Disastri silenziosi. In Kazakistan scoperta una fuga colossale di metano
Da un pozzo si sono liberate in aria 127mila tonnellate in oltre 6 mesi. Il metano non bruciato ha un effetto di riscaldamento del clima decine di volte più potente della CO2. Impatto climatico come 717mila auto
Una delle peggiori perdite di metano incombusto mai registrate si è verificata l'anno scorso in un remoto pozzo in Kazakistan, come ha dimostrato una nuova analisi rivelata dalla Bbc. Si stima che 127mila tonnellate di gas siano finite nell'atmosfera da quando uno scoppio ha provocato un incendio durato oltre sei mesi. Il metano non bruciato è un gas serra molto più potente dell'anidride carbonica e l’effetto di riscaldamento del pianeta è molto meno intenso se il metano viene bruciato e trasformato in CO2. Ciò potrebbe renderla la seconda peggiore perdita di metano provocata dall'uomo mai registrata; la prima è stata quella provocata nel 2022 dai sabotaggi ai due metanodotti Nord Stream nel mar Baltico, quando si liberarono in aria 230mila tonnellate di metano. Secondo il Greenhouse Gas Equivalency Calculator della Us Environmental Protection Agency, l'impatto ambientale 127mila tonnellate di metano è paragonabile a oltre 717mila auto a benzina in marcia per un anno.
Che cosa è accaduto
Il 9 giugno 2023 è stata segnalata un'esplosione durante la perforazione di un pozzo esplorativo di un giacimento nella regione di Mangistau, nel Kazakistan sudoccidentale, un’area vicina al mar Caspio ricca di giacimenti di petrolio e gas. L’esplosione ha provocato anche un incendio durato fino alla fine dell'anno. L’avaria al pozzo è stata messa sotto controllo solo il 25 dicembre. Le autorità locali hanno riferito alla Bbc che attualmente sono in corso lavori per sigillare il pozzo con gettate di calcestruzzo. L’azienda petrolifera Buzaci Neft, interpellata dalla Bbc, ha negato che l’incidente abbia causato la diffusione di una quantità significativa di metano.
Scoperto dai satelliti
Il metano è un gas invisibile all'occhio umano. Il metano (in sigla CH4, cioè è una molecola di idrocarburo formata da un atomo di carbonio e quattro atomi di idrogeno) è il principale componente del gas naturale. Non ha colore e il suo odore è molto tenue e ricorda vagamente quello del petrolio; il classico “odore di gas” è un odorizzante artificiale che viene aggiunto per rendere percepibili le fughe lungo le condutture. La sua presenza nell’aria nei casi di grosse perdite dai gasdotti si può solitamente misurare utilizzando satelliti attrezzati con telecamere a infrarossi e con sensori che ne leggono la presenza. Questa particolare perdita di metano è stata studiata per la prima volta dalla società di geoanalisi francese Kayrros. La loro analisi è stata ora verificata dall'Istituto olandese per la ricerca spaziale e dal Politecnico di Valencia, in Spagna. Osservando i dati satellitari, gli scienziati hanno scoperto che alte concentrazioni di metano erano visibili in 115 diverse occasioni tra giugno e dicembre. Sulla base di queste letture, hanno concluso che da questo pozzo sono fuoriuscite 127mila tonnellate di metano. Buzachi Neft sostiene che l’analisi di Kayrros sia scorretta, che la società francese abbia confuso per metano una emissione di vapore acqueo e che non abbia stimato la quantità di metano presente nell’aria intorno al pozzo prima dell’inizio della perdita. Kayrros e gli scienziati che ne hanno controllato l’analisi però contestano che sia andata così: lo studio ha tenuto conto del vapore acqueo causato dall’incendio nel pozzo ed è stato fatto cercando picchi di concentrazione di metano, dunque non poteva risentire della precedente concentrazione del gas nell’aria.
I commenti degli scienziati
"L'entità e la durata della perdita sono francamente insolite", ha affermato Manfredi Caltagirone, capo dell'Osservatorio internazionale sulle emissioni di metano delle Nazioni Unite. "È estremamente grande."
Luis Guanter dell'Università Politecnica di Valencia, che ha contribuito a verificare la perdita, afferma che "solo il sabotaggio del Nord Stream potrebbe aver portato a una perdita più grave".
L’effetto del metano
Il metano non bruciato ha un effetto serra molto più potente della CO2. La sua durata in atmosfera, per fortuna, è di diversi decenni e non di secoli ed entro un secolo si è degradato. Nei primi decenni ha un effetto serra anche 80 volte più intenso sella CO2 ma l’effetto medio su tutto il ciclo di permanenza in aria si misura fra le 20 e le 30 volte più intenso della CO2. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) al metano si deve il 30% dell’aumento della temperatura media terrestre rispetto all’epoca preindustriale. Oltre al metano naturale, prodotto per esempio dalla degradazione di tutta la materia organica – compresi gli alberi morti e le foglie secche nelle foreste - le prime fonti di metano in atmosfera emesse dalle attività umane sono dovute all’estrazione del carbone e del petrolio e all’allevamento intensivo, perché questo gas è contenuto nei rutti e nelle flatulenze di bovini e ovini.
Il sito web della compagnia kazaca Buzaci Neft https://buzachineft.kz/