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Il rapporto. La pagella dell’Italia su clima ed energia: molte insufficienze, pochi voti buoni

where Roma when Lun, 28/04/2025 who roberto

Presentato il Rapporto “I 10 key trend sul clima” di Italy for Climate. Bene in rinnovabili, decarbonizzazione del settore elettrico e riduzione della dipendenza energetica. Male in consumi di energia, trainati da trasporti ed edifici, ma soprattutto la riduzione delle emissioni del 2024 non è in traiettoria con gli obiettivi al 2030. I commenti di Barbabella e Ronchi.

Più di 3.600 eventi meteo, un tagliocopertina-10-key-trend-2025.jpg molto contenuto delle emissioni di gas serra, pari a circa -2,3% (era -6,5% nel 2023), mentre i consumi energetici tornano ad aumentare. Dopo un 2023 che aveva dato segnali positivi, grazie a un taglio delle emissioni di gas serra abbondantemente in linea con gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione, i principali trend climatici ed energetici del 2024 non sono positivi. È quanto emerge dalla sesta edizione del rapporto “10 Key Trend sul clima”, realizzato da Italy for Climate e pubblicato in occasione della Giornata mondiale della Terra, che fornisce una rappresentazione sintetica delle tendenze rilevanti in materia di clima ed energia che hanno caratterizzato l’Italia nel 2024.
 
I numeri
I dati pubblicati nel rapporto danno l’immagine di un Paese che sta marciando lentamente sulla via della transizione energetica, tra emissioni che ancora non si riducono quanto dovrebbero, solo il 2,3% (che porta a un taglio complessivo del 28% rispetto all’anno base 1990, insufficiente a conseguire gli obiettivi europei e gli impegni dell’Accordo di Parigi al 2030), e consumi di energia di nuovo in crescita, in totale controtendenza rispetto agli impegni 2030 sull’efficienza energetica.
L’aumento dei consumi è stato trainato dai trasporti e dagli edifici, due ambiti su cui più si possono misurare le politiche nazionali di decarbonizzazione, da un lato, e le scelte dei cittadini, dall’altro.
 
Fonti rinnovabili
L’unico ambito della transizione energetica su cui si può promuovere – ma non a pieni voti - l’Italia nel 2024 resta quello delle fonti energetiche rinnovabili, con eolico e solare che insieme hanno raggiunto +7,5 GW di nuovi impianti installati, un salto in avanti rispetto ai 5,7 GW del 2023 ma ancora lontano dagli oltre 10 GW all’anno che sarebbero necessari per conseguire gli obiettivi 2030. Grazie alla crescita degli ultimi tre anni, nel 2024 le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 49% della produzione nazionale. L’Italia ha tagliato in due anni appena di 7 punti percentuali la dipendenza energetica dall’estero (passata dal 79% del 2022 al 72% nel 2024) riducendo così le importazioni dei costosi combustibili fossili.
 
