Quelli del no. Continuano in Abruzzo le proteste nimby contro il giacimento Bomba
“Le forti criticità connesse all’estrazione e alla raffinazione del gas da quel giacimento non le abbiamo inventate noi, sono note da molti decenni”, dice il comitato Gestione partecipata territorio
Continuiamo ad aggiornare la cronaca delle contestazioni in Abruzzo contro il progetto per estrarre metano dal giacimento di Bomba (Chieti) e per liquefarlo con un piccolo impianto locale. Nelle settimane scorsa, come ha dato conto e-gazette, la Ln Energy ha presentato al ministero dell’Ambiente la documentazione per avviare la procedura di impatto ambientale. A differenza di altri giacimenti, quello di Bomba ha due caratteristiche che lo rendono unico. Primo: il giacimento è nelle profondità del sottosuolo sotto un lago artificiale. Seconda particolarità: poiché si trova lontano da gasdotti di capacità adeguata, per portare via il metano estratto è necessario raffreddarlo fino a farlo diventare liquido per poterlo caricare su autocisterne termiche.
Gestione partecipata
“Le forti criticità connesse all’estrazione e alla raffinazione del gas da quel giacimento non le abbiamo inventate noi, sono note da molti decenni”, dice il comitato Gestione partecipata territorio presieduto da Massimo Colonna. “La società non conosce la storia e pensa solo ai suoi guadagni e non le interessa affatto la salvaguardia del territorio, altrimenti non avrebbe mai messo le mani su quel giacimento. Le criticità sono state evidenziate dall’Agip, quando aveva tutti i permessi, e sono state brillantemente illustrate nel volume Geologia ambientale del 1997 da Bruno Martinis, professore ordinario di Geologia e presidente del Comitato per la geologia e le scienze minerarie del Consiglio nazionale delle ricerche. Nel volume si legge che le problematiche sono legate alla pessima qualità del gas, che contiene un’elevata percentuale di azoto e di idrogeno solforato, e alla subsidenza che può mettere a rischio la stabilità della diga del lago di Bomba e delle frane presenti sopra il bacino idroelettrico. Per controllare la subsidenza l’Agip ha effettuato delle misure nel 1976, ripetute poi nel 1978, 1980 e 1985, ed ha registrato dei movimenti anomali verso valle. Le criticità riscontare hanno convinto l’Agip a rinunciare al titolo minerario, inducendo il giacimento di Bomba a diventare un esempio di riserva di idrocarburi non coltivabile per gli impatti ambientali”.
"È anacronistico che il PNRR, che tra le 7 missioni annovera Rivoluzione verde e transizione ecologica e prevede lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile, stanzi fondi per sfruttare un giacimento di idrocarburi fossili, soprattutto se il progetto mette a rischio un grande impianto idroelettrico che produce energia da fonte rinnovabile da oltre 60 anni e lo potrà fare ancora per molto”.
Il progetto
Anni fa la società mineraria Cmi Energia aveva messo gli occhi su un piccolo giacimento di gas della concessione Colle Santo, sotto il lago artificiale di Bomba, sull’Appennino a monte di Chieti. Ora il progetto si ripresenta con una variante: per ridurre l’impatto ambientale creato dal metanodotto che avrebbe portato fino alla rete nazionale il metano estratto a Bomba, i nuovi proponenti dicono di voler costruire un piccolo impianto di liquefazione in loco, in modo da caricare il gas liquefatto (Gnl) sulle autobotti. Il progetto prevede un impianto Gnl di piccola scala (Small Scale Lng) per la messa in produzione dei pozzi Monte Pallano 1 e Monte Pallano 2 situati nella Regione Abruzzo, in provincia di Chieti, nel comune di Bomba partendo dagli studi di Cmi Energia, guidata dall’italoamericano Mark Fascogna. Quest'ultimo, nel 2016 e nel 2017, aveva proposto un progetto per la messa in produzione dei pozzi esistenti Monte Pallano 1 e 2, la perforazione e completamento di due nuovi pozzi Monte Pallano 3 e 4 e l'eventuale perforazione di un ulteriore pozzo Monte Pallano 5, la costruzione di un gasdotto di circa 21 chilometri e di una centrale di trattamento gas nell'area industriale del comune di Paglieta. Nel giugno 2022 la Cmi Energia attraverso la controllata Ln Energy ha presentato alla commissione Via del ministero dell’Ambiente una nuova proposta con due possibili ipotesi di sviluppo del giacimento dell’area di Colle Santo, denominate Small Scale Lng Project e Staged Development Project, come ulteriore variazione del progetto di sviluppo dell’area.
Per saperne di più:
La procedura depositata al ministero dell’Ambiente https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti...
L’articolo precedente di e-gazette sullo stesso caso https://www.e-gazette.it/sezione/eco...
Le pagine web del progetto https://www.sviluppocollesanto.it