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CEN: abrogare le norme che ostacolano l'economia circolare

where Roma when Mar, 26/05/2020 who roberto

Circular Economy Network, la rete creata da FSS e da 14 imprese e associazioni di imprese, chiede che vengano abrogate le norme che ostacolano la trasformazione, dopo idoneo trattamento, di un rifiuto in materia riutilizzabile

Il CEN-Circular Economy Networkcircular-economy-network.jpg, la rete creata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da 14 imprese e associazioni di imprese, chiede che nello strumento legislativo di semplificazione annunciato dal governo vengano abrogate le norme che ostacolano la trasformazione, dopo idoneo trattamento, di un rifiuto in materia riutilizzabile, rispettando così la direttiva europea. Lo si legge in una nota diffusa dall’organizzazione stessa.

Nella legge 2 novembre 2019 n. 128, di conversione con modifiche del Decreto Legge 3 settembre 2019 n. 101 che regola la trasformazione dei rifiuti in nuova materia, infatti, sono state inserite delle norme, in materia di controlli, che rendono macchinoso e incerto il processo che è alla base dell’economia circolare. L’articolo 14 bis consente alle Regioni, nei casi non regolati a livello europeo o con decreto ministeriale nazionale, di autorizzare caso per caso la cessazione della qualifica di rifiuto, applicando sia le condizioni sia i criteri dettagliati stabiliti dalle direttive europee in materia. Queste autorizzazioni caso per caso sono necessarie per non fermare importanti e innovative attività di riciclo, visti i tempi lunghi diversi anni dei decreti ministeriali End of waste. Nei commi dal 3 bis al 3 sexies però - avverte il CEN - si aggiunge un ulteriore regime speciale di controlli, tanto farraginosi quanto inutili, che portano a una procedura complessa, non prevista dalla Direttiva europea in materia né da altri Stati europei, creando così incertezza sull’efficacia delle autorizzazioni rilasciate dalle Regioni e scoraggiando nuovi investimenti.

"È una contraddizione rispetto allo spirito e al testo delle direttive europee e alle intenzioni manifestate dal governo in tema di economia circolare”, dichiara Edo Ronchi, presidente del CEN. “In questo modo si fa un passo avanti e due indietro, rischiando di paralizzare un settore indispensabile per il rilancio dell’economia italiana. C’è inoltre la concreta possibilità di aprire conflitti tra il sistema ISPRA - ARPA e le Regioni, poiché si attribuisce a un organo tecnico-strumentale la possibilità di contestare una decisione politico -amministrativa delle Regioni e di proporne l’annullamento al Ministero dell’Ambiente”.

”Se si vuole favorire la ripartenza e lo sviluppo dell’economia circolare, uno dei punti di forza tradizionali del sistema Italia - aggiunge Ronchi - occorre agire eliminando le incertezze e le cavillosità che frenano lo sviluppo della green e della circular economy. Chiediamo quindi che nello strumento di semplificazione burocratica previsto vengano abrogati i commi dal 3 bis al 3 sexies dell’articolo 14 bis della legge 2 novembre 2019, n.128: siamo l’unico Paese a imporre un regime di doppio controllo. La fase di rilancio auspicata ha bisogno di norme chiare e di un sostegno ad attività che migliorano la bilancia commerciale del Paese, creano occupazione e consentono di recuperare risorse strategiche”.
 
Hanno aderito alla proposta 33 organizzazioni di impresa: Circular Economy Network, Conai, Ecodom, Cobat, Ecopneus, Federbeton, Aitec, Angam, Assorem, Assocarta, Federazione Carta E Grafica, Cdcraee, Assovetro, Associazione Firi, Legacoop Produzione E Servizi, Assorimap, Assolombarda, Cna, Conoe, Aira, Coreve, Utilitalia, Consorzio Carpi, Assofermet, Cdcnpa, Coldiretti, Consorzio Ricrea, Conip, Fise Unicircular, Fise Assoambiente, Confcooperative, Remedia, Greentire

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