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Che clima che fa. Così l’anno scorso gli incendi si sono più che dimezzati. Male la Sicilia. I dati Ispra

where Roma when Lun, 17/07/2023 who roberto

Nel 2022 bruciato il 40% di ecosistemi boschivi in meno dell’anno precedente. Molto colpiti anche Calabria e Lazio. Luglio il mese peggiore. Bruciano soprattutto querceti e faggete

Nel 2022 il nostro territorio è statoincendio.jpg interessato da incendi di medie e grandi estensioni (superiori all’ettaro) per più di 68.500 ettari, superficie pari quasi all’estensione del parco nazionale del Gran Paradiso. Questa superficie rappresenta meno della metà di quanto bruciato l’anno precedente (40%), però è superiore al valore medio delle aree bruciate annualmente in Italia negli ultimi 10 anni tra il 2012 e il 2021, che è circa 55mila ettari l’anno.
Di quanto bruciato nel 2022, oltre il 20% consisteva in ecosistemi forestali, in particolare latifoglie decidue (querceti e faggete, circa 6.800 ettari), latifoglie sempreverdi (leccete e macchia mediterranea, circa 4700 ettari) e aghifoglie sempreverdi, (pinete mediterranee, quasi 2700 ettari). Eccezionalmente nel 2022 è stata interessata anche una porzione boschiva ad aghifoglie decidue alpine (lariceti, 16 ettari).
È quanto emerge dalle attività Ispra nell’ambito delle osservazioni e monitoraggi degli impatti degli incendi di medie e grandi dimensioni sugli ecosistemi. Lo scopo è quello di fornire ogni anno un dettaglio informativo a supporto delle politiche nazionali e regionali e per il ripristino e la conservazione degli ecosistemi terrestri a scala nazionale e locale. I dati relativi agli incendi sono forniti dal sistema European Forest Fires Information System del programma europeo Copernicus Emergency, ed elaborati da Ispra con sistemi di machine learning per il riconoscimento degli ecosistemi coinvolti negli incendi.
Il rapporto tra la superficie complessiva percorsa da incendio (dato Effis) e la superficie forestale coinvolta (dato Ispra) è rimasto non troppo distante dal 20% negli ultimi cinque anni.
 
Dove: peggio la Sicilia
In Sicilia si trova oltre il 50% del totale nazionale di territorio incendiato (più di 35mila ettari), ed è risultata anche la regione che ha subito più danni in termini di superficie bruciata forestale (4.437 ettari). Sono state interessate coperture boschive anche in Calabria (più di 1.800 ettari), Lazio (più di 1.300 ettari), Campania e Toscana (quasi 1.100 ettari), Piemonte e Friuli-Venezia Giulia (circa 1.000 ettari). Rispetto al 2021, la superficie interessata da incendi è complessivamente diminuita nelle regioni del Centro-Sud, Sud e nelle isole maggiori, mentre è aumentata nelle regioni del Centro-Nord e Nord.
 
Quando accadono: soprattutto in luglio (al Nord in inverno)
Gli eventi principali, in termini di estensione in aree boschive, si sono verificati nei primi giorni di luglio in provincia di Enna (comuni di Aidone, Piazza Armerina, più di 900 ettari), nella terza decade di luglio in provincia di Lucca (Camaiore, Massarosa, Lucca, 750 ettari) e in provincia di Gorizia e Carso triestino-sloveno (Doberdò del Lago, Duino, Monfalcone, più di 400 ettari), nella metà di agosto in provincia di Trapani (Buseto Palizzolo, Castellammare di Stabia, circa 450 ettari).
In genere le Alpi e il Nord sono più colpiti nella stagione secca invernale: nella seconda metà di marzo è avvenuto un episodio in provincia di Belluno (comuni di Longarone e Ponte nelle Alpi) che ha interessato poco più di 400 ettari.
 
Gli incendi nelle aree protette
Il 38% degli ecosistemi forestali colpiti da incendio ricade all’interno del sistema nazionale delle aree protette terrestri. Nel 2022 le aree protette maggiormente interessate da incendi sono state: la zona speciale di conservazione “Boschi di Piazza Armerina” nella provincia di Enna in Sicilia, già significativamente colpita da incendi anche nel 2021 (quasi 900 ettari di cui circa 500 pinete), la riserva naturale regionale orientata Rossomanno-Grottascura-Bellia” sempre nella provincia di Enna (anche qui quasi 900 ettari, principalmente pinete).
Sono state inoltre colpite le zone speciali di conservazione “Carso Triestino e Goriziano” (circa 400 ettari quasi interamente latifoglie decidue e “Complesso Monte Bosco e Scorace” in provincia di Trapani (circa 400 ettari).
 
Ecco lo studio completo dell’Ispra: https://www.isprambiente.gov.it/it/a...

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