I 10 indicatori
Meteo – Gli eventi meteorologici sono stati 3.631 con 1.600 episodi di piogge intense. Nuovo record per la temperatura, +1,5 °C rispetto alla media 1991-2020, contro il +0,65 °C alla scala globale.
Acqua - Sono di 7 miliardi di metri cubi di acqua equivalente le scorte idriche, con un deficit del 36% sulla media del periodo 2011-2022 e picchi di -86% nel bacino del Tevere e dell’Aterno.
Emissioni – Circa il 2,3% il taglio delle emissioni, poco più di 10 milioni di tonnellate di gas serra, che attesta le emissioni nazionali a circa 375 milioni di tonnellate nel 2024, con un forte rallentamento rispetto al -6,5% del 2023.
Energia – I consumi finali di energia invece di ridursi tornano a crescere con un aumento di 1,6 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) pari a +1,5% sull’anno precedente.
Dipendenza energetica – Grazie alla crescita delle rinnovabili la dipendenza dall’import fossile scende al minimo storico: 72% contro il 79% del 2022. L’Algeria è il primo fornitore di combustibili fossili mentre rientra nella top ten anche la Russia, seppure con appena il 4%.
Produzione elettrica - Prosegue la decarbonizzazione del settore elettrico con un nuovo record storico, 1 kWh prodotto in Italia ha emesso appena 200 grammi di CO2, quasi il 65% in meno rispetto ai primi anni ’90. Questo, in particolare, grazie alle rinnovabili che hanno contribuito per il 49% alla produzione elettrica nazionale, record assoluto a un soffio dallo storico soprasso di carbone e gas.
Eolico e solare - +7,5 GW di nuovi impianti, un buon risultato, ma lontano da quanto necessario per conseguire i target del 2030 e da quanto installato in Germania (+21 GW). Un dato positivo la crescita delle Comunità energetiche rinnovabili, che in un anno sono triplicate e hanno superato nel 2024 le 300 iniziative.
Industria – Ridotte del 40% le emissioni dal 1990 e nuovo record per l’intensità carbonica del valore aggiunto (la quantità di emissioni prodotte per unità di ricchezza prodotta), sceso a circa 340 milioni di tonnellate di gas serra per milione di € prodotto, ma pesano due anni consecutivi di riduzione della produzione industriale.
Edifici – Crescono i consumi energetici (0,9 Mtep) e calano le vendite delle pompe di calore (scese a meno di 360mila unità), bene il fotovoltaico residenziale con oltre 1,6 milioni di impianti installati sui tetti delle case degli italiani (oltre 9 GW di potenza installata, pari al 15% di tutti i consumi elettrici residenziali).
Trasporti - Si conferma il vero settore hard to abate d’Italia con le emissioni cresciute di oltre il 2% sul 2023, superando le 110 milioni di tonnellate di gas serra. Italia fanalino di coda in Europa per l’auto elettrica: solo il 4,2% delle nuove autovetture immatricolate sono state elettriche (in diminuzione rispetto al 2023).
 
Il commento di Barbabella
“La pagella 2024 per l’Italia, purtroppo, presenta poche luci e tante ombre. Tuttavia, una di queste luci ci restituisce anche un insegnamento importante - afferma Andrea Barbabella, responsabile scientifico di Italy for Climate - la crescita delle installazioni di impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili non è un dato positivo solo per il clima, ma anche per la nostra sicurezza e per la nostra economia: grazie alle nuove rinnovabili, abbiamo già ridotto in modo significativo e strutturale le importazioni di gas e carbone di uno dei Paesi europei più dipendenti dalle importazioni di fossili”.
 
Il commento di Ronchi
“Dopo il forte taglio delle emissioni di gas serra dello scorso anno, la frenata dell’Italia del 2024 - con una riduzione stimata solo intorno al 2% - preoccupa molto. Anche perché i settori che aumentano le emissioni (trasporti ed edifici) sono quelli affidati alle misure nazionali, fuori dalla regolazione europea ets per i grandi impianti” ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. “Negli edifici, dopo il blocco per i costi insostenibili del superbonus del 110%, non è stata adottata alcuna nuova misura, più ragionevole ed efficace, necessaria e possibile, per promuovere il risparmio delle bollette e delle emissioni. Nei trasporti si sentono solo richieste di rinvio delle misure di decarbonizzazione, continuando a puntare su una propaganda a favore delle auto a benzina e diesel e di freno delle auto elettriche, con pochi investimenti anche per la mobilità collettiva e ciclo-pedonale. Noto che sia l’edilizia, sia il settore auto sono anche quelli più colpiti dalla crisi. Non dovrebbe sorprendere perché rallentare la decarbonizzazione significa anche frenare innovazione, investimenti e sviluppo “
 
Leggi il rapporto I 10 key trend sul clima https://italyforclimate.org/wp-conte...

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10 Key Trend sul clima