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Dai territori. Qui Caserta. Il Parco del Matese diventerà nazionale. Una roadmap del Wwf

where Caserta when Lun, 14/04/2025 who roberto

Aree protette: il Wwf a Castelporziano delinea una roadmap per l’Italia per raggiungere gli obiettivi 2030. A margine del convegno il ministro Picchetto ha annunciato l’avvio in questi giorni dell’iter istitutivo del Parco nazionale del Matese.

Il parco regionale campano wwf-img9121-aspect-ratio-720-610-scaled.jpgdel Matese, in provincia di Caserta, diventerà un parco nazionale. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, durante il convegno del Wwf sulle aree protette che si è svolto a Castelporziano (Roma).

All’annuncio dell’avvio in questi giorni dell’iter istitutivo del Parco nazionale del Matese ha risposto il presidente del Wwf Italia, Luciano Di Tizio: “Le aree protette in questo senso sono una delle strade da percorrere per raggiungere l’armonia tra noi umani e la natura. Questa tre giorni è stata l’occasione per confrontarsi in modo positivo su questi temi e lavorare insieme, associazioni, enti gestori e scienza, per l’obiettivo 30% del territorio protetto entro il 2030”.
Sono in lista d’attesa oltre al Matese anche i parchi nazionali della Costa Teatina (Chieti) e delle isole Egadi (Trapani).
 
Il convegno
Raggiungere il 30% di territorio nazionale protetto a terra e a mare entro il 2030, come previsto dalle strategie nazionale ed europea sulla biodiversità, non sarà facile, ma sarà fondamentale per conservare efficacemente il capitale naturale italiano a beneficio di tutti. Sono questi i risultati emersi dalla seconda edizione del convegno nazionale Protected Areas and Conservation nella tenuta presidenziale di Castelporziano, riserva naturale statale inserita nella Rete Natura 2000. Il congresso è durato tre giorni ed è stato organizzato dal Wwf Italia, gestore di 100 oasi protette, e ha visto la partecipazione di decine di esperti del mondo dei parchi e della ricerca, delle associazioni e delle istituzioni, tra cui il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto.
 
I temi
Gli interventi hanno mostrato come sia fondamentale una adeguata pianificazione delle aree più strategiche, partendo dai migliori dati disponibili sullo stato della biodiversità italiana: qui andranno realizzate nuove aree protette a terra e a mare per raggiungere l’obiettivo del 30%, senza però fermarsi ai soli aspetti quantitativi, ma migliorando sensibilmente anche la qualità della gestione delle aree protette attuali e future. Ancora più sfidante sarà invece l’individuazione del 10% di aree a protezione rigorosa, anche nella loro accezione più ampia rispetto alle sole riserve integrali. È stato affrontato anche il tema della gestione delle aree marine protette, strumenti per la conservazione e il restauro della biodiversità marina, ma non ancora strutturate in maniera efficace per raggiungere gli scopi fissati dalla normativa di settore.
 
Le idee del Wwf
Alla luce di quanto emerso dal convegno, il Wwf propone una roadmap in 4 punti che consenta di raggiungere concretamente gli obiettivi per le aree protette al 2030.
Entro il 2026: sbloccare le aree protette istituende. Dovranno essere istituite le aree protette già previste dalla legge (Parco Nazionale del Matese, Parco Nazionale della Costa Teatina, Parco Nazionale delle Egadi, etc.).
Entro il 2027: migliorare e rafforzare la normativa delle aree naturali protette. La legge quadro n. 394/1991 ha avuto il grandissimo merito di dare un fondamentale impulso alla creazione di nuove aree protette. In oltre 30 anni di vita sono emersi alcuni punti di miglioramento sostanziale, anche al fine di rimediare ad alcune modifiche parziali non sempre in linea con gli obiettivi principali che deve avere un’area protetta. È necessario:
alleggerire l’iter di istituzione di nuove aree protette, senza tempi certi, e garantire che gli strumenti (es. Piano del Parco) e i ruoli chiave (es. Presidenti, Direttori, etc.) non restino inattuati o vacanti;
dotare le aree protette di risorse umane ed economiche adeguate, a partire da personale tecnico-scientifico e da risorse certe per le Aree Marine Protette;
individuare un’agenzia di coordinamento nazionale delle aree naturali protette, in seno ad Ispra o al ministero dell’Ambiente, che svolga efficacemente un ruolo di affiancamento e coordinamento operativo, in particolare per le Aree Marine Protette il cui sistema di gestione ha mostrato tutti i suoi limiti;
connettere tra loro le aree protette. I Parchi sono uno degli strumenti necessari alla tutela, ma da soli non possono costituire la risposta alle esigenze di contrastare la drammatica perdita di biodiversità che procede in Italia come nel resto del Pianeta;entro il 2028: individuare le nuove aree protette a terra e a mare da istituire per raggiungere il 30% di territorio protetto, al fine di garantire la più efficace conservazione della biodiversità italiana, incluso il 10% di territorio a protezione rigorosa;
entro il 2030: raggiungere l’obiettivo di avere un sistema di aree protette gestite in maniera efficace ed ecologicamente connesso che copra almeno il 30% di territorio a terra e a mare, arrestando il declino della biodiversità e generando servizi ecosistemici essenziali per il benessere delle persone.
Tutte queste azioni vanno inserite nel più ampio quadro generale legato all’attuazione della Strategia Nazionale della Biodiversità, anche attraverso il nuovo strumento del Piano Nazionale di Ripristino introdotto dalla Nature Restoration Law.

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