torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Il dilemma dell’emissione zero. La Ue si prepara alla rivoluzione dell’auto elettrica

where Strasburgo (Francia) when Lun, 13/06/2022 who roberto

Pareri divisi sul divieto di produrre e vendere auto a combustione dal 2035; per l'Italia la spinta ai veicoli elettrici porterebbe grandi benefici ma c’è chi teme per la “motor valley”

Il Parlamento europeo ha licenziatoauto-elettriche-inquinano.jpg il pacchetto Fit for 55 per tagliare le emissioni di gas serra, esprimendosi anche sullo stop alla vendita di auto benzina e diesel dal 2035. Un voto che, come ha detto la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, è "decisivo".  L’Unione Europea ha deciso di fermare dal 2035 la vendita di auto nuove che emettono anidride carbonica allo scarico. In altre parole, conta solamente il punto di emissione del motore.

 
La parola ora ai Governi
La proposta dovrà adesso andare all’esame dei Governi, all’interno dei quali si troverà probabilmente maggiore consapevolezza delle difficoltà produttive, infrastrutturali, economiche e sociali legate a questa impostazione radicale. A seguire si aprirà un tavolo di trattativa tra Consiglio europeo (espressione dei Governi), Commissione e Parlamento che potrebbe apportare modifiche anche consistenti.
Ci sono però emissioni di polveri fini comuni a tutti i veicoli, anche elettrici o a idrogeno, emissioni dovute alle polveri dell’attrito delle gomme con l’asfalto e dei freni. Non viene considerato l’impatto delle vetture elettriche o a idrogeno, impatto spostato altrove, cioè alla produzione dell’idrogeno o dell’elettricità. Non c’è alcuna agevolazione per i combustibili a impatto climatico zero, come i biocarburanti o i carburanti di sintesi. Così si dividono le opinioni di chi vuole proteggere l’ambiente.
 
I timori per la motor Valley
Per l'Italia la spinta ai veicoli elettrici porterebbe grandi benefici ma c’è chi teme per la “motor valley” delle centinaia di aziende dell’indotto dei motori. A oggi almeno il 25% di tutti i gas serra in Europa proviene dai trasporti. Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l'Ue ha preparato il pacchetto Fit for 55 che - tra le altre cose - prevede che nel 2030 le case automobilistiche debbano ridurre le emissioni delle auto nuove del 55% e nel 2035 del 100%. I veicoli elettrici migliorano la qualità dell'aria grazie alle emissioni inferiori, ma tutti hanno un'impronta di carbonio se non altro legata al processo di produzione e a quello di riciclo dei materiali.  In questo senso, il nuovo regolamento Ue sulle batterie dovrebbe garantirne la sostenibilità sociale e ambientale.
 
I numeri della mobilità elettrica in Italia
In Italia, le immatricolazioni di veicoli elettrici nel 2021 sono state 137.283 (oltre il 9% delle vendite totali). Attualmente sono 225mila i punti di ricarica in tutta Europa, secondo l'Acea, un numero ancora lontano dall'obiettivo del Green Deal europeo di 1 milione di punti di ricarica entro il 2025 e 3,5 milioni entro il 2030.
Secondo i dati di Motus-E, nel 2021 i punti di ricarica in Italia sono aumentati del 35% rispetto al 2020: al 31 dicembre 2021 risultavano installati 26.024 punti di ricarica e 13.233 infrastrutture (stazioni o colonnine) in 10.503 luoghi accessibili al pubblico.
Nel 2017 l'Ue ha lanciato la European Battery Alliance (Eba) per produrre le batterie agli ioni di litio che alimenteranno la transizione dai combustibili fossili ai veicoli elettrici. Attualmente ci sono sei gigafactory che operano nell'Ue e altre 30 sono previste per il 2025-2030 per spingere una produzione che fin qui rappresenta solo l'8% della quota mondiale, passando da 62 GWh a 664 gigawattora entro il 2030. L'Italia dovrebbe avere almeno tre gigafactory entro la stessa data: Faam/Fib a Monterubbiano (Marche), Acc Italy a Termoli (Molise) e Italvolt a Scarmagno (Piemonte), per un totale di 94 gigawattora.
 
