Nucleare, ambiente, clima. Tutti i nodi per i nuovi commissari europei
Chi guiderà la transizione energetica nel nuovo esecutivo von der Leyen che sarà pronto per l’autunno? All’energia in lizza ci sono i favorevoli all’atomo ma anche i contrari. Ecco perché la nomina sarà decisiva per gli orientamenti Ue. Tutti i nomi
di Matteo Cislaghi
Riconferme e new entry. Si delinea così il pacchetto di commissari che comporrà il secondo governo europeo guidato da Ursula von der Leyen. Secondo quanto anticipato dalle agenzie di stampa, i commissari saranno dieci donne e diciassette uomini (ossia quasi i due terzi) e l’Italia dovrebbe essere rappresentata da Raffaele Fitto. La nuova composizione della Commissione, prevista per l’autunno, sarà decisiva per il futuro delle politiche ambientali, energetiche, climatiche e agricole dell’Unione. Diversi nomi circolano per le cariche cruciali legate a questi settori, mentre l’Europa cerca di bilanciare le ambizioni del Green Deal con le sfide della sicurezza energetica e della transizione ecologica.
Energia e Clima: chi guiderà la transizione?
Uno dei nomi più probabili per la carica di Commissario all’Energia è quello di Jozef Síkela, della Repubblica Ceca. Nuclearista, è in corsa anche per i portafogli di commercio e industria e vanta un background principalmente nel settore privato. Sui media si è molto parlato di Síkela durante la presidenza ceca del Consiglio Ue nel 2022, quando è stata affrontata (con fatica) la crisi che aveva portato i prezzi dell’elettricità a livelli record. Síkela è stato tra i promotori della proposta di un tetto al prezzo del gas. Ma in lizza ci sarebbe ancora anche Wopke Hoekstra, attuale Commissario olandese. Hoekstra, forte della sua esperienza nel governo orange e attuale responsabile per il Clima, è sostenuto per un ruolo di rilievo nella gestione delle politiche energetiche, in particolare legate alle fonti rinnovabili e alla sicurezza energetica. La sua nomina risponderebbe all’esigenza di mantenere alta la pressione sulle politiche di decarbonizzazione e sulla riduzione delle emissioni, come ricorda il sito QualEnergia.it. Il suo nome è però molto discusso, considerando che, secondo i Pandora Papers dell’ottobre 2021, Hoekstra aveva investito 26.500 euro in una società di safari dell’Africa orientale attraverso un paradiso fiscale, vendendo le azioni una settimana prima di diventare ministro.
Per quanto riguarda il Clima, Euronews indica in Maroš Šefčovič, della Slovacchia, il nome di peso. Šefčovič è già stato commissario per l’Energia e vicepresidente per le Relazioni interistituzionali, con una lunga carriera nelle istituzioni continentali. La sua nomina potrebbe assicurare un focus sulla transizione verde e la spinta verso l’idrogeno. Ma in corsa c’è anche il danese Dan Jørgensen, ministro in patria per la Cooperazione allo sviluppo.
Ambiente e Green Deal
Nel campo ambientale, la candidata più forte è la spagnola Teresa Ribera. Ministra per la Transizione ecologica e la demografia in terra iberica, è in corsa per il portafoglio dell’Ambiente Ue. Ribera è nota per la sua opposizione ai combustibili fossili e all’energia nucleare, e ha attirato l’attenzione a Bruxelles durante i negoziati sulla riforma del mercato energetico. Altro candidato è Frans Timmermans, attualmente vicepresidente esecutivo della Commissione per il Green Deal. Olandese, ottima conoscenza della lingua italiana (in gioventù aveva vissuto a Roma) e tifoso della squadra della Roma, Timmermans ha guidato le politiche ambientali negli ultimi cinque anni, promuovendo iniziative come il piano Fit for 55, che punta a ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030. In alternativa, si parla anche del possibile coinvolgimento di personalità legate al Partito popolare europeo, come il lussemburghese Christophe Hansen, oppure di Jessika Roswall (Svezia).
Agricoltura: una sfida cruciale
Il settore agricolo sta vivendo sfide legate alla sostenibilità delle pratiche di coltivazione e alla gestione delle risorse naturali. Si fa il nome di Miguel Poiares Maduro, ex ministro portoghese e accademico di fama, come possibile commissario. La sua nomina rappresenterebbe un cambio di passo per il settore, orientando le politiche agricole europee verso una maggiore integrazione con gli obiettivi del Green Deal. In lizza, anche qui, il lussemburghese Hansen, esperto di commercio internazionale e presidente dell’Usal, che rappresenta allevatori di conigli, piccioni e pollame. Chiude la terna per l’Agricoltura Maria Luís Albuquerque, Portogallo, che potrebbe però essere dirottata su Ricerca e scienza.
Il dibattito sul nucleare
Uno dei temi caldi che probabilmente influenzerà le scelte dei nuovi commissari riguarda il futuro dell’energia nucleare nella Ue. La Francia, con la sua forte dipendenza dall’atomo, spinge per il riconoscimento del nucleare come parte integrante della transizione energetica, vedendo in essa una soluzione a basso impatto di carbonio. Questo scontro di vedute è particolarmente evidente tra i Paesi favorevoli all’energia atomica, come la Francia, appunto, e la Finlandia, e quelli più scettici come la Germania e l’Austria. Insomma, l’orientamento dei nuovi commissari sarà determinante per stabilire se l’Europa continuerà a includere l’energia nucleare nel suo mix energetico a lungo termine, o se spingerà verso un modello basato esclusivamente su fonti rinnovabili. Maroš Šefčovič e Wopke Hoekstra sono considerati più inclini a un approccio pragmatico che potrebbe includere il nucleare come transizione, mentre figure come Timmermans, ricorda ancora Qualenergia.it, tendono a privilegiare soluzioni rinnovabili.