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Carbone. In calo l’import per centrali elettriche

where Parigi (Francia) when Lun, 28/11/2016 who michele

Bilancio Assocarboni: nel 2016 usate 15 milioni di tonnellate (-7% rispetto al 2015); stabili le importazioni di carbone metallurgico (3,5 milioni di tonnellate)

andreaclavarino.jpgNel 2016 l'Italia importerà 15 milioni di tonnellate di carbone da vapore (-7% rispetto al 2015) e 3,5 milioni di tonnellate di carbone metallurgico e pci, dato stabile rispetto al 2014. Questi sono alcuni dei dati sull'andamento del settore nel 2016 anticipati a Parigi da Andrea Clavarino, presidente di Assocarboni, nel corso dell'annuale riunione plenaria del Coal industry advisory board (Ciab).
Nel corso del plenary meeting, il presidente Assocarboni ha richiesto all'International energy agency, nella persona del direttore esecutivo Fatih Birol, di avviare quanto prima la realizzazione di studi ufficiali sulla comparazione delle emissioni dei combustibili fossili in tutte le fasi del ciclo di vita, per correggere l'erroneo messaggio mediatico che il gas sia da preferire al carbone nella transizione verso le rinnovabili.

Luoghi comuni da smentire - Presentare il gas come una soluzione alla lotta per il cambiamento climatico non sembra giustificato da vari studi scientifici di autorevoli centri di ricerca, che hanno dimostrato come considerando l'intero ciclo di vita dei combustibili fossili, viene significativamente ridotta la distanza tra le emissioni di CO2 generate dal carbone e quelle generate dal gas, che anzi possono addirittura essere maggiori.
I combustibili ritenuti puliti - Includendo anche le emissioni della CO2 della fase "pre-combustione", vale a dire quando si estraggono i combustibili dai giacimenti e post combustione i valori di riferimento si allineano, a causa soprattutto dei diversi gas presenti nei giacimenti insieme al metano (H2S, CO2, N2O, ecc.) che vengono liberati in atmosfera e non conteggiati.
In particolare, è ormai ampiamente dimostrato che lo shale gas e le tecniche di fracking abbiano come conseguenza gravi problematiche ambientali: molti studi americani (Robert Howarth, Cornell University, Frank Clemente, Penn University, ecc) e inglesi (l'ultimo in ordine di tempo è stato presentato da Nick Cowern alla Commissione sul Cambiamento Climatico in Gran Bretagna) invitano con forza a tenere in considerazione i danni prodotti agli ecosistemi dall'estrazione dello shale gas (un esempio su tutti: il forte aumento delle emissioni inquinanti rilasciate in atmosfera nella regione africana del Sahel).
Le conclusioni dei vari studi hanno sempre ribadito che lo shale gas presenta emissioni maggiori di CO2 rispetto al carbone, liberate soprattutto in fase di estrazione e questi risultati devono necessariamente essere introdotti nelle valutazioni di politica energetica di ogni Paese.

La produzione elettrica - Clavarino ha poi aggiunto che l'Italia ha fatto enormi passi verso la sostenibilità, ben prima degli altri paesi europei e degli accordi di Parigi. Nel nostro paese, infatti, il 70% dell'elettricità è prodotta da gas e rinnovabili, il nucleare è inesistente e la quota di carbone tra le più basse in Europa (13% rispetto ad una media europea del 28%).
Rispetto alle più obsolete e meno efficienti tecnologie impiegate nel passato, i moderni impianti ad alta efficienza e a basse emissioni disponibili oggi in Italia per la produzione di energia elettrica, emettono tra il 25 e il 33% di CO2 in meno e sono in grado di ridurre significativamente tutte le altre emissioni inquinanti.
L’innovazione - Gli operatori italiani del settore hanno mostrato una straordinaria capacità di innovazione: tutte le centrali a carbone presenti in Italia hanno ottenuto la rigorosa certificazione ambientale europea (Emas) e vantano un rendimento medio del 40%, con un picco del 46% registrato dall'impianto di Torrevaldaliga Nord, eguagliato per performance solo da altri due impianti a livello mondiale, presenti in Giappone e in Danimarca.

Inoltre, le tecnologie di combustione del carbone continuano a evolversi. C'è un potenziale aggiuntivo, oltre al già citato Hele, per lo sviluppo futuro di impianti altamente avanzati e dotati di tecnologia Igcc (Integrated Gasification Combined Cycle). Queste tecnologie saranno probabilmente disponibili intorno al 2020 e potranno raggiungere livelli di efficienza prossimi al 50%.
Il parere di Clavarino - "Negli ultimi decenni l'industria del carbone ha fatto enormi passi verso la sostenibilità ambientale. Oggi il carbone garantisce costi contenuti e sicurezza energetica ed è quindi il combustibile ottimale per accompagnare la crescita delle rinnovabili sulla strada della mitigazione dei cambiamenti climatici", ha concluso il presidente di Assocarboni.

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Presidente Assocarboni
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