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L’energia che cambia. Rinnovabili e biocarburanti pesano per quasi un quinto del mix Ue

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 05/12/2022 who roberto

Sono i dati del Med & Italian Energy Report di Srm e dell'Esl Energy Center del Politecnico di Torino presentati al Parlamento Europeo a Bruxelles

L’Unione europea sta lentamentemedier.jpeg cambiando dal punto energetico, avvicinandosi lentamente all’obiettivo di abbandonare le fonti fossili. Il petrolio è ancora la principale fonte energetica, ma la sua quota è diminuita di sei punti percentuali negli ultimi due decenni, passando dal 38,7% al 32,7%. In Unione Europea, nello stesso periodo, la quota spettante al gas è aumentata dal 20,6% al 24,4%, mentre rinnovabili e biocarburanti hanno guadagnato più di undici punti percentuali, passando dal 6,4% al 17,9% del mix. È il quadro delineato dal quarto Med & Italian Energy Report di Srm dal titolo  “Alternative fuels: a strategic option for the Euro-Mediterranean area?” e dell'Esl Energy Center del Politecnico di Torino, presentato al Parlamento Europeo, a Bruxelles.
 
Il ruolo del Mediterraneo

Nel 2022 le forniture di gas dalla Russia per l’Ue sono diminuite dell’80%, ricorda il rapporto, sottolineando che a livello strategico sarà importante il nuovo ruolo centrale del Mediterraneo, in particolare del Nord Africa, per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico nel breve e medio periodo. Il ritmo di crescita della capacità rinnovabile in Medio Oriente e Nord Africa dovrebbe più che raddoppiare nei prossimi 5 anni, passando da 15 GW a oltre 32 GW.
 
Trasporti
I biocombustibili svolgono attualmente un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione del settore dei trasporti dell’Ue, rappresentando l’83% del totale dei combustibili utilizzati nel 2020. I trasporti marittimi e la portualità hanno un ruolo sempre più centrale: i porti, sottolinea il rapporto, di fatto stanno diventando poli di sviluppo industriale ed energetico, terminali di energie fossili e rinnovabili, nonché luoghi di sbocco di pipelines provenienti in particolare dal Nord-Africa che portano flussi di energia e anche vicini a industrie ad alta intensità energetica. La portualità italiana ha una importante caratterizzazione energetica: il 34% del traffico è costituito da rinfuse liquide (oltre 163 milioni di tonnellate nel 2021). Nei primi 6 mesi del 2022 sono state superati gli 80 milioni di tonnellate (+5,6% sul 2021). Da gennaio a ottobre 2022 il 63% della flotta negli orderbook (navi nei cantieri in costruzione) è rappresentato da mezzi alimentati con combustibili alternativi, prevalentemente Gnl e metanolo.
 
Le parole di Profumo e Bompard
Per Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, "il conflitto in Ucraina ha contributo ad accelerare un processo: l’energia è diventata non solo una leva fondamentale per perseguire gli obiettivi di transizione ecologica e neutralità, ma anche un asset strategico e geopolitico. Se è vero che da ogni grande crisi nasce un’altrettanto grande opportunità, dobbiamo guardare con crescente attenzione alla regione del Mediterraneo, un mercato giovane con un enorme potenziale per la produzione di energie alternative e rinnovabili". Per Ettore Bompard, direttore dell'Esl Energy Center del Politecnico di Torino, "la crisi russo-ucraina ha messo al primo posto la sicurezza e l’accessibilità economica dell’energia, mettendo in secondo piano la sostenibilità ambientale, precedentemente al centro, e si è intensificato, nel Mediterraneo, il dialogo energetico 'nero', basato sul fossile. Nel medio-lungo termine, tuttavia, il dialogo dovrà virare al 'verde', basato sulle fonti rinnovabili, con un mix di commodity energetiche in cui non solo elettricità e idrogeno ma anche combustibili bio e sintetici giocheranno un ruolo, soprattutto nel trasporto aereo e marittimo".

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