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La seconda vita degli oli usati. L’Italia è prima fra i big d’Europa

where Roma when Mar, 07/05/2013 who matteo

Lo conferma il recente studio di Nomisma Energia: raggiunta la quota dell’88% di rigenerazione nel 2011 con un risparmio per il paese di 130 milioni di euro in prodotti petroliferi

Italia virtuosa nella seconda vita degli oli usati, cioè quelli recuperati dai quaranta milioni di veicoli che circolano sulle strade, dalle centinaia di milioni di dispositivi meccanici e dalle industrie. Rifiuti pericolosi, li definisce la legge, che possono essere molto inquinanti se dispersi nel terreno o nelle acque: basti pensare che quattro chili possono inquinare una superficie grande come un campo di calcio.
Sul totale di 189.266 tonnellate di olio raccolto in Italia dal Consorzio obbligatorio degli oli usati, Coou, nel 2011 è stato rigenerato l’88%. Una quantità molto alta rispetto al 40% della Francia, al 50% della Germania, al 68% della Spagna e al 14% della Gran Bretagna.
È quanto mette a fuoco un rapporto di Nomisma Energia su “Recupero e rigenerazione degli oli usati in Italia”, in cui si sottolinea che la raccolta e la rilavorazione per ottenere nuovamente basi lubrificanti garantisce beneficio ambientale.
Sei impianti di rigenerazione – “L’Italia è un caso virtuoso”, spiega il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. Osservando come l’olio rigenerato sia “una risorsa economica” visto che “consente un risparmio sull’importazione di energia”. Sulle 180mila tonnellate rigenerate ogni anno, infatti, il risparmio è di 130 milioni di euro di prodotti petroliferi che servono da base per i lubrificanti.
Tabarelli sottolinea la natura “molto severa della normativa ambientale e l’alto livello di recupero da parte del consorzio, che ha una natura rigida e in conflitto con il mercato ma è utile per raggiungere gli obiettivi”. Infatti, il riutilizzo di olio lubrificante usato in 29 anni di attività del Coou ha consentito un risparmio complessivo sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro.
L’Italia ha anche il maggior numero di impianti di rigenerazione – sei rispetto a due della Francia, quattro della Germania, cinque della Spagna, uno della Gran Bretagna – e ha 71 raccoglitori rispetto ai 38 della Francia, un centinaio della Germania, 41 della Spagna e 18 della Gran Bretagna.

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