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Green economy/2. Nel settore 3 milioni di posti di lavoro. Italia leader

where Roma when Lun, 02/11/2015 who roberto

Rapporto Green Italy con Symbola. La green economy rappresenta 102 miliardi di valore aggiunto. Il confronto fra i Paesi europei vede prima l’Italia. Leader nel riciclo con il Conai. I mestieri più richiesti

A parità di valore prodotto, le aziendegreen-economy_0.jpg italiane utilizzano meno materie prime e meno energia rispetto alla media europea. Alla nostra green economy si devono 102,497 miliardi di valore aggiunto - pari al 10,3% dell'economia nazionale - e 2 milioni 942mila green jobs, ossia occupati che applicano competenze verdi. Una cifra che corrisponde al 13,2% dell'occupazione complessiva nazionale ed è destinata a salire ancora entro dicembre. Dalla green Italy, infatti, arriveranno quest'anno 294.200 assunzioni legate a competenze green: il 59% della domanda di lavoro. Sono queste le cifre più importanti della green economy in Italia secondo GreenItaly 2015, il sesto rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai, che misura e pesa la forza della green economy nazionale.
Italiani più bravi - Tra i dati presentati, quelli di Eurostat certificano che le imprese italiane, con 337 chili di materia prima ogni milione di euro prodotto, non solo fanno molto meglio della media Ue, che si attesta sui 497 kg, ma si piazzano seconde tra quelle delle grandi economie comunitarie dopo le britanniche (293 kg), davanti a Francia (369), Spagna (373) e ben avanti alla Germania (461).
Le 372mila imprese - Secondo il rapporto, un'impresa su quattro dall'inizio della crisi ha scommesso su innovazione, ricerca, design, qualità e bellezza sulla green economy. Sono infatti 372.000 le aziende italiane (ossia il 24,5% del totale) dell'industria e dei servizi che dal 2008 hanno investito, o lo faranno quest'anno, in tecnologie green per ridurre l'impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2.
Gli investimenti verdi - Quest'anno, incoraggiate dai primi segnali della ripresa, 120mila imprese hanno investito green, o intendono farlo entro dicembre, il 36% in più rispetto al 2014. E in termini di risultati, nei bilanci, nell'occupazione e nelle performance ambientali del Paese, che rendono l'Italia, nonostante i tanti problemi aperti, il leader europeo in alcuni campi dello sviluppo sostenibile.
Realacci - Secondo il presidente di Fondazione Symbola, Ermete Realacci: “puntando sul green non solo il made in Italy ha coniugato qualità, tradizioni, innovazione e competitività, ma ha aperto la via dell'economia circolare. Un nuovo modello di sviluppo, che somiglia molto a quell'economia a misura d'uomo, che rifiuta lo scarto. Un'economia in cui un'Italia che fa l'Italia è già in campo, che è strategica anche per il Pianeta e può rappresentare il nostro contributo alla Cop21 di Parigi”.
“L'evoluzione ecosostenibile di una buona parte del nostro sistema produttivo è stata funzionale alla crescita della qualità delle nostre produzioni e della loro capacità competitiva”, evidenzia il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello.
All’estero - Le aziende della green Italy hanno infatti un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo italiano: esportano nel 18,9% dei casi, a fronte del 10,7% di quelle che non investono nel verde. Nella manifattura il 43,4% contro il 25,5%. E sono più presenti nei mercati extra-europei. Le imprese green innovano di più delle altre: il 21,9% ha sviluppato nuovi prodotti o servizi, contro il 9,9% delle non investitrici. Spinto da export e innovazione, il fatturato è aumentato, fra 2013 e 2014, nel 19,6% delle imprese che investono green, contro il 13,4% delle altre. Percentuali che nel manifatturiero salgono al 27,4% contro il 19,9%. Dalla fine del 2014, il 51% delle Pmi italiane ha almeno un green job, più che nel Regno Unito (37%), Francia (32%) e Germania (29%).
Risparmio di energia - Analoga dinamica si regista anche per l'energia utilizzata. L'Italia è seconda tra i big player europei, dietro al solo Regno Unito. Dalle 17 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro del 2008 siamo passati a 15. La Gran Bretagna ne brucia 12, la Francia 16, Spagna e Germania 18.
Il Nord guida - La green Italy è diffusa in modo piuttosto uniforme lungo tutto lo Stivale, ma trova nel Nord del Paese il suo punto di forza. Più nel dettaglio, la Lombardia è la regione che guida la classifica regionale per numero delle imprese green, con quasi 71.000 casi che rappresentano poco meno di un quinto del totale. Seguono a distanza Veneto e Lazio, che si attestano sulle quote di 34.770 e 31.010 imprese green, poi Emilia Romagna e Campania, rispettivamente con 30.710 e 27.920 realtà che hanno investito per migliorare le loro performance ambientali. E quindi troviamo Piemonte con 27.330 imprese green, Toscana attestata sulla soglia di 26.770, poi Puglia con 23.300 casi, Sicilia 22.520 e ancora Marche 10.800.
I lavori verdi - Tra le figure professionali verdi, i green jobs più richiesti sono: l'installatore di impianti termici a basso impatto, l'ingegnere energetico, il tecnico meccatronico, l'ecobrand manager, l'esperto di acquisti verdi, l'esperto in demolizione per il recupero dei materiali, l'esperto del restauro urbano storico, il serramentista sostenibile, l'esperto nella commercializzazione dei prodotti di riciclo, il programmatore delle risorse agroforestali, l'esperto in pedologia - la scienza che studia il suolo, la genesi, sua composizione, le variazioni, soprattutto a fini agricoli - l'ingegnere ambientale, lo statistico ambientale e il risk manager.

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