Il sì al fotovoltaico. Storico! Il Consiglio di Stato approva a Firenze i pannelli vicino alle Ville Medicee
I giudici ribaltando il Tar ritengono che l’attenzione deve essere focalizzata solo sulle modalità con cui i pannelli fotovoltaici sul tetto sono inseriti negli edifici che li ospitano e nel paesaggio circostante. Esulta una famiglia fiorentina che quattro anni fa aveva avviato l’iter amministrativo per poter montare sul tetto della casa un impianto fotovoltaico.
Una sentenza del Consiglio di Stato che potrebbe diventare storica e che di fatto riscrive le regole per gli impianti fotovoltaici in zone dove ci sarebbe bisogno di diverse autorizzazioni. Non si possono negare i permessi, alla luce delle nuove esigenze in materia energetica, anche in zone protette, con motivazioni generiche ma si può solo discutere di modalità. È in sintesi la decisione dei giudici del tribunale di secondo grado di cui apprendiamo il pronunciamento di un articolo del Corriere Fiorentino.
Il caso
Tutto parte da una famiglia di Firenze che abita in una via vicino ad alcune Ville Medicee, e che quattro anni fa aveva avviato l’iter amministrativo per poter montare sul tetto della casa un impianto fotovoltaico di nuova generazione. La zona però si trova all’interno dei «centri storici minori-borghi storici», del regolamento urbanistico comunale fiorentino. Il fabbricato risultava inserito in un’area soggetta al vincolo paesaggistico.
Nel marzo del 2021 la soprintendenza negava l’autorizzazione all’impianto fotovoltaico, «considerata l’estrema vicinanza dell’edificio alla zona di pregio. La famiglia fiorentina a settembre decide di modificare il progetto proponendo una nuova istanza di autorizzazione paesaggistica, ma sia la commissione locale per il paesaggio, sia il Comune di Firenze, negano nuovamente l’autorizzazione rifacendosi anche al diniego di mesi prima della soprintendenza.
Nel 2022 si apre la vertenza legale con il Tar di Firenze che dà ancora ragione a Palazzo Vecchio e torto alla famiglia che però non si arrende e si rivolge al Consiglio di Stato ed è qui che cambia la prospettiva.
La nuova prospettiva
Secondo il tribunale amministrativo di secondo grado la questione va inquadrata diversamente accogliendo l’appello della famiglia di via della Querciola e annullando gli atti di diniego comunali. «La presenza del fotovoltaico sul tetto, alla luce delle sopravvenute esigenze energetiche, non può essere più percepita in assoluto come fattore di disturbo visivo». L’attenzione deve essere focalizzata solo sulle modalità con cui i pannelli fotovoltaici sul tetto sono inseriti negli edifici che li ospitano e nel paesaggio circostante, secondo il Consiglio di Stato. E la documentazione fotografica «per colore e consistenza rappresenta una soluzione progettuale che minimizza l’impatto del fotovoltaico sul tetto, che appare armonizzarsi con il contesto circostante».