Le reazioni di Federauto, Lega, CEP, Assogasmetano
Federauto sostiene, in linea di principio, gli obiettivi e le ambizioni politiche generali del pacchetto Fit for 55, tuttavia, Federauto “è convinta che per raggiungere i traguardi climatici sia necessario un approccio più realistico, che tenga conto degli interessi di tutti gli stakeholder e dei consumatori, basato su di un mix tecnologico che abbracci tutte le soluzioni tecnologicamente compatibili. La decarbonizzazione del trasporto su strada non dovrebbe essere socialmente ed economicamente dirompente. I recenti sviluppi come la pandemia e la guerra in Ucraina – dice Federauto - hanno aumentato le incertezze e le insicurezze. I prezzi delle materie prime e dell'energia sono in crescita e la dipendenza da poche fonti di approvvigionamento pone rischi critici per l’intera filiera automotive. L'elettrificazione della mobilità può aiutare a ridurre le importazioni di combustibili fossili a lungo termine, ma allo stesso tempo comporta il rischio di creare nuove dipendenze da materie prime e batterie, mantenendo la creazione di valore al di fuori dell'Europa”. Contrari alla decisione europea nota gli europarlamentari Lega Marco Campomenosi (capo delegazione Lega) e Marco Zanni. Scrivono in una nota congiunta: “La messa al bando di auto a motore a scoppio dal 2035 è una follia. Dall’Ue e dalla sua maggioranza di sinistra, sempre più distanti dalla realtà, uno schiaffo a migliaia di aziende e milioni di lavoratori italiani ed europei, già alle prese con gli effetti della crisi pandemica e della guerra e oggi sacrificati sull’altare dell’ideologia green, senza che ciò porti alcun vantaggio nella tutela dell’ambiente, dal momento che con questo provvedimento si favoriscono i grandi inquinatori come la Cina, della quale grazie all’Ue saremo ancora più dipendenti. È triste che il Pd esulti per questa mazzata da loro inferta ai lavoratori italiani. Dall’esito del voto è chiaro che meccanismi e ricatti di Verdi e sinistra sui quali si regge la maggioranza non sono più sostenibili dalla parte del Ppe che più deve fare i conti con il malessere delle categorie produttive e dei cittadini: registriamo con favore la loro presa di distanza. La Lega ha votato convintamente contro, a tutela delle imprese e di settori fondamentali della nostra economia: non saremo complici di questo scempio”.
Il think tank Centres for European Policy Network (Cep) esprime invece alcune valutazioni riguardanti la sessione plenaria dell'8 giugno, in cui il Parlamento Europeo non è riuscito a raggiungere un consenso sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (Ets) e ha rinviato alle commissioni competenti le proposte legislative sul Fondo sociale per il clima e sul meccanismo di aggiustamento delle frontiere per il carbonio (Cbam).
Il Cep esprime un giudizio piuttosto critico circa gli attuali sviluppi nel Parlamento europeo relativi al dossier “Fit for 55”, non solo per il ritardo che ne conseguirà nelle procedure legislative centrali della futura politica climatica dell'UE. In particolare, l'effettiva riduzione complessiva delle emissioni di CO2 attraverso lo scambio di quote di emissione rimane fondamentale e il Parlamento dovrebbe approvare rapidamente una riforma del sistema Ets dell'Ue che preveda anche l'introduzione del sistema Ets 2 per il trasporto stradale e gli edifici. Inoltre, la protezione del clima richiede la protezione dell'industria di esportazione dell'Ue. Infine, sarebbe auspicabile una maggiore apertura tecnologica invece di eliminare gradualmente il motore a combustione interna, soluzione che minaccerebbe di portare a dei tagli netti nella politica industriale.
Secondo Assogasmetano la decisione europea “nega di fatto il principio di neutralità tecnologia ed il concetto di sostenibilità ambientale. Tale decisione parte dalla posizione, ideologica e smentita dalla realtà, che i veicoli elettrici siano a zero emissioni, indicando come metodo di valutazione le emissioni allo scarico. In tal modo dimentica di calcolare il reale impatto di un veicolo elettrico sull’ambiente, non solo per la produzione di energia elettrica per la sua alimentazione (solo in parte prodotta con le energie rinnovabili e, seppure in parte minore, ancora col carbone) ma anche delle emissioni di CO2 dal momento della sua costruzione fino al suo smaltimento (di cui le emissioni allo scarico sono solo una parte)”.
“Nel corso degli ultimi anni – sottolinea il presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo – abbiamo evidenziato come il biometano, una delle eccellenze italiane, debba essere considerato uno strumento di straordinaria importanza per raggiungere gli obiettivi imposti dal pacchetto Fit for 55, essendo una fonte rinnovabile, con emissioni LCA che possono essere addirittura negative, immediatamente utilizzabile per l’alimentazione dei veicoli e addirittura miscelabile con alte percentuali di idrogeno senza la necessità di effettuare alcun intervento di natura tecnica”.
 
L'analisi del Cep: https://www.cepitalia.eu/press-and-e...

immagini
auto-elettriche