Il giugno del 2012 è stato il terzo più caldo degli ultimi duecento anni
L’Isac-Cnr di Bologna conferma: due gradi e mezzo sopra la media. Solo nel 2003 e nel 1822 fece più caldo. E la siccità mette a rischio fino al 20% delle produzioni agroalimentari
In Italia il mese di giugno, a livello statistico, ha confermato la diffusa percezione e i dati forniti dai meteo-climatologi in merito alla intensità e persistenza delle ondate di calore. La banca dati dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Isac-Cnr) indica infatti che il giugno 2012 si posiziona come il terzo più caldo degli ultimi due secoli, facendo registrare un’anomalia di +2,57 gradi centigradi rispetto alla media di riferimento (assunta convenzionalmente nel periodo 1971-2000).
Più caldi del mese appena trascorso sono stati soltanto il 2003, il più caldo di sempre con un’anomalia di +4,8 gradi, e il 1822 con +3,09.
Oltre che molto caldo, il giugno 2012 è risultato anche piuttosto secco, chiudendo al quarto posto tra i mesi di giugno degli ultimi due secoli, con un deficit di piovosità di oltre il 70% rispetto alla media del periodo. Più asciutti, sono stati solo quelli del 1945, del 1879 e del 1928, con anomalie negative rispettivamente di -76%, -77% e -78%.
E il rischio siccità si fa sentire forte in molte regioni, come il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, dove le risorse idriche già dalla scorsa settimana non sono sufficienti a coprire il fabbisogno e le coltivazioni sono messe a dura prova. Soprattutto il mais, come ricorda la Cia (Confederazione italiana agricoltori), che rischia di perdere fino al 20% della produzione. Ma anche l’ortofrutta sta subendo danni: dal colpo di calore, che dissecca porzioni della pianta provocando uno “stress” con effetti sullo sviluppo, fino alla spaccatura dei frutti.