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Nel riminese le strutture turistiche ed Hera danno nuova vita agli oli alimentari

where Rimini when Gio, 09/06/2022 who roberto

Da olio vegetale esausto a biocarburante: economia circolare e collaborazione sono al centro del progetto Hove

Fritture di pesce, cotoletteprogetto-hove.jpg, patatine e altre fritture da oggi sono sempre più leggere: succede in molti alberghi e ristoranti di Rimini e Riccione. Grazie al progetto HOVE del Gruppo Hera, infatti, la loro preparazione peserà meno sull’ambiente. Come? Trasformando l’olio esausto consumato nelle cucine delle varie attività in biocarburante per l’autotrazione. Ed è proprio sulla spiaggia di Rimini che è stato presentato l’accordo tra la multiutility e importanti associazioni del territorio rivolto a tutte le strutture a queste associate. Nell’ambito del progetto, l’iniziativa verrà promossa anche con un'apposita cartellonistica posizionata sulle torrette dei marinai di salvataggio della spiaggia.

 
Come funziona
La nuova iniziativa del Gruppo Hera è rivolta a tutte le attività che producono oli vegetali esausti (cosiddetti O.V.E.) come risultato delle proprie lavorazioni, in particolare ristoranti, tavole calde, alberghi, industrie alimentari. La multiutility si occuperà della raccolta degli oli, valorizzandoli integralmente e conferendoli alla bio-raffineria ENI di Porto Marghera, dove verranno trasformati in biocarburante immesso nel gasolio ENI Diesel+. Per sviluppare il progetto sul territorio riminese, Hera metterà a disposizione delle strutture associate a Federalberghi Rimini e Riccione e al Consorzio Ristobar Spiaggia Rimini di Confesercenti, contenitori specifici adatti alle esigenze di ciascuna, organizzerà il ritiro e il trasporto e offrirà le consulenze tecnico-ambientali necessarie.
Per partecipare è possibile contattare il Gruppo Hera attraverso il form dedicato sul sito all’indirizzo: www.gruppohera.it/hove
 
Un processo tracciato e certificato
Il progetto declinato sul riminese rappresenta un vero e proprio esempio di economia circolare e di coinvolgimento attivo dei diversi attori che, sui territori, si stanno dimostrando interessate e sensibili alle tematiche ambientali, per realizzare iniziative di valore nell’ambito della sostenibilità e della tutela del Pianeta, nella convinzione che quest’ultima passi anche dal riuso delle risorse e da una cooperazione attiva con le comunità locali.
Tracciamento e massima qualità sono al centro del progetto grazie alla certificazione da parte di un ente terzo, che garantisce la sostenibilità dell’intera filiera di trasformazione degli oli esausti della multiutility, secondo lo schema nazionale dei biocarburanti e lo schema europeo ISCC (International Sustainability & Carbon Certification), in quanto il processo in tutte le sue fasi - dalla raccolta territoriale al pretrattamento fino alla produzione di biodiesel - genera emissioni di anidride carbonica dell’83% inferiori rispetto alla produzione di gasolio di origine fossile. Del resto, in Italia la produzione media di O.V.E. è di circa 260.000 tonnellate ogni anno, di cui 70.000 provengono dalla ristorazione. Smaltirlo in modo non corretto può produrre danni ambientali, come quelli che subisce il terreno, dove inquina le falde acquifere e danneggia la flora, o nell’acqua, dove può compromettere gli ecosistemi acquatici e nella rete fognaria dove può intasare le fognature e ridurre l’efficienza dei depuratori. Conseguenze ancora più dannose se si pensa, appunto, che è uno scarto che nasconde una preziosa risorsa, perché se adeguatamente raccolto e trattato può essere impiegata in nuove attività.

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