Animalìe. Definitiva la condanna ai gestori dell’allevamento Green Hill
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso sulla vicenda dei cani beagle usati come animali da laboratorio
Terza decisiva condanna per Green Hill, l'allevamento bresciano di cani beagle "da sperimentazione": la Corte di Cassazione ha rigettato ogni parte del ricorso presentato dagli avvocati che difendono l'allevamento.
Secondo tale pronuncia e secondo il Tribunale di Brescia, il maltrattamento non è giustificabile neppure in un contesto produttivo di potenziale elevata sofferenza come un allevamento di cani per la sperimentazione. Il 22 novembre il Tribunale di Brescia dovrà esprimersi nel cosiddetto processo "Green Hill bis" che vede imputati due veterinari Asl per falso ideologico, omissioni e alcuni dipendenti della società per falsa testimonianza.
L’allevamento e i cani - Si stima che nei 4 anni 2008-2012 fossero morti 6.023 cani beagle. A parere dell’accusa, un unico veterinario doveva occuparsi di quasi 3mila cani, e dalle 18 alle 7 del mattino gli animali erano senza guardia veterinaria anche se malati. L’accusa ha sostenuto che le cure veterinarie erano comunque modeste, e cita il caso di un cucciolo affetto da diarrea emorragica, curato con una pomata per gli occhi. I cani venivano operati con isofluorane senza pre-anestesia, causa di indicibili sofferenze. I veterinari Asl e dello Zooprofilattico che controllavano la struttura preavvisavano le ispezioni e i controlli (secondo gli accusatori) spesso erano superficiali. I verbali e i registri di Green Hill erano spesso incompleti e ciò rendeva impossibile sapere con esattezza quanti beagle fossero presenti. Gli ambienti sono stati definiti come sporchi, promiscui, ricchi di momenti di contagio e malattia fra gli animali. Le lettiere sarebbero state talmente scadenti da produrre malattie e morte in 104 cuccioli (i dipendenti hanno sempre negato questa eventualità). C’è chi ha visto una fotografia scattata dentro l’allevamento in cui un dipendente dell’allevamento che, affiancato da un beagle morto con il cervello fuori, sorridente alza il dito medio.
Secondo la Lega Antivivisezionista (Lav), parte civile in questa complessa vicenda giudiziaria, si tratta di una vittoria epocale, senza precedenti: "Dopo le condanne in primo e in secondo grado dei vertici di Green Hill per maltrattamenti e uccisioni senza necessità che avevano già inchiodato il medico veterinario, il co-gestore e il direttore dell'allevamento di beagle alle loro responsabilità penali con una condanna complessiva a 4 anni, sospensione dell'attività per due anni e confisca dei cani, la Corte di Cassazione ha definitivamente smantellato il teorema del cane-prodotto da laboratorio e usa e getta - afferma l’associazione animalista - ponendo il proprio sigillo sulla corretta interpretazione giurisprudenziale del diritto per le violazioni commesse ai danni di tanti cani”.