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L’Europa diventa “carbon free” per legge. Obbligatorio decarbonizzare entro il 2050

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 28/06/2021 who roberto

Sale dal 40 al 55% il taglio alla CO2 per il 2030, che diventa un obbligo con la legge sul clima appena approvata dall’Europarlamento

L’Europarlamento ha approvato in via definitivaeuropa-green.jpg la legge sul clima, concordata informalmente con gli Stati membri in aprile. I voti favorevoli sono stati 442, i contrari 203, le astensioni 51.  I commenti sono, come ovvio, contrapposti.Il taglio delle emissioni deve essere del 55% entro il 2030 e totale al 2050; successivamente la Ue punterà a emissioni negative, grazie alla cattura e al sequestro della CO2. Una proposta della Commissione per regolare le emissioni e le rimozioni di gas serra dall’uso del suolo (dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura) aumenterà gli assorbimenti di carbonio. La presidente della Commissione europea Ursula von del Leyen ha dato l’annuncio insieme con Greta Thunberg. Entro il 30 settembre 2023, e poi ogni cinque anni, la Commissione valuterà i progressi collettivi fatti da tutti i paesi dell’UE verso l’obiettivo. Sarà istituito inoltre un Comitato consultivo scientifico europeo sul cambiamento climatico, per valutare se la politica europea è coerente con questi obiettivi. Il taglio delle emissioni di gas ad effetto serra è valutato in relazione ai livelli del 1990 e mira a centrare l’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima per contenere il surriscaldamento globale a fine secolo “ben sotto i 2 gradi centigradi”. La relatrice del Parlamento europeo Jytte Guteland ha detto: “L’UE deve ora ridurre le emissioni nel prossimo decennio più di quanto abbia fatto nei tre decenni precedenti messi insieme. Abbiamo obiettivi nuovi e più ambiziosi che possono ispirare altri paesi a fare un passo in avanti”.
 
Il commento di Alessia Rotta
"È stato fatto un passo estremamente significativo per la tutela comune e internazionale dell'ambiente. Il Parlamento europeo ha approvato la prima legge sul cambiamento climatico. Una votazione importante, a cui saremo perfettamente allineati come Paese grazie al programma di transizione energetica inserito nel nostro Pnrr. Neutralità climatica entro il 2050 e riduzioni delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 saranno i due grandi traguardi da raggiungere nei prossimi anni. Si tratta di parti essenziale del Green Deal europeo. Una legislazione destinata a diventare storica. È chiaro che, dopo questa approvazione politica, occorreranno anche strategie concrete di attuazione. La prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici sarà l'occasione proprio per concordare politiche comuni a livello globale. Un percorso comune per affrontare la minaccia globale del cambiamento climatico". Così Alessia Rotta, presidente della Commissione Ambiente della Camera.
 
Perplessa Sardone della Lega:  approccio ideologico, colpisce imprese e cittadini
“Siamo tutti a favore di un impegno per la tutela dell’ambiente, ma la legge sul clima Ue è uno spot finto ambientalista che rischia di penalizzare l’Europa, un ecologismo di facciata che si basa su tasse verdi ed etiche, che porterà alla deindustrializzazione e alla scomparsa di filiere produttive a favore di quelle extraeuropee, a danni sociali per i lavoratori e maggiori costi per i consumatori. Diciamo no a una propaganda che porta avanti un modello in cui l’uomo è una minaccia per l’ambiente, non una risorsa per proteggerlo e a una decrescita che prevede tasse su plastica, zuccheri, combustibili colpendo i cittadini su cui ricadranno i costi. Queste politiche hanno portato l’Europa a essere sempre più debole rispetto ai paesi extraeuropei, senza risultati apprezzabili in termini di emissioni. Più tasse e più regole limitanti significa meno lavoro, più disoccupazione e più povertà. Ai Paesi Ue si richiedono standard sempre più ambiziosi, poi Bruxelles fa accordi commerciali con Paesi asiatici che non hanno e non rispettano gli stessi standard. Il modello a ‘emissioni zero’ è una pericolosa utopia, se l’obiettivo Ue è la fine di interi settori produttivi europei sacrificati per pannelli fotovoltaici, monopattini e batterie Made in China, noi non ci stiamo. Non è questo il modo per tutelare l’ambiente: bisogna farlo a livello globale, ragionare sulla tutela dei territori, senza ideologia, con un confronto scientifico onesto e lontano dal tribunale del popolo creato dagli ecologisti da salotto”. Così Silvia Sardone, europarlamentare Lega, coordinatrice in commissione Ambiente, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo.

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