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Idrogeno, Ccs e altro. Ecco che cosa ha previsto Snam nel piano strategico al 2027

where San Donato Milanese (Mi) when Lun, 29/01/2024 who roberto

Gli investimenti sono in crescita del 15% a 11, 5 miliardi con impieghi sull’idrogeno, ma anche carbon capture and storage e sostenibilità

La Snam ha presentato in settimanasnam-venier.jpg l’aggiornamento del piano strategico al 2027 e che prevede l’aumento degli investimenti a 11,5 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto al precedente piano 2022-2026 . Confermate le stime per il 2023 con 2,1 miliardi di investimenti, Mol a 2,4 miliardi circa e utile in lieve miglioramento intorno a 1,14 miliardi. Per l’occasione Snam ha anche annunciato l'azzeramento di tutte le proprie emissioni di CO2 al 2050, elevando il precedente obiettivo di neutralità carbonica al 2040. Proprio gli interventi sul potenziamento della sicurezza e flessibilità del sistema e per la transizione energetica, anche attraverso lo sviluppo della dorsale dell'idrogeno, creeranno, secondo il gruppo, "opportunità di investimenti fino a 26 miliardi di euro nel periodo 2023-2032". Snam ha poi portato all'85% la quota di finanza sostenibile rispetto all'80% annunciato lo scorso anno.
 
Gli investimenti nell’idrogeno
La Snam investirà 100 milioni di euro sull'idrogeno da qui al 2027. Il piano strategico ha incrementato del 15% gli investimenti complessivi del gruppo a 11,5 miliardi. Venti milioni sono previsti per la fase di ingegneria del SoutH2 Corridor (Corridoio Sud dell'idrogeno), il progetto incluso nella lista Pci della Commissione Europea attraverso il quale Snam potrà agire come "facilitatore dello sviluppo di un mercato dell'idrogeno europeo" insieme agli altri gestori di rete (Tso). Il progetto prevede la realizzazione di una dorsale dell'idrogeno, lunga 3.300 km, che collegherà il Nord Africa con l'Italia, l'Austria e la Germania. Snam, inoltre, è coinvolta nella realizzazione di iniziative come le Hydrogen Valley a Modena e in Puglia, le stazioni di rifornimento di idrogeno e la gigafactory con De Nora, di cui controlla il 21,59%. 
  
Pronti a entrare in Adriatic Lng
Tra le dichiarazioni rilevanti dell’ad Stefano Venier, che ha fatto anche il punto sui diversi dossier aperti, c’è quella secondo cui «Snam è poi pronta a entrare in Adriatic Lng, il rigassificatore al largo di Rovigo, con una quota del 15 o del 30%». Il più importante impianto di importazione di Gnl in Italia è diventato fondamentale dalla primavera 2022, quando la Ue ha deciso di ridurre le importazioni dalla Russia. «Su Adriatic Lng esiste un accordo fatto con gli attuali soci, per cui in caso di operazione straordinaria avremo l’opzione di far salire la nostra quota, se ci saranno le condizioni, al 15 o al 30%», ha spiegato Venier, «queste due opzioni si accompagnano a una equilibrata ridefinizione del nostro ruolo nella società, dove riteniamo possa esserci un contributo sulla parte tecnica, in quanto siamo gestori di altre quattro strutture di rigassificazione. Il patto è dettagliato e non è previsto che l’amministratore delegato sia nominato anche col 30%, ma magari parteciperemmo alla sua scelta».
 
La scommessa del progetto Ccs
Al centro della strategia Snam c’è anche il grande progetto carbon capture and storage (Ccs) di Ravenna. L'hub è sulla buona strada per diventare "il primo e più grande progetto Ccs nel Mediterraneo" e "allo sviluppo dell'infrastruttura per il trasporto e lo stoccaggio della CO2 il nuovo piano destina circa 350 milioni di euro di investimenti". A dicembre 2022 Snam ha sottoscritto un accordo con Eni per lanciare il primo progetto di Ccs in Italia che nella sua fase 1, al via nei prossimi mesi, prevede la cattura della CO2 dell'impianto Eni di Casalborsetti (Ravenna) e l'iniezione in un giacimento esaurito nel mare Adriatico. Anche grazie allo sviluppo della fase 2, aperta ai soggetti industriali emettitori, il progetto Ravenna Ccs è destinato a diventare il più importante nel Mediterraneo, forte di giacimenti con una capacità totale di 500 milioni di tonnellate. "Nel 2024 ci sarà la fase di start-up fase, con l'immissione di 25mila tonnellate l’anno - ha spiegato Venier. - Nel 2026 inizierà la fase industriale (4 milioni di tonnellate l’anno), per affiancare la decarbonizzazione delle industrie hard to abate del Nord Italia, con l'opzionalità per ricevere volumi addizionali via nave dal Mediterraneo". Dal 2030 ci sarà la seconda fase industriale (fino a 16 milioni di tonnellate l’anno).

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