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Approvato il 5°Rapporto sul capitale naturale, un documento tra opportunità e criticità

where Roma when Lun, 20/02/2023 who roberto

Un focus sul PNRR ha individuato interventi per la biodiversità come un finanziamento di 400 milioni di euro per il ripristino e la tutela dei fondali e degli habitat marini

È stato approvato in via definitiva capitale-naturale.jpgdal ministero dell’Ambiente il 5° Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale, il primo da quando la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi è entrata in Costituzione e la tutela della natura ha assunto il rango di principio fondamentale della Repubblica.
 
Il contenuto del rapporto

Il 5° Rapporto, realizzato dal Comitato per il Capitale naturale, prende in esame alcuni filoni significativi per la biodiversità tra cui il coordinamento e la coerenza delle politiche per il capitale naturale. Vengono definiti i sussidi dannosi per la biodiversità, stimati per il 2018, 2019 e 2020 in 28, 38 e 36 miliardi di euro. Le aree protette, che coprono più del 20% della superficie terrestre nazionale e l’11% della superficie marina, dovranno essere ampliate per conseguire l’obiettivo di proteggere entro il 2030 almeno il 30% delle aree terrestri e marine. Per il segmento della finanza sostenibile per il capitale naturale il rapporto analizza gli strumenti e i principi della finanza sostenibile, adottati e in via di definizione, sia a livello nazionale che europeo e monitora anche la spesa dello Stato per l’ambiente che vale solo lo 0,77% della spesa pubblica primaria complessiva, mentre la spesa complessiva che coinvolge imprese, famiglie e pubblica amministrazione vale l’1,84% del Pil.
Il Rapporto dedica inoltre una parte importante al principio di “non arrecare danno significativo” (Do No Significant Harm) nato, nel contesto dell’EU Green Deal e della Tassonomia degli investimenti sostenibili, dalla necessità di impedire che lo sviluppo delle diverse politiche settoriali determini effetti negativi su ambiente, società, ed economia.
 
Focus sul PNRR
Il documento contiene anche un approfondimento sugli interventi del Pnrr che hanno effetti per la tutela e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, assunti come uno degli obiettivi prioritari e centrali nell’impostazione del Piano.
Tra gli interventi esaminati un finanziamento di 400 milioni di euro per il ripristino e la tutela dei fondali e degli habitat marini; la realizzazione di “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico”, a cui sono destinati 2,98 miliardi di euro, la tutela e valorizzazione del verde con la realizzazione di boschi urbani, periurbani ed extraurbani attraverso la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi (per 6.600 ettari di foreste urbane) nelle aree vaste delle 14 città metropolitane.
 
Le 23 raccomandazioni
Il Rapporto contiene anche un “pacchetto” di 23 raccomandazioni. Eccole. Integrare in un processo comune tutte le strategie internazionali, comunitarie e nazionali sulla sostenibilità. Applicare concretamente e sistematicamente il principio del “Non arrecare danno significativo”. Definire una politica nazionale di diversificazione ed autonomia energetica sostenibile. Promuovere l’accelerazione dell’economia circolare e della bioeconomia. Ampliare gli ecosistemi conservati. Rafforzare la Strategia Nazionale del Verde Urbano e il Piano di Forestazione. Capitalizzare gli investimenti legati alla forestazione urbana e periurbana. Capitalizzare le conoscenze emerse dal progetto di Lista Rossa degli Ecosistemi d’Italia. Prevedere nel Pnrr investimenti che ricorrono alle Nature-Based Solutions e nello sviluppo delle filiere agroalimentari adottare pratiche ecologiche e conservative (agro-ecologia, agricoltura biologica). Regolamentare la destinazione immobiliare successiva alla bonifica dei siti orfani. Raggiungere gli obiettivi prioritari per l’Italia delle Strategie europee Farm to Fork, Biodiversità e Suolo. Favorire interventi di Restoration Ecology. Vincolare la programmazione, la progettazione e il finanziamento delle infrastrutture grigie al rafforzamento e protezione delle infrastrutture verdi e blu. Rafforzare il ruolo di biodiversità, servizi ecosistemici e Capitale Naturale tra i criteri della Tassonomia sugli investimenti e nei Green Bond. Rafforzare l’allineamento del sistema finanziario e produttivo italiano alla Tassonomia europea. Sostenere la diffusione degli strumenti di rendicontazione non-finanziaria. Collegare e rendere più dettagliate e trasparenti le banche dati esistenti sulla spesa per l’ambiente. Garantire al sistema statistico nazionale le risorse per i necessari e non più prorogabili investimenti nella filiera della contabilità ambientale. Adeguare la spesa pubblica alle sfide locali e globali. Aumentare le risorse finanziarie per la biodiversità. Eliminare, ridurre gradualmente o riformare i sussidi dannosi per la biodiversità. Aiutare a raggiungere i target del Green Deal legati alla capacità di sequestro di carbonio. Creare nella società civile una maggiore consapevolezza sul ruolo della ricerca scientifica e di ogni singolo cittadino per la conservazione della biodiversità.
 
Il documento integrale: https://www.mase.gov.it/pagina/quint...

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