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Il clima e la scienza. Aumenta del +47% la concentrazione di metano nell’aria. Allarme anche dal Wwf

where Roma when Lun, 25/07/2022 who roberto

Urgente la preparazione di una strategia per il metano, allineata a quella europea e integrata con il Piano Nazionale Energia e Clima

Il gas naturale è protagonista methane-pledge.jpgdelle discussioni pubbliche e istituzionali legate alle strategie di transizione energetica e di decarbonizzazione, e da tempo organizzazioni come l’Edf (Environmental defense fund) e gli Amici della Terra studiano il problema delle emissioni di metano, un gas che - se bruciato - si trasforma in CO2, ma se viene liberato direttamente in atmosfera ha un potenziale di riscaldamento climatico decine di volte superiore alla CO2. Queste considerazioni sono alla base del Global Methane Pledge, sostenuto da più di 100 Paesi, tra cui l’Italia, che prevede un impegno a ridurre le emissioni di metano in particolare a livello globale di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030.

Sul tema interviene anche il Wwf, secondo il quale “il gas è prevalentemente costituito da metano, un potentissimo gas serra nemico del clima” e  “il metano merita un’attenzione particolare nelle politiche di mitigazione climatica”.
 
L’impatto ambientale del metano non bruciato
Secondo gas-serra di origine antropica, il più abbondante dopo l’anidride carbonica, il metano rappresenta circa il 20% delle emissioni globali, influendo sulla temperatura terrestre e sul sistema climatico in maniera incisiva.
Le sue concentrazioni atmosferiche sono aumentate del 47% dall'epoca preindustriale e raggiungono attualmente i livelli più elevati degli ultimi 800mila anni. Le emissioni di metano sono prodotte sia da attività umane sia da quelle naturali. Sebbene il metano sia molto meno abbondante nell’atmosfera rispetto alla CO2, assorbe però la radiazione infrarossa termica in modo molto più efficiente e, di conseguenza, ha un potenziale di riscaldamento globale circa 80 volte più forte per unità di massa della CO2 su una scala temporale di 20 anni e quasi 30 volte più potente su una scala temporale di 100 anni.
La più approfondita conoscenza scientifica del comportamento del metano come gas serra suggerisce che il riscaldamento da esso provocato risulti decisamente maggiore di quanto indicato dalle stime precedentemente.
Il metano contribuisce anche alla produzione di ozono troposferico, un inquinante che danneggia la salute umana, la produzione di cibo e gli ecosistemi, con conseguenze particolarmente significative per il nostro Paese sia in termini di pressione ospedaliera che di perdite totali e relative di alcuni raccolti.
 
Un rapporto dal Wwf
Il rapporto del Wwf “Le emissioni di metano in Italia” commissionato dal Wwf Italia al Ghgmi Italia è stato lanciato nel corso di un webinar cui hanno partecipato Sandro Fuzzi, associato di ricerca dell’istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr); Domenico Gaudioso, esperto Ipcc già dirigente Ispra e autore dello studio insieme all’ufficio italiano del Greenhouse Gas Management Institute, e Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia. Il report evidenzia le stime di emissione di questo potente gas serra e fornisce indirizzi per la loro riduzione in Italia, anche in vista della revisione del piano nazionale energia e clima. Anche secondo il report del Wwf, la riduzione delle emissioni di metano, oltre ad essere una strategia efficace per contribuire agli obiettivi climatici previsti dall’accordo di Parigi, permette di conseguire importanti benefici per la salute pubblica e per l’agricoltura.
Il report commissionato dal WWF però fa emergere anche una notizia positiva: poiché il metano è un gas-serra più potente dell’anidride carbonica, ma con una vita media in atmosfera più breve, il raggiungimento di riduzioni significative avrebbe un effetto rapido ed efficace sul potenziale di riscaldamento atmosferico. Concentrazioni di metano inferiori ridurrebbero rapidamente il tasso di riscaldamento, rendendo la mitigazione delle emissioni di metano uno dei modi migliori per limitare il riscaldamento in questo decennio e in quelli successivi.
 
Le emissioni dalle fermentazioni e dall’agricoltura
La riduzione delle emissioni provenienti dall’agricoltura e dall’allevamento rappresenta una forte priorità nel contesto della decarbonizzazione, dal momento che, al 2050, questo settore risulterebbe responsabile di una quota del totale delle emissioni nazionali di metano intorno al 60%. Né l’Italia, né, a dir la verità, la maggioranza degli Stati membri hanno fin qui incluso nei loro programmi interventi mirati alla diffusione dell’agricoltura biologica e di altri sistemi a basso input che enfatizzano l’uso circolare dei nutrienti e interventi di riduzione della domanda di prodotti ad alta intensità di emissione (in particolare quelli legati all’allevamento bovino), attraverso il cambiamento delle diete umane, alimentazioni alternative per il bestiame e la riduzione degli sprechi alimentari.
 
Le proposte del Wwf
Il Wwf sottolinea che, nel nostro Paese, il gas naturale rappresenta ancora una fonte energetica maggioritaria, motivo per cui occorre procedere in modo spedito alla definizione di un quadro programmatico adeguato per il suo definitivo abbandono al più presto. Il Wwf raccomanda un’evoluzione del sistema nazionale dell’inventario che preveda un sistema di monitoraggio delle emissioni di metano affidabile ed efficiente, che garantisca la tracciabilità di tutte le emissioni.
In attesa dell’approvazione ufficiale del regolamento europeo sul reporting delle emissioni di metano di origine energetica, sarebbe auspicabile che il Ministero della Transizione Ecologica provvedesse a colmare il vuoto normativo, anticipando gli obblighi per le aziende introdotti dal regolamento per quanto riguarda il reporting delle emissioni e incaricando un organismo tecnico di fornire a tutti i soggetti interessati adeguati indirizzi tecnici per la messa a punto dei sistemi di monitoraggio.
“Ma soprattutto è urgente anche in Italia - dice il Wwf - la preparazione di una Strategia per il metano, allineata a quella europea e integrata con il Piano Nazionale Energia e Clima, attualmente in fase di revisione per garantirne l’allineamento con i nuovi obiettivi europei al 2030 e al 2050”.

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