Entro luglio il protocollo salva Ilva. Il governo trova 190 milioni
Arrivano dal Pon e dai fondi Cipe. Per il ministro Clini “non possiamo perdere questo sito, seppur nel quadro delle compatibilità ambientale”. Vendola: “Taranto è questione nazionale”. Tutti i commenti
“Entro la prossima settimana elaboreremo un accordo quadro o un protocollo d’intesa per l’Ilva di Taranto. Non possiamo perdere questo sito, seppur nel quadro delle compatibilità ambientale”. Così il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, in conferenza stampa al termine del tavolo per l’Ilva con le parti sociali.
“Lavoreremo perché l’accordo sia condiviso dall’azienda – ha detto Clini. – La strada è un accordo di programma sul mantenimento delle produzioni e sul risanamento ambientale che sarà finalizzato il 26 luglio”.
Per garantire la produzione nel polo e procedere al risanamento ambientale l’esecutivo mette sul piatto 180-190 milioni di euro. Il governo, come ha riferito il deputato dell’Udc, Salvatore Ruggeri, prevede di mettere insieme 95 milioni dal Pon (Programma operativo nazionale) e altri 92 dai fondi del Cipe. “Ovviamente bisognerà trovare altri finanziamenti per arrivare alla cifra complessiva di 220 milioni, ma non attendiamo – ha sottolineato il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. – Iniziamo ad autorizzare subito e bene quelle risorse che abbiamo in modo da velocizzare le azioni”.
“L’industria siderurgica tarantina rappresenta il più grande stabilimento in Europa – ha spiegato il governatore pugliese, Nichi Vendola, – e le dimensioni del ruolo dell’Ilva nell’economia nazionale sono presenti a tutti. Ma l’inquinamento a Taranto è una storia lunga 120 anni”. Il dato di fondo, secondo Vendola, è che l’Italia si deve caricare sulle spalle Taranto “dopo i sacrifici chiesti alla città, nel segno della conciliazione tra ragioni dell’industria e dell’ambiente”. “L’opera di bonifica del territorio è il modo migliore per dare garanzie ai lavoratori, ai cittadini e anche all’azienda – gli fa eco il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. – Per questo occorre una cabina di regia tra enti locali e parti sociali per garantire le produzioni industriali e la salute dei cittadini. Occorre un luogo di monitoraggio a Palazzo Chigi”.
Confindustria, infine, si è detta “preoccupata” dall’iniziativa della Procura. “L’Ilva non si è mai negata al confronto ed è assolutamente disponibile – ha chiarito il vicepresidente di Confindustria, Alessandro Laterza. – Dobbiamo ispirare un ragionamento comune e superare incomprensioni. I problemi di Taranto non sono solo l’Ilva. Dobbiamo ragionare a un progetto di area”.