torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Patto stragiudiziale. Greenpeace darà in beneficenza 300mila sterline e starà lontana dalla Shell

where Londra when Lun, 23/12/2024 who roberto

Accordo a denti stretti. Dopo che alcuni attivisti di Greenpeace avevano occupato una nave della compagnia, la Shell aveva chiesto 900mila dollari di danni. Alla fine le parti sono venute a un accomodamento e hanno concordato che Greenpeace pagherà una donazione all’ente inglese di beneficenza per il salvataggio in mare e si asterrà da azioni contro la Shell nel Mare del Nord

Accordo stragiudiziale a denti arcticsunrisegreenpeacerijeka.jpgstretti fra l’organizzazione Greenpeace e la compagnia petrolifera anglo-olandese Shell. Alcuni attivisti di Greenpeace avevano occupato una nave della compagnia, la Shell aveva chiesto 900mila dollari di danni, alla fine le parti sono venute a un accomodamento fuori dalle aule giudiziarie e hanno concordato che Greenpeace pagherà una donazione di 300mila dollari all’ente inglese di beneficenza per il salvataggio in mare e si asterrà da azioni contro la Shell nel Mare del Nord.

 
Il fatto sulla Penguins
Dal 31 gennaio al 12 febbraio del 2023, per 13 giorni, sei manifestanti di Greenpeace erano saliti a bordo e avevano occupato la nave galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico (Fpso) Penguins, un’unità da 72mila tonnellate di stazza, di nuova costruzione, mentre veniva trasportata nell'Oceano Atlantico a nord delle Isole Canarie. Altri due contestatori avevano tentato senza successo di salire a bordo.
 
Il processo
Nel febbraio 2023, la Shell UK insieme con altre società coinvolte dall’azione di Greenpeace avevano chiesto a un tribunale inglese che Greenpeace rimborsasse i costi sostenuti dalla Shell per 900mila dollari, di cui 500mila spesi per ingaggiare una nave di salvataggio se fosse accaduto qualche incidente alle persone, compreso l’equipaggio.
 
L’accordo
Una somma di 300mila sterline sarà versata da Greenpeace alla Royal National Lifeboat Institution (Rnli), un ente di beneficenza concordato tra le parti. Shell non riceverà alcun risarcimento. Inoltre Greenpeace si impegna a non avvicinarsi a meno di 500 metri dalla nave Penguins e alle piattaforme Shearwater, Gannet e Nelson nel Mare del Nord. Non dovranno salire a bordo, tentare di salire a bordo, interferire, danneggiare, bloccare o ostacolare qualsiasi altra attrezzatura, installazione, bene o imbarcazione (o qualsiasi imbarcazione che li trasporti, li rimorchi o li scorti) in quelle quattro aree petrolifere.
 
Greenpeace: “Vittoria!”

Scrive Greenpeace: “La pressione di migliaia di persone ha costretto Shell a fare marcia indietro nella sua causa milionaria contro Greenpeace. Il gigante fossile aveva avviato lo scorso anno un’azione legale contro Greenpeace UK e Greenpeace International a seguito della protesta pacifica di sei attiviste e attivisti che avevano occupato la sua piattaforma petrolifera Penguins. Shell aveva chiesto un risarcimento per danni di oltre 8,6 milioni di dollari pensando di intimidirci, ma questa azione legale si è trasformata in un boomerang mediatico. Alla fine, la reazione pubblica contro l’atteggiamento prepotente del colosso petrolifero ha costretto Shell a cercare una soluzione fuori dalle aule del tribunale. In base all’accordo finale raggiunto tra noi e Shell, Greenpeace non pagherà alcuna somma a Shell, ma donerà 300mila sterline alla Royal National Lifeboat Institution (Rnli), organizzazione che si occupa di soccorso in mare. Greenpeace si è impegnata a non protestare per un periodo limitato presso quattro siti Shell nel Mare del Nord settentrionale: siti in gran parte campi in declino, dove non avremmo comunque pianificato azioni di protesta”.
 
Shell: “Sicurezza in mare”

Scrive la Shell: Greenpeace ha ora accettato di effettuare un pagamento alla Royal National Lifeboat Institution (Rnli), che riconosce la principale preoccupazione della Shell per l'azione di Greenpeace – che questo tipo di acrobazia in mare è un serio rischio per la sicurezza e la vita. Come parte dell'accordo, Greenpeace ha anche firmato un impegno legalmente vincolante nei confronti di Shell UK e dell'Alta Corte. Vieta a Greenpeace di svolgere azioni simili presso o vicino alle principali piattaforme petrolifere e di gas nel Mare del Nord per 5-10 anni. Shell è lieta che la controversia sia stata risolta e che un pagamento al posto dei costi sostenuti possa andare a favore di un ente di beneficenza che lavora per la sicurezza in mare. Per Shell, il diritto di protestare è fondamentale e non è mai stato in discussione. Invece, questo caso riguardava un abbordaggio illegale da parte di manifestanti che un giudice dell'Alta Corte ha descritto come azione in grado di mettere a rischio la loro vita e, indirettamente, la vita dell'equipaggio. Era anche chiaro che Greenpeace poteva ancora protestare a distanza di sicurezza e che i loro diritti umani non erano stati violati”.
 
Il comunicato di Greenpeace https://www.greenpeace.org/italy/sto...
Il comunicato della Shell https://www.shell.co.uk/about-us/new...

immagini
Arctic_Sunrise_Greenpeace_Rijeka