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Fughe di metano fuori controllo in Turkmenistan: emissioni impressionanti dagli sfiati

where Asgabat (Turkmenistan) when Lun, 15/05/2023 who luca

Un satellite ha scoperto le perdite di metano, che ha un altissimo effetto serra, decine di volte più intenso della CO2. Le emissioni annue di gas da questi giacimenti supera quelle di CO2 dell'Italia

Le fughe diachgabat664.jpg metano da un giacimento di combustibili fossili in Turkmenistan genera emissioni di CO2 più ingenti di quelle dell’Italia, contribuendo in modo significativo al riscaldamento del Pianeta e alla crisi climatica globale. Lo hanno rilevato i satelliti artificiali.
Il metano è 80 volte più potente della CO2 nella sua capacità di sequestrare il calore nei primi 20 anni dalla sua immissione in atmosfera; 20 volte se si considera un periodo di 100 anni.
Il metano è meno riscaldante quando viene bruciato e trasformato in anidride carbonica. Inoltre quando non è bruciato può essere infiammabile ed esplosivo. Per questo motivo molti impianti ricorrono alle torce, in cui  il metano viene fatto fiammeggiare. È una pratica facile da rilevare e negli ultimi anni si è cercato di ridurla in modo significativo. Lo sfiato invece rilascia semplicemente metano in atmosfera, invisibile e incombusto: è una pratica rimasta difficile da rilevare fino ai recenti sviluppi nella tecnologia satellitare.
Il metano è responsabile di circa il 30% del riscaldamento registrato dai tempi preindustriali. All’inizio del 2000 l’aumento delle concentrazioni di metano in atmosfera stava rallentando, ma dal 2007 ha ripreso a crescere più velocemente.
Secondo gli scienziati il metano contribuisce in maniera molto più forte di quanto si pensasse al riscaldamento globale. Secondo lo studio pubblicato nel 2022 su Nature Communications, infatti, l’aumento delle temperature medie globali ha una influenza 4 volte maggiore sul metano. Ciò significa che il metano riscalda l’atmosfera, e l’aumento delle temperature causa emissioni ancora più ingenti di metano, rallentando anche la “rimozione” attraverso reazioni chimiche del metano nell'atmosfera.
Gli esperti individuano nel vertice Cop28 delle Nazioni Unite sul clima, in programma negli Emirati Arabi Uniti a dicembre, un’opportunità per promuovere la riduzione delle emissioni di metano in Turkmenistan. Infatti, contrastare le perdite dai siti di combustibili fossili è il modo più rapido ed economico per ridurre le emissioni di metano e di conseguenza il riscaldamento globale. L’azione per arginare le perdite inoltre si ripaga da sola, in quanto il gas catturato può essere venduto. Con il duplice vantaggio di non immettere gas serra nell’atmosfera.
 
La rilevazione
Nel 2022, stando ai dati satellitari, la fuga di metano proveniente dal giacimento nell’ovest del Turkmenistan, non lontano dalla costa che dà sul Mar Caspio, ha rilasciato in atmosfera 2,6 milioni di tonnellate di metano, mentre un altro giacimento a est ne ha rilasciate 1,8 milioni. Ogni chilo di metano rilasciato in atmosfera equivale a 25 chili di CO2.
Ciò significa che nel 2022 solo da questi due giacimenti, il Turkmenistan ha generato emissioni paragonabili a 366 milioni di tonnellate di CO2, più di quelle annue dell’Italia o del Regno Unito, rispettivamente al 20° e 17° posto tra i Paesi al Mondo con più alte emissioni di anidride carbonica.
 
Chi disperde metano in atmosfera
I punti localizzati all’interno di impianti di combustibili fossili super-emettitori di metano si trovano negli Stati Uniti, in Russia e in Turkmenistan. L’evento più grave registrato è stato una perdita di 427 tonnellate di metano all’ora in agosto, vicino alla costa del Caspio del Turkmenistan e a un importante oleodotto. In quella singola perdita si sono generate emissioni equivalenti a quelle di 67 milioni di auto, o alle emissioni nazionali orarie della Francia.
In Turkmenistan si sono contati 840 “sfiati” tra il 2019 e il 2022. Nello stesso periodo se ne sono contati poco più di 600 negli Stati Uniti, 635 in Russia, 175 in Algeria e 81 in Kazakistan. La maggior parte delle perdite di metano in Turkmenistan deriva da impianti gestiti dalla compagnia petrolifera nazionale Turkmenoil.
 
Secondo gli esperti, la manutenzione delle infrastrutture in Turkmenistan è molto scarsa. Per Antoine Rostand, presidente di Kayrros, la società che ha condotto la rilevazione satellitare, “il metano è responsabile di quasi metà del riscaldamento climatico a breve termine” e che “sappiamo dove sono i super-emettitori e chi lo fa. Abbiamo solo bisogno che i politici e gli investitori facciano il loro lavoro“. I dati satellitari sono stati raccolti a partire dal 2019 in Turkmenistan e hanno mostrato un tendenza in aumento, registrando perdite da singoli pozzi, cisterne o tubature ad un tasso di poche tonnellate all’ora o più, il più alto di tutte le nazioni. "La maggior parte delle strutture coinvolte dalle perdite di metano erano di proprietà di Turkmenoil, la compagnia petrolifera statale" ha dichiarato Kayrros al Guardian.
 

 

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