tra cui le Vele del Panda per la ricerca sulla megafauna del Mediterraneo, il monitoraggio sulle tartarughe, i progetti di ricerca e salvaguardia degli squali, la pulizia di spiagge e fondali da plastiche e attrezzi fantasma, alla community di Wwf Sub, le attività con le comunità dei pescatori artigianali per una pesca più sostenibile e le Aree marine protette per una protezione efficace del Mediterraneo. Il primo appuntamento pubblico si è svolto dal 12 al 17 marzo a Roma nel complesso monumentale dell’Acquario Romano con una mostra di immagini dei fotografi Alessandro Dobici, Alberto Cambone e Roberto Isotti.
 
Per saperne di più: https://www.wwf.it/cosa-facciamo/cam...

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