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Nucleare. Pubblicata (dopo 6 anni) la Cnapi, la carta nazionale delle aree idonee al deposito

where Roma when Lun, 11/01/2021 who roberto

La struttura, dal costo previsto di circa 880 milioni, riunirà i rifiuti radioattivi ora disseminati in decine di stoccaggi locali, per la maggior parte provenienti da usi civili e sanitari

Martedì 5 gennaio, dopo il nulla osta scorie-nucleare.jpgarrivato il 30 dicembre dalle due dirigenti competenti dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente,  la Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del parco tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. La pubblicazione della Cnapi ha aperto un coro di proteste da parte dei sindaci dei 67 territori ottimali che appaiono nella mappatura, in particolare quelli in Piemonte (2 in provincia di Torino e 5 di Alessandria) e nel Lazio (5 in provincia di Viterbo). Altre zone con caratteristiche adeguate per modesto rischio sismico, sicurezza idrogeologica da frane e allagamenti, scarsa densità di abitanti, lontananza dal mare e così via sono in Sardegna (soprattutto sulle colline che circondano il Medio Campidano), Sicilia (nelle zone di Palermo, Trapani e a Butera), tra la Puglia e la Basilicata e in alcune piccole aree in val d’Orcia nel Senese.
 
Cinque anni di segreto di Stato
La cartografia delle aree idonee ha molti anni di segretezza alle spalle. Una prima versione era stata predisposta una decina d’ani fa dall’Enea; poi sulla base delle indicazioni dell’Ispra (il cui incarico oggi è passato all’ispettorato per la sicurezza nucleare Isin) il lavoro è stato riscritto dalla Sogin e verificato più volte, ma sempre sotto la totale copertura del segreto di Stato.
La segretezza era chiesta dai governanti per evitare di sollevare quelle polemiche che con uno dei primi casi clamorosi di Nimby nel 2003 avevano paralizzato il progetto di costruire a Scanzano Ionico (Matera) un deposito geologico sotterraneo di rifiuti radioattivi ad alta attività.
La scelta di rendere finalmente pubblica la Cnapi per avviare il dibattito trasparente sulla collocazione è stato un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo.
 
La consultazione pubblica
La pubblicazione della Cnapi, con l’elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche), di fatto dà l’avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. Sarà questo l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere. In base alle osservazioni e alla discussione nel seminario nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri dei ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente, delle Infrastrutture e trasporti e dell’ente di controllo Isin.
In base a questi pareri, il ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee.
La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni.
 
Il progetto del deposito
Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avrà una struttura a matrioska: nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati.
In totale, circa 78mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività: si tratta dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attività di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano.
 
Il commento del ministero dell’Ambiente: “Un atto di responsabilità”
Questa la nota ufficiale del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e del sottosegretario all’Ambiente con delega alle politiche nucleari Roberto Morassut:
“Con la pubblicazione della Cnapi, la Carta delle aree idonee ad ospitare il deposito unico di scorie nucleari, parte una storica fase di partecipazione e coinvolgimento di cittadine e cittadini. La carta è stata pubblicata la scorsa notte e adesso si avvia il confronto che durerà alcuni mesi, con un percorso articolato e stabilito per legge, con enti locali, associazioni di categoria, università, sindacati. Inutile nascondersi dietro un dito: per anni i governi precedenti hanno eluso il problema, rinviando la soluzione, che evidentemente non porta voti né consensi. Ma questa è la maturità di questo governo: lavorando insieme, Ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno rilasciato il nulla osta alla Carta, elaborata seguendo criteri esclusivamente tecnici con il lavoro svolto da Isin e i principali enti di ricerca. Adesso il Paese conosce i 67 siti potenzialmente idonei. Ribadiamo: “potenzialmente”: questo non significa che sia stata assunta alcuna decisione alle spalle delle comunità locali, come qualcuno in malafede sta in queste ore sostenendo. Proprio quel qualcuno che in passato è stato fautore dell’energia nucleare tanto da averne auspicato il ritorno. Invece con la Cnapi si chiude per sempre quella fase. Ma è opportuno smaltirne i rifiuti, così come mettere in sicurezza tutti i metri cubi di rifiuti provenienti dagli usi civili, come nel caso della medicina nucleare: Tac, risonanze magnetiche, terapie radiologiche anti tumorali che purtroppo fanno parte del nostro quotidiano. Ecco, a chi sta soffiando sul fuoco della polemica, diciamo: si informi, studi e soprattutto maturi politicamente. Non è terrorizzando i cittadini che si governa, ma rendendo i processi trasparenti e partecipati al massimo”.
 
Il commento del sottosegretario Morassut
“Si tratta di una forte assunzione di responsabilità da parte del Governo – dichiara il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut, d'intesa col Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli e su delega del Ministro dell'Ambiente Costa – che non si sottrae dal risolvere una questione da anni al centro di dibattito e non più rimandabile. È un provvedimento da tempo atteso e sollecitato anche dalle associazioni ambientaliste, che consentirà di dare avvio ad un processo partecipativo pubblico e trasparente al termine del quale sarà definita la localizzazione dell’opera. Un impegno che questo Governo assume anche in ottemperanza agli indirizzi comunitari e nel rispetto della piena partecipazione delle comunità alle decisioni. La realizzazione del Deposito Nazionale permetterà al nostro Paese di tenere il passo con gli altri partner europei, che già da tempo hanno realizzato sul proprio territorio strutture analoghe, o che le stanno già progettando e realizzando”.

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