Le scelte. I sussidi fossili sono quattro volte quelli rinnovabili
Appello di Legambiente: i Paesi G20 fermino i sussidi alle fonti fossili. Il rapporto italiano coinvolge Sace e Cdp che hanno destinato 2,1 miliardi di euro per 21 progetti
I Paesi del G20, a cominciare dall'Italia, definiscano un'agenda ambientalista efficace che preveda, tra i primi interventi da attuare, l'eliminazione entro il 2020 di tutti i sussidi alle fonti fossili. Lo chiede Legambiente commentando uno studio, condotto insieme ad altre associazioni ambientaliste internazionali, da cui emerge che le nazioni del G20 forniscono quattro volte più fondi pubblici alle fonti fossili che alle rinnovabili.
"I Paesi dimostrino con azioni concrete il loro impegno per il clima, a partire dall’eliminazione, entro il 2020, di tutti i sussidi alle fonti fossili. È ora di dire basta alle ipocrisie e di cancellare questi sussidi, spostando le risorse verso l'innovazione ambientale e l'efficienza energetica", dichiara Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente. Parlando dell'Italia, "ben venga la conferma di uscire dal carbone entro il 2030, ma nella Strategia energetica nazionale si inserisca anche la cancellazione di tutti i sussidi alle fonti fossili e si rilanci sempre di più il settore delle rinnovabili", evidenzia Eroe.
Tra il 2013 e il 2015, secondo i dati diffusi dal rapporto “Talk is cheap: how g20 governments are financing climate disaster”, i finanziamenti pubblici che gli Stati del G20 hanno destinato alle fonti fossili si attestano a 122,9 miliardi di dollari l'anno.
E anche l'Italia ha dato il suo contributo: "In tre anni (2013-2015) - denuncia Legambiente - la Penisola, attraverso Sace (Servizi assicurativi e finanziari per export e internazionalizzazione) e Cdp (Cassa depositi e prestiti), ha destinato con 21 progetti ben 2,1 miliardi di dollari medi annui ai combustibili fossili, contro i 123 milioni di dollari l'anno destinati alle energie pulite, piazzandosi all'ottavo posto nella classifica per finanziamenti pubblici a sostengo dei combustibili fossili e risultando tra i paesi peggiori, insieme alla Germania, per la mancata corrispondenza tra lotta ai cambiamenti climatici ed i finanziamenti pubblici".