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Grand’Europa. Così l’intesa Ue per fermare le perdite di metano. Si alleano anche Usa+Cina

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 20/11/2023 who roberto

Alla Cop28 di Dubai saranno presentati due accordi fondamentali per limitare le dispersioni in aria di uno dei più forti gas a effetto serra

È fondamentale l’intesa raggiuntamethane-leak_0.jpg la settimana passata tra Parlamento e Consiglio Ue sul regolamento per la tracciabilità e la riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico. Un’intesa che verrà presentata come caso di successo alla Cop28 sul clima in arrivo a Dubai. Un’altra intesa per limitare le emissioni fuggitive di metano è stata raggiunta fra Usa e Cina con il documento congiunto Sunnylands Statement on Enhancing Cooperation to Address the Climate Crisis, frutto di una settimana di negoziati in California tra i due responsabili per l’agenda climatica, Xie Zhenhua e John Kerry. Il testo dell’accordo fra Usa e Cina fa cenno anche alla lotta contro l’inquinamento da plastica ma non parla in alcun punto di fonti fossili.
 
Perché limitare il metano
Il metano non bruciato ha un effetto di riscaldamento dell’atmosfera decine di volte più potente rispetto alla CO2, dall’ottantina di volte più intenso nei primi decenni fino a una ventina di volte nel giro di un secolo. A differenza dell’anidride carbonica però si dissolve più velocemente, nel giro di decenni invece che si secoli. I settori europei che emettono più metano sono agricoltura, industria ed energia, nell’ordine il 53%, 26% e 19%, ma l’agricoltura non è controllabile perché deriva dai processi naturali di fermentazione biologica. Più facile controllare le dispersioni dai pozzi di gas e dalle condutture per il suo trasporto, come per esempio gli sfiati di gas in aria libera.
 
I contenuti
Il regolamento era stato proposto dalla Commissione europea nel dicembre 2021. Prevede nuovi requisiti per i settori del petrolio, del gas e del carbone per misurare, comunicare e verificare le emissioni di metano. Inoltre il testo prevede misure di mitigazione per evitare queste emissioni, tra cui l’individuazione e la riparazione delle perdite di metano e la limitazione dello sfiato e del flaring. Il documento propone inoltre strumenti di monitoraggio globali per garantire la trasparenza sulle emissioni di metano provenienti dalle importazioni di petrolio, gas e carbone nell’Ue. Entro tre anni dall’entrata in vigore, la Commissione dovrà presentare un atto delegato che fissi le classi di intensità di metano per il petrolio greggio, il gas naturale e il carbone immessi sul mercato dell’Ue a livello di produttore o di azienda. Le società energetiche dovranno iniziare a riportare i dati generali di dispersione entro i 18 mesi successivi all’entrata in vigore ed entro quattro anni ogni singola fonte di metano nel territorio Ue dovrà essere segnalata e rendicontata annualmente. Le autorità ispezioneranno periodicamente per verificarne la conformità. Il periodo tra un’ispezione e l’altra non supererà i tre anni. L’intesa contiene un cronoprogramma con la frequenza del monitoraggio, la comunicazione e le ispezioni. Le aziende devono presentare alle autorità competenti relazioni con la quantificazione delle emissioni di metano alla fonte (entro 18 mesi), le misurazioni dirette delle emissioni di metano sugli impianti gestiti (entro 24 mesi), le emissioni di metano alla fonte integrata da misurazioni a livello di sito (entro 36 mesi ed entro il 31 maggio di ogni anno successivo) e le emissioni di metano alla fonte per gli asset non gestiti (entro 48 mesi, ed entro il 31 maggio di ogni anno successivo). È prevista una soglia di 17 grammi di metano l’ora per le dispersioni sottomarine, 5 grammi per quelle sotterranee e 1 grammo per quelle fuori terra. La riparazione o la sostituzione dei componenti guasti che disperdono gas dovrà avvenire immediatamente dopo il rilevamento di una perdita, in ogni caso non oltre cinque giorni. Per una riparazione completa sono concessi 30 giorni. Gli Stati membri dovranno aggiornare l’inventario di tutti i pozzi e dimostrare l’assenza di emissioni di metano per i pozzi chiusi negli ultimi 30 anni. Da controllare anche le emissioni di metano (grisù) dalle miniere di carbone chiuse o abbandonate da meno di 70 anni, tranne le miniere completamente allagate da più di 10 anni.
 
Il ruolo dell’import
Rispetto alla proposta della Commissione, l’intesa include anche le importazioni, poiché le emissioni di metano dal settore energetico arrivano soprattutto dal settore del gas di cui i Paesi Ue sono soprattutto importatori. Dal 1° gennaio 2027 gli importatori dovranno monitorare, rendicontare e verificare le dispersioni. Ciascuno Stato membro potrà imporre sanzioni se queste disposizioni non vengono rispettate.
 
Il percorso del negoziato europeo
Il negoziato è iniziato il 30 agosto con l’obiettivo di raggiungere un accordo prima della prossima Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai. Per essere adottato, il regolamento oggetto dell’intesa dovrà essere confermato dagli ambasciatori degli Stati membri nell’Ue (Coreper) e dalle commissioni Ambiente (Envi) ed Energia (Itre).
 
I commenti all’intesa europea

L’accordo è un “passo cruciale per raggiungere il Green Deal europeo e ridurre le nostre emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030”, commenta la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson. “L’Unione europea sta finalmente introducendo misure vincolanti per ridurre il metano, il killer del clima”, ha detto Jutta Paulus, verde tedesca che ha negoziato l’accordo per conto dell’Europarlamento.
 
L’accordo fra Usa e Cina
Le azioni concrete che i due Paesi si impegnano a realizzare entro la fine del decennio verranno coordinate alla Cop28 di Dubai da un nucleo operativo guidato dagli inviati speciali sul clima di Washington e Pechino, John Kerry e Xie Zhenhua. La base di partenza è rappresentata dalla dichiarazione congiunta di Sunnylands al summit tenutosi dal 4 al 7 novembre in California che ha permesso di riavviare il dialogo tra i due Paesi. Il documento congiunto parla di intervenite su temi come “la transizione energetica, il metano, l’economia circolare e l’efficienza delle risorse, le province/stati e città sostenibili e a basse emissioni di carbonio e la deforestazione”. Tra i punti chiave della dichiarazione vi sono: l’intenzione comune di sviluppare azioni e obiettivi specifici sulla riduzione delle emissioni di metano – di cui la Cina è principale produttore mondiale – da integrare nei piani nazionali di riduzione delle emissioni entro il 2035, l’impegno per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015, lo scambio di informazioni su politiche, misure e tecnologie per il controllo e la riduzione delle emissioni. Il gruppo di lavoro dovrà avviare subito “dialogo politico, scambi di soluzioni tecniche e sviluppo di capacità, basandosi sui rispettivi piani d’azione nazionali sul metano per sviluppare le rispettive azioni/obiettivi di riduzione del metano da includere negli NDC del 2035 e sostenere i progressi di ciascun Paese nella riduzione/controllo del metano”.

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