La Tunisia verso l’emergenza acqua. Serve un piano nazionale
Lo ha detto l'esperta internazionale di gestione delle risorse e adattamento ai cambiamenti climatici, Raoudha Gafrej: serve anche la revisione del codice delle acque
La Tunisia deve istituire un piano nazionale per affrontare la crisi idrica, con una valutazione periodica della sua attuazione, ma anche la revisione del codice che regola le risorse idriche del 2008: lo ha detto l'esperta internazionale di questioni idriche, gestione delle risorse e adattamento ai cambiamenti climatici, Raoudha Gafrej all'agenzia di stampa Tap. L’introduzione di questi strumenti servirà a favorire la creazione di istituzioni come il consiglio superiore dell'acqua e l’autorità di regolazione, necessari anche in Tunisia per organizzare gli interventi dei diversi soggetti interessati nel settore idrico e per mobilitare le risorse finanziarie necessarie per realizzare le azioni previste.
I numeri della siccità
Il consumo medio pro capite di acqua in Tunisia è stimato in 430 metri cubi l’anno e, secondo i dati ufficiali, dovrebbe scendere a meno di 350 metri cubi l’anno entro il 2030. Questo valore è al di sotto della soglia di scarsità idrica assoluta, che è fissata a 500 metri cubi annui per persona. "Il cambiamento climatico, la cattiva governance, lo sfruttamento eccessivo delle risorse e il disprezzo per il ciclo dell'acqua e i diritti degli ecosistemi hanno ulteriormente aggravato la situazione in Tunisia", ha sottolineato l'esperta, chiedendo che si tenga conto degli indicatori scientifici e dei risultati degli studi per sviluppare strategie efficaci di gestione dell'acqua.