Radioattività, confermata l’alleanza fra i Carabinieri tutela ambientale e la Sogin
Nuovo protocollo d’intesa per la gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, convenzionali e delle sorgenti radioattive “orfane”
Alla presenza del sottosegretario all’Ambiente e alla sicurezza energetica Claudio Barbaro, la commissaria della Sogin, prefetta Fiamma Spena, e il comandante dei Carabinieri tutela ambientale e transizione ecologica, generale Valerio Giardina, hanno rinnovato il protocollo d’intesa finalizzato alla collaborazione nelle operazioni di recupero, gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi e convenzionali e delle sorgenti radioattive “orfane”. Il protocollo prevede l’organizzazione di attività formative reciproche nei settori di interesse comune e la collaborazione nello sviluppo di attività di analisi, ed eventuale aggiornamento, delle procedure riguardanti la gestione dei rifiuti radioattivi e convenzionali, nonché delle terre e rocce da scavo prodotte nei lavori di disattivazione dei siti nucleari.
L’accordo è in linea con la strategia di economia circolare che Sogin adotta, da sempre, per minimizzare i rifiuti prodotti e massimizzare il volume dei materiali da recuperare. Una strategia che si sviluppa su quattro driver: riciclo dei materiali smantellati; efficientamento dei consumi energetici; riutilizzo di strutture e componenti durante i lavori di dismissione; riduzione dell’impatto ambientale in ogni fase dei lavori. Lo smantellamento degli impianti nucleari italiani permetterà di recuperare oltre un milione di tonnellate di materiale, l’89% delle strutture sistemi e componenti che saranno smantellati.
La sorgente radioattiva “orfana” è un emettitore di radioattività che viene scoperto senza che se ne conoscesse prima l’esistenza; in genere è un apparecchio impiegato in ambito industriale e, in misura più limitata, nel settore sanitario e della ricerca, che negli anni non è sottoposto a controlli da parte delle autorità perché non è mai stato registrato o controllato prima, o perché è stato abbandonato, smarrito, collocato in un luogo errato; o ancora rubato, oppure trasferito a un detentore non autorizzato, o senza che il destinatario sia stato informato.
“Nello spirito di collaborazione tra le strutture dello Stato, questo protocollo d’intesa, mettendo a fattor comune esperienze, competenze, risorse ed energie - ha commentato il sottosegretario Claudio Barbaro - ha lo scopo di rafforzare la capacità del Paese di attuare il cambiamento energetico e la transizione verso un mondo più green e renderne più efficaci i risultati, nello specifico nella gestione dei rifiuti radioattivi, il loro stoccaggio e lo smantellamento delle infrastrutture nucleari”.
“Siamo orgogliosi – ha commentato Fiamma Spena, commissaria di Sogin – di questa collaborazione con il comando tutela ambientale e transizione ecologica dei carabinieri, che conferma il valore delle competenze della Società e del suo impegno quotidiano per garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dell’ambiente nello smantellamento degli impianti nucleari e nella gestione dei rifiuti, sia radioattivi che convenzionali”.
“Il protocollo siglato – ha affermato Valerio Giardina, comandante dei carabinieri tutela ambientale e transizione ecologica – segue le decisioni assunte dal Governo in seno al decreto Sostegni, approvato il 15 giugno scorso, nel cui contesto le unità specializzate del comando carabinieri tutela ambientale e transizione ecologica, in linea con le direttive del comandante generale Teo Luzi in materia di protezione ambientale e tutela della salute dei cittadini, opereranno con rinnovato entusiasmo e spirito di leale collaborazione con la prefetta Spena per sostenere le attività di smantellamento degli impianti nucleari italiani, la gestione dei rifiuti radioattivi e la realizzazione del deposito nazionale